Balneari, FdI Liguria: «Se lo scopo era uccidere il turismo in Italia possiamo dire missione compiuta»

Per FdI il “Governo dei migliori” continua nella sua incomprensibile scelta di non decidere mai su nulla e lasciare che la barca vada avanti senza una guida
Genova. «Sono esaustive le parole di Giorgia Meloni dette ieri: il Consiglio di Stato decide di non considerare una legge del Parlamento e la disapplica nell’assoluto silenzio del Governo – tuona l’ex consigliere regionale Augusto Sartori che oggi presiede il dipartimento della ristorazione e dei locali notturni di FdI – in questo modo il Parlamento non conta più, ma già il fatto che sul tema delle concessioni il Governo a demandato una decisione che è puramente politica ad un organo tecnico e questo ha tolto il potere al popolo che ormai non è più sovrano, come recita la costituzione, ma che è soggetto al sovrano burocratico».
La notizia della disapplicazione della legge Centinaio del 2018 è arrivata come una tegola sulla testa di centinaia di imprenditori del settore balneare che, come ogni imprenditore, in assenza di una assicurazione sul suo futuro smette di investire e questo vorrà dire che i nostri lidi saranno privati di «significativi investimenti sino al 2023 e quindi per 2 stagioni possiamo dire addio a chi ogni giorno si occupava di tenere pulita ed in ordine la spiaggia, di chi assicurava i servizi di salvamento, di chi accoglieva i turisti e i residenti dando a loro un servizio che è economia e cultura, ma soprattutto si bloccheranno investimenti in termini di occupazione e per interi comprati si bloccheranno a cascata tutti i settori collegati da quello agroalimentare a quello del divertimento e svago. Insomma il Governo che permette i rave party illegali oggi de facto impedisce che chi ha investito per anni nell’accoglienza degli stabilimenti balneari di proseguire in un lavoro che è tradizione oltre che sostentamento. Ovviamente non possiamo nasconderci dietro un dito e di fronte a poche storture del mercato e situazioni dubbie il Governo ha punito un comparto che comunque viene da 2 anni di profonda crisi per la mancanza di certezza del futuro».
Questa è la nota congiunta che i dipartimenti liguri che da anni lottano contra la direttiva Bolkestein hanno rilasciato assicurando che la battaglia è persa, ma che non smetteranno di lottare per superare questa stortura politica oltre che legislativa.