Tra Bordighera e Sanremo una strage di pini marittimi, comitati contro i Comuni

14 ottobre 2021 | 07:13
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Tra Bordighera e Sanremo una strage di pini marittimi, comitati contro i Comuni

«Nella Città dei fiori una media di circa 100 alberi abbattuti all’anno»

Sanremo. Quando gli alberi crollano improvvisamente minacciando l’incolumità di cose e persone è uno scandalo, quando si tagliano per prevenire incidenti gravi, su indicazione dei tecnici agronomi, pure. Non c’è pace sulla questione del verde pubblico, con i comitati Ponente Ambiente e Cultura, Pat (Paesaggio Alberi e Territorio) e Italia Nostra, che si scagliano contro le amministrazioni civiche dell’Imperiese, con particolare riferimento a quelle di Sanremo e Bordighera, per la “strage” di pini marittimi a cui si sta assistendo da ormai qualche anno a questa parte.

«In questo nostro Ponente ligure, dallo storico ed importante patrimonio botanico, stiamo assistendo con sempre più profondo stupore e sgomento ad un attacco senza precedenti da parte delle Amministrazioni pubbliche al verde urbano, a partire da Bordighera e Sanremo, – spiegano i portavoce delle tre associazioni.

A Bordighera abbiamo assistito al radicale taglio di pini in Via Aldo Moro, per la cui salvaguardia il Comitato Spontaneo del Verde Bordighera si è adoperato per più di un anno senza successo. A Sanremo, con una media di circa 100 alberi abbattuti all’anno si sta assistendo ad un costante impoverimento del patrimonio pubblico; proprio in questi giorni il Comitato PAT ha presentato ricorso al Prefetto contro i recenti abbattimenti in Via Nino Bixio. Qui i casi più eclatanti: in zona Corso Imperatrice, il Forte di Santa Tecla, il filare storico del primo e secondo tratto di Via Nino Bixio. Non sfugge alle associazioni ed ai cittadini che vi sia stata una vera strage di pini secolari proprio nell’area di porto vecchio e lungo la ciclabile, interessata da un grande progetto privato di restyling che già ora evidenzia caratteristiche di invasività.

Si è trattato in troppi casi di interventi aggressivi nei tempi e nei modi, irrispettosi della collettività e del vero interesse pubblico, su piante visibilmente sane.
 Molte di queste inserite in scorci storici, di memoria cittadina, di identità, e di un paesaggio riconosciuto da residenti e turisti. I motivi addotti circa la pericolosità, l’incolumità, la sicurezza di cittadini e alberature stesse rischiano di essere solo alibi nel momento in cui esistono tanti altri strumenti – meno definitivi – per affrontare le diverse problematiche. Conoscenze scientifiche e buone pratiche lo dimostrano!

Occorre saper fare un passo indietro, e riconoscere che la sostenibilità del “sistema città” è dato anche e soprattutto dalla presenza della infrastruttura verde: prevenzione del dissesto idrogeologico, limitazione dell’inquinamento acustico e da polveri sottili, attenuazione delle ondate di calore, preservazione e qualificazione del paesaggio, degli scorci urbani, dell’immagine e dell’attrattiva della città. Il taglio del verde urbano implica danni al territorio, al paesaggio, e alla salute; molto spesso gli spazi lasciati vuoti sono destinati a progetti speculativi e di cementificazione.

Constatiamo purtroppo nel nostro territorio una scarsa considerazione degli Amministratori rispetto alla salvaguardia del verde urbano, un prevalere di altre priorità.
 Da Amministrazioni responsabili ci aspettiamo, anche in vista dell’emergenza climatica, un lavoro lungimirante di investimento nel verde urbano, dalla manutenzione minuziosa e tutela dell’esistente a una pianificazione dettagliata per il potenziamento quantitativo del verde orizzontale e verticale», concludono i comitati.