L'intervista

Sanremo, sottosegretario alla Salute Costa: «Entro fine anno estensione categorie per terza dose»

Su obbligo vaccinale: «Per il nostro governo non è un tabù»

Sanremo. «Sulla terza dose è ragionevole pensare che col passare delle settimane ci sarà un’estensione su quella che sarà appunto la platea. Siamo di fronte ad una scelta che la politica fa su quelle che sono e saranno le indicazioni scientifiche». Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, facendo il punto sul piano vaccinale e sulle prospettive delle riaperture in Italia. Costa è giunto a Sanremo per assistere alla prima serata della 44esima edizione del Premio Tenco, che avrà luogo al teatro Ariston: proprio il sottosegretario si è battuto nelle scorse settimane per la riapertura al 100 per cento della capienza di teatri e cinema, dove ad oggi si può accedere con il green pass.

«Proprio oggi il commissario Figliuolo ha inviato a tutte le Regioni una circolare con la quale richiama gli enti a procedere rapidamente con le prenotazioni per quanto riguarda la terza dose – ha spiegato Costa – Perché abbiamo recepito che c’erano alcune zone dove ad oggi non era facile procedere alla prenotazione del richiamo. Quindi, anche sotto questo aspetto, auspichiamo e ci auguriamo che da parte delle Regioni, come avvenuto per altro in passato, ci sia una uniformità della risposta per mettere nelle condizioni i cittadini per procedere alla terza dose».

Ad oggi, la terza dose è prenotabile dai soggetti “fragili” indipendentemente dall’età, dagli gli ultraottantenni, dal personale sanitario e da tutti gli over 60. «Queste categorie, trascorsi i sei mesi dall’ultima dose possono procedere alla prenotazione della terza dose. 
Più avanti, già entro fine anno, io credo che questa platea verrà allargata, si passerà agli over 50 e così via. Però sono indicazioni che la comunità scientifica ci dà, è una fase in continua evoluzione e in continuo studio, credo che il compito del governo e dello Stato sia quello di farsi trovare pronto con la struttura per poter procedere alla somministrazione e sotto questo aspetto siamo pronti: abbiamo le strutture, abbiamo i vaccini, quindi ci sono le condizioni per proseguire con quelle che saranno le indicazioni».

Come dovrà comportarsi chi ha ricevuto due dosi di AstraZeneca? «Si va con l’eterologo – risponde il sottosegretario – Ormai questo è un concetto sdoganato. Siamo in una fase in cui la vaccinazione eterologa è passata come principio, quindi assolutamente si può procedere con Pfizer o Moderna».

Su campagna vaccinale e green pass. «Abbiamo un traguardo di fine anno, un momento importante in cui fare un bilancio e se i dati continueranno a essere positivi, se contestualmente raggiungeremo il 90 per cento dei vaccinati, obiettivo assolutamente raggiungibile, nell’ultima settimana i dati ci dicono che c’è stato un incremento delle prime dose, tanto è vero che sia arrivati all’86 per cento, è ragionevole pensare che con l’anno nuovo alcune misure restrittive possano essere riviste, ad esempio una riduzione nell’applicazione del green pass», ha detto Costa. «Io credo che dobbiamo affrontare ancora le prossime settimane con grande senso di responsabilità – ha aggiunto – ma non con paura. I dati stanno confermando che i contagi sono contenuti e soprattutto gli ospedalizzati sono in continua decrescita. C’è stata grande risposta da parte dei cittadini e credo che oggi il grazie più grande bisogna dirlo ai 44 milioni di concittadini che hanno compreso il valore e l’efficacia dei vaccini».

Si arriverà ad obbligo vaccinale? «Io non credo che radicalizzare oggi lo scontro tra vaccino obbligatorio o non obbligatorio possa portare a dei risultati positivi– ha detto Costa – Dobbiamo proseguire in questo dialogo e io credo che la politica debba assumere grande responsabilità nel veicolare piena fiducia nei confronti della scienza. Dopodiché, per questo governo l’obbligo vaccinale non è un tabù. Tanto è vero che lo abbiamo già introdotto per alcune categorie, pensiamo al personale sanitario. Quindi, se andando avanti nelle settimane, ci rendessimo conto che c’è bisogno di introdurre l’obbligo per alcune categorie specifiche, siamo pronti a valutar, ma oggi bisogna proseguire dando fiducia ai cittadini». «Credo che la maggior parte dei cittadini che ancora oggi non si è vaccinata – ha aggiunto – Abbia bisogno di essere rassicurata e di messaggi positivi».

Aumento dei contagi in Inghilterra e Germania: preoccupano le varianti? «Noi tante volte siamo stati criticati e ricordo che i politici italiani prendevano a esempio gli altri Paesi, oggi credo che sia la situazione inversa: gli altri Paesi stanno prendendo esempio da noi e questo, credo, ci deve far prendere consapevolezza che la strada che abbiamo avviato è una strada giusta – sottolinea il sottosegretario alla Salute – Quando abbiamo iniziato il percorso delle riaperture e ricordo lo abbiamo fatto il 26 di aprile, in un contesto epidemiologico completamente diverso e più complicato rispetto a quello attuale, abbiamo detto: ‘Abbiamo un percorso fatto di piccoli passi graduali’. Abbiamo adottato questa strategia. L’Inghilterra ha deciso, a luglio, di togliere ogni limitazione, senza mascherina e senza green pass, e i dati sembrerebbero non dare ragione a questo approccio. I dati sembrano invece dare ragione ad un atteggiamento prudente, graduale, fatto di piccoli passi, ma tutti nella stessa direzione come ha fatto il nostro Paese. Questo credo che sia un elemento che ci deve far riflettere su come dobbiamo continuare ancora su questa strada nella consapevolezza che l’obiettivo di tutti, governo in primis, è quello di riportare il Paese alla normalità. Ma oggi sostanzialmente nel nostro Paese abbiamo riaperto tutto, abbiamo ancora qualche limitazione per quanto riguarda le capienze in alcuni settori, ma sostanzialmente abbiamo aperto tutto, e i dati ci dicono che anche dal punto di vista economico siamo in una fase positiva». 

Effetti collaterali. «I dati ovviamente sono in continua evoluzione e in continua elaborazione perché poi è chiaro che l’elemento più difficile è poter stabilire il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e l’effetto collaterale. Però devo dire che a oggi i dati che abbiamo ci dicono che ci possono e ci sono stati effetti collaterali ma siamo di fronte a numeri molto molto contenuti. Anche l’organizzazione mondiale della sanità, l’Aifa, l’Istituto superiore della Sanità hanno espresso pareri estremamente favorevoli rispetto al rapporto benefici/effetti collaterali. Poi è chiaro: c’è qualche fatto che deve essere approfondito, accertato, bisogna stabilire il nesso tra vaccinazione ed effetto collaterale, dopo di ché in casi come questi è giusto che lo Stato si faccia carico di quelli che sono i costi e le conseguenze. Nel nostro Paese esiste già una legge che prevede le giuste tutele ai cittadini, come è giusto che sia», ha dichiarato in merito il sottosegretario Costa.

Franata della diminuzione dei contagi. «Questo rallentamento credo sia strettamente collegato all’altissimo numero di tamponi, che è più che raddoppiato con l’entrata in vigore del green pass. Teniamo presente, che fino al 15 ottobre facevamo mediamente 300mila tamponi nel nostro Paese, oggi oltre 600mila. Ciò che conta non è guardare il valore assoluto dei contagiati, ma l’indice di contagio, che da noi è anche più basso rispetto ad altri Paesi europei – ha detto l’onorevole – Non si parla più di immunità di gregge, perché i dati dicono che la variante Delta in alcuni casi di vaccinati può ancora contagiare, ma con degli effetti assolutamente gestibili».

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