Sanità, dall’elisoccorso Grifo ai presidi ospedalieri: il punto con il direttore Asl1 Imperiese Silvio Falco
Problemi “linguistici” al pronto soccorso di Sanremo: medici stranieri hanno difficoltà a comprendere l’italiano dei pazienti
Imperia. Emergenza Covid-19 a parte, sono tanti i temi inerenti la sanità che è necessario approfondire. Tra questi, senza alcun dubbio, il futuro dell’ospedale Saint Charles di Bordighera. Da tempo, ormai, si attende l’avvento del privato che nel 2020 si è aggiudicato la gestione del presidio. «Stiamo lavorando – dichiara il direttore generale di Asl1 Imperiese, dottor Silvio Falco – Abbiamo ancora qualche settimana di tempo per affinare la base contrattuale con il privato che si è aggiudicato la gara».
L’affidamento all’istituto Iclas (istituto italiano di alta specialità) e alla struttura sanitaria Maria Cecilia hospital (entrambi a capo del colosso italiano Gvm) è infatti slittato a causa del protrarsi dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia in corso. «Lo stato di emergenza scadrà a fine anno – spiega Falco – Dopo di ché nel giro di qualche settimana occorrerà addivenire alla firma e il privato dovrebbero prendere in mano la gestione».
Nell’attesa di un passaggio di consegne tra pubblico e privato, il Saint Charles resiste come può e continua a offrire servizi h24 come punto di primo soccorso. Con il privato, invece, così come da clausola contrattuale, dovrà essere nuovamente ripristinato un pronto soccorso vero e proprio.
Difficoltà si riscontano anche nel pronto soccorso di Sanremo. E sono causate, spiega il dg di Asl1, dalla carenza di personale che continua ad affliggere la nostra provincia. Vista la mancanza di medici “autoctoni”, l’azienda è stata costretta a ricorrere ad una cooperativa che reperisca professionisti per coprire alcune turnazioni. Il problema principale, in questo caso, è linguistico: i medici stranieri, segnalano gli utenti, a volte faticano a comprendere l’italiano. «L’azienda, tramite il primario Abregal, usufruisce di alcuni colleghi legati a una cooperativa – spiega il dottor Falco -. D’altra parte l’esperienza mi dice che dove non riesci ad usufruire del personale “autoctono” italiano cerchi di trovare risposte con professionisti abilitati a livello nazionale che però a volte hanno difficoltà linguistiche, questo è indubbio».
Si lavora intanto per l’ospedale unico che verrà costruito ad Arma di Taggia. Una volta che il Comune approverà la variante al piano urbanistico, interverrà la Regione con una presa d’atto e da quel momento «si potrà lanciare la progettazione del nuovo ospedale», sottolinea il direttore generale. Resta però il nodo dell’Aurelia bis, la cui prosecuzione deve necessariamente essere portata a compimento. «Le risorse sono state accantonate da Inail, noi siamo operativi – aggiunge -. La provincia oggi ha delle specialità che svolgono attività prevalentemente su presidio, a Imperia, Sanremo e Bordighera: quindi in qualche modo c’è solo la separazione di un lungo corridoio che è quello dell’autostrada/Aurelia. Una delle opere che devono andare avanti, e ne ho parlato più volte con i sindaci, è quella dell’Aurelia bis, che deve mettere in comunicazione un po’ più rapida i territori e dare maggiore tranquillità alla popolazione che si sente un po’ abbandonata e lontana dagli ospedali».
Nel frattempo, ad accorciare le distanze ci pensa Grifo: l’elisoccorso del 118 che ha quasi completamente soppiantato, con la gestione privata, il servizio pubblico offerto dal “collega” Drago dei vigili del fuoco. «Grifo è una risorsa importante – spiega il dottor Silvio Falco -. Ho avuto modo di confrontarmi da subito con i sindaci, perché sarebbe importante avere piazzole illuminate per la notte: questo ci permetterebbe, per le patologie tempo-dipendenti, di essere più rapidi di chiunque altro. L’elisoccorso è una risorsa importante da utilizzare cum grano salis: non va sprecata perché ovviamente i minuti di elicottero sono costosi, ma dà una risposta certa e puntuale e di conseguenza più sicurezza alla popolazione che vive nell’entroterra».