Riviera Trasporti, nella relazione della Provincia i guai della società: «Ricapitalizzare è un rischio»
Il 6 ottobre l’udienza del tribunale di Imperia sull’ammissione del concordato
Imperia. Debiti pesanti, crediti di dubbia esigibilità, concordato in bianco, azioni di responsabilità verso gli amministratori passati. Sembrano estratte da un copione già visto, con riferimento al caso di Rivieracqua, le parole scritte nero su bianco nella relazione della Provincia allegata al bilancio di esercizio 2020 della Riviera Trasporti, approvato pochi giorni fa dall’assemblea dei soci.
Assemblea che ha visto la partecipazione del solo presidente della Provincia Domenico Abbo (socio di maggioranza con oltre l’80% delle quote) e l’assenza dell’altro interlocutore abituale, il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, la cui amministrazione detiene una fetta importante del capitale sociale pari al 15%. All’approvazione del bilancio è seguita la nomina dei nuovi vertici aziendali: Giovanni Barbagallo in veste di presidente (esponente di lungo corso del Partito Democratico, ex assessore regionale Dem con delega all’Agricoltura), Sara Lercaro, commercialista imperiese vicina al sindaco del capoluogo Claudio Scajola e l’ingegner John Pasqui di Rete ferroviaria italiana (Rfi) in quota Sanremo.
Tornando alla relazione al bilancio, a firma della dirigente della Provincia Francesca Mangiapan, si parte con la ricostruzione dello stato di fatto: “Per meglio inquadrare la situazione e il risultato della gestione della Riviera Trasporti S.p.A., che ha chiuso l’esercizio 2020 con una perdita di € 6.356.380 e un patrimonio netto negativo di € 3.880.626, occorre preliminarmente rammentare che nell’anno 2019 l’amministrazione provinciale aveva intrapreso un percorso finalizzato a realizzare l’armonizzazione contabile con la propria società partecipata in relazione a due importanti crediti iscritti in bilancio, che non trovavano corrispondenza nella contabilità dell’ente. Il disallineamento riguardava, nello specifico, il credito di € 8.982.797,00 per mancato adeguamento ISTAT sul contratto di servizio (oggetto del ricorso presso il Tribunale di Imperia iscritto al ruolo RG 677/2018) e il credito di € 735.490,00 per L. 472/1999. A tal fine era stata concordata con Rt l’assegnazione in proprietà di parte del compendio delle Colonie di Nava in comune di Pornassio del valore ufficialmente stimato di € 5.771.692,69. Assegnazione non andata a buon fine.
Con la soccombenza in giudizio, la società (Riviera Trasporti ndr) ha stralciato il credito di € 5.771.692,00 che era stato iscritto nel bilancio dell’esercizio 2019 a fronte del riconoscimento del contributo in natura deliberato dal consiglio provinciale (deliberazione n. 54 del 15/11/2019 divenuta inefficace con la sentenza) e, avendo presentato appello, ha ripristinato il preesistente credito di € 8.982.797,00 nei confronti della Provincia che era stato eliminato, procedendo corrispondentemente alla sua integrale svalutazione. Da tale appostamento contabile deriva il risultato economico negativo dell’esercizio 2020 e il deficit patrimoniale. A seguito della situazione sopra delineatasi e dell’azione esecutiva attivata dal creditore Arriva Italia S.r.l., che ha disposto un atto di pignoramento nei confronti della Società per complessivi € 5.064.976,68, il consiglio di amministrazione di Rt ha recentemente avviato la procedura per il deposito presso il Tribunale di Imperia della richiesta di concordato in bianco“.
C’è poi tutta la partita dei crediti che Riviera Trasporti vanterebbe nei confronti di altri enti pubblici, a partire dallo Stato, passando dalla Regione Liguria fino alla Provincia stessa. Una posta complessiva – rimasta inevasa nel corso degli ultimi 5 anni – che in totale ammonta a più di 10 milioni di euro. Tra questi crediti è stato iscritto anche il milione e tre di finanziamento europeo per il progetto dei bus ad idrogeno, che, tuttavia, una volta erogato andrà a finire direttamente nelle casse del fornitore Van Hool. In sostanza, continua la relazione: “Tali crediti (non riscossi e sui quali pende una procedura arbitrale), che presentano obiettive criticità, ammontano a complessivi 5 milioni e mezzo di euro a fronte di una quota di fondo rischi, dedicata a tutti i crediti diversi con l’eccezione di quello verso la Provincia, di € 1.882.497″.
Infine le valutazioni più allarmanti, rese nel parere della Provincia a colpi di citazioni di pronunce della Corte dei Conti che fanno intendere la portata della responsabilità assunta dal presidente Abbo nel votare il bilancio sostanzialmente da solo: “L’eventuale scelta della Provincia che (anche alla luce della deliberazione di indirizzo assunta dal Consiglio nella seduta del 20 settembre u.s. in merito all’affidamento in house del servizio di TPL alla Società) intendesse pertanto optare discrezionalmente per la continuazione dell’attività societaria, rinunciando quindi alla limitazione di responsabilità prevista dalla legge, necessita inderogabilmente e in via preventiva di una compiuta “valutazione di convenienza economica del mantenimento della partecipazione” (cfr. Corte dei Conti, Sez. regionale di Controllo per il Friuli Venezia Giulia, deliberazione n.31/2021). In tale prospettiva deve dunque ritenersi “fortemente limitata per le amministrazioni locali, considerato l’uso di risorse della collettività, l’ammissibilità di interventi a sostegno di organismi partecipati mediante erogazione o, comunque, dispendio di disponibilità finanziarie a fondo perduto, che appaiano privi quantomeno di una prospettiva di recupero dell’economicità e dell’efficienza della gestione dei soggetti beneficiari” (fra le altre, Corte dei conti, sez. contr. Liguria, Deliberazione n.84/2018/PAR).
Posto che la ricapitalizzazione costituisce oggetto di una facoltà (e non di un obbligo), la scelta deve tener conto sia della capacità della società a tornare utile (previa valutazione di un piano industriale) e sia dell’economicità e dell’efficacia della gestione del servizio tramite il predetto organismo; elementi di cui l’ente è tenuto a fornire adeguata motivazione. Pur trattandosi di operazione prevista dalla legge (art. 6, co. 19, d. l. n. 78/2010), la ricapitalizzazione può rappresentare un rischio per gli equilibri di bilancio dell’ente (Provincia), che sono condizionati anche dai risultati conseguiti dagli organismi partecipati” (Corte dei conti/SEZ/AUT/2014/15/FRG).
E quindi, per concludere, il salvataggio sostenibile dell’azienda Riviera Trasporti dovrebbe: “fondarsi sulla concreta possibilità di assicurare una continuità aziendale finanziariamente sostenibile, “non può non implicare, tra l’altro, una previa e adeguata verifica delle criticità che generano le perdite, i necessari accertamenti volti ad individuare eventuali responsabilità gestionali imputabili agli amministratori societari, nonché una compiuta valutazione circa l’opportunità della conservazione in vita dell’organismo partecipato o del semplice mantenimento della partecipazione, ossia della convenienza economico-finanziaria di tale modalità di gestione del servizio rispetto ad altre alternative possibili una previa e adeguata verifica delle criticità all’origine delle perdite” (cfr. Corte dei Conti, sez. contr. Liguria, delibera n. 24/2017)”.
Se il presidente Abbo ha bollato queste informazioni come non essenziali ai fini dell’approvazione del bilancio 2020, forte del parere degli organi di controllo che specificano come “il bilancio d’esercizio fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria della società Riviera Trasporti S.p.A. al 31 dicembre 2020, del risultato economico e dei flussi di cassa per l’esercizio chiuso a tale data”. Così anche il collegio sindacale: “Considerando le risultanze dell’attività svolta, propone all’assemblea dei soci di approvare il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2020 così come redatto dagli amministratori, invitando i soci pubblici a deliberare in merito alla copertura della perdita societaria“, gli occhi sono già puntati sul prossimo 6 ottobre, quando il tribunale dovrà decidere se ammettere al concordato la Riviera Trasporti, sbloccando contestualmente i conti correnti della società e di conseguenza il pagamento degli stipendi di settembre che spettano a quasi 320 lavoratori.