La sfida di Airone in Costa d’Avorio: creare sviluppo, dare speranza ai giovani

23 ottobre 2021 | 09:00
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La sfida di Airone in Costa d’Avorio: creare sviluppo, dare speranza ai giovani

L’azienda italiana è diretta dal manager sanremese Sergio Tommasini. Viaggio nello stabilimento di Abidjan

Abidjan. Italia e Costa d’Avorio, Sanremo e Abidjan. E’ sulla via delle tonniere che due città distanti seimila chilometri si incontrano, grazie alla figura di un manager di origini sanremesi. Una rotta che Riviera24.it ha avuto il privilegio di percorrere lo scorso 23 settembre, quando tre colleghi del nostro giornale si sono imbarcati dall’aeroporto internazionale di Nizza alla volta della capitale economica della Costa d’Avorio per visitare lo stabilimento di Airone Seafood. Azienda tutta italiana, con sede a Reggio Emilia, amministrata da Sergio Tommasini nel ruolo di presidente e direttore generale di Airone Cote d’Ivoire a partire dal 25 giugno 2020 e di amministratore delegato di Airone Italia dall’agosto dello stesso anno.

Centrale nell’esperienza che abbiamo potuto vivere in Africa è l’aver toccato con mano cosa vuol dire produrre in un Paese con leggi e regolamenti propri, a cui si sommano usi e consuetudini tipiche dei villaggi tribali. Una nazione indipendente, ex colonia francese, ricca di contraddizioni: cresce in media intorno all’8-9% l’anno (stime pre-Covid), ma vede tantissimi giovani, tra cui molte donne, cercare la via dell’Europa nella speranza di trovare un futuro migliore, per nulla scontato.

Nello stabilimento di Abidjan sono impiegati più di 1500 dipendenti di nazionalità ivoriana. Le quote rosa sono in netta maggioranza, sia lungo la catena produttiva che ai “piani alti”. Dare lavoro a una persona qui, equivale a garantire la sussistenza di famiglie intere. E’ avendo questa consapevolezza che da quando Tommasini ha assunto la guida dello stabilimento africano, qualità della vita all’interno della fabbrica e formazione dei giovani sono diventati parte integrante del piano di sviluppo.

La nostra visita ad Abidjan è coincisa fortuitamente con la cerimonia annuale di consegna dei diplomi tecnici che vengono conseguiti da decine di studenti, al termine di un progetto formativo finanziato interamente, attraverso i fondi dell’8 per mille, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri del governo italiano. Un percorso di studi portato avanti dalla Onlus una Voce per Padre Pio, attiva con alcune case famiglia nella municipalità di Bonua. La cerimonia si è svolta lo scorso 25 settembre nel padiglione Don Orione della piccola cittadina della periferia di Abidjan (vedi video), alla presenza del sindaco di Bonua Jean Paul Amethier. Meccanica generale, elettricista, idraulico e falegname le professioni acquisite.

«Airone si è affiancata da tempo alla Onlus Una voce per Padre Pio di Enzo Palumbo, sposando questo progetto di prioritaria importanza. I giovani ivoriani, studiando, possano costruirsi un futuro in Costa d’Avorio, dove la disoccupazione giovanile è al 48%. Quasi un ragazzo su due non lavora e non studia, finendo per alimentare quei flussi migratori verso altri Stati africani o verso l’Europa», – spiega Tommasini.

«Aziende come Airone contribuiscono in maniera determinante a creare posti di lavoro sul territorio dove agiscono, favorendo la nascita di economie locali che altrimenti non esisterebbero. Offrire lavoro in Africa è l’unico modo efficace per fermare l’emigrazione illegale e incontrollata. La giornata odierna (per chi legge il 25 settembre), è in questo senso da incorniciare. L’Italia è uscita dalla seconda guerra mondiale anche grazie a un grande processo di scolarizzazione che ha permesso a numerosi giovani di emergere e non emigrare. In Costa d’Avorio oggi, come in Italia allora, studiare è il primo passo per costruirsi un futuro. Ai migliori di ogni corso daremo la possibilità di effettuare uno stage presso la sede di Airone Cote d’Ivoire. Un primo passo che mi auguro possa essere di stimolo per tutti».