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Gli angeli di Padre Pio in Africa, Enzo e Prosper missione Costa d’Avorio

30 ottobre 2021 | 11:16
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Gli angeli di Padre Pio in Africa, Enzo e Prosper missione Costa d’Avorio

Viaggio nelle maison della Onlus italiana che accoglie i bambini senza futuro

Abidjan. Se c’è qualcosa di indimenticabile della visita che Riviera24.it ha potuto fare nella capitale economica della Costa d’Avorio, questa ha il nome di Una voce per Padre Pio. Buonua, cittadina della periferia di Abidjan, dove il verde incontaminato e l’acqua dei fiumi tornano a dominare il paesaggio. Lungo la strada che porta all’esterno della metropoli si trovano due “maison” che accolgono 36 bambini dai 3 a 14 anni d’età e 28 neonati, orfani o abbandonati, nella casa Les Anges.

Qui è stato creato di recente un asilo con i fondi donati da due imprenditori italiani. A guidare la missione è Enzo Palumbo, ex cantante e showman, convertitosi alla causa del bene altrui dopo aver vissuto in prima persona una tragedia personale e famigliare difficile da superare per chiunque. La Maison di Padre Pio, oltre a dare accoglienza, organizza progetti formativi rivolti ai giovani del posto. Il prossimo obiettivo è la realizzazione di una clinica polifunzionale che vedrà un’equipe medica italiana prestare cure gratuite a tutta la popolazione povera della regione del Sud Comoe. Apertura prevista metà febbraio 2022. All’interno della stessa struttura verrà inaugurata anche una piccola maternità. Lo staff impegnato a traghettare gli infanti fino al traguardo degli studi scolastici si compone di 18 dipendenti, suddivisi tra maman (le tate) ed educatori specializzati che si occupano anche della sicurezza.

«Una voce per Padre Pio ha scelto Bonua per la sua sede operativa in Costa d’Avorio, – ci racconta Enzo. Dopo tanti anni che siamo qui ci sentiamo del posto. L’obiettivo che ci poniamo è accompagnare i nostri ragazzi verso l’indipendenza economica e sociale, fornendo loro l’opportunità di frequentare le scuole e partecipare ai corsi di formazione finanzianti dal governo italiano. La cerimonia dei diplomi (vedi video), in questo senso, costituisce la fine di un percorso di studi che speriamo possa portare i partecipanti ad affermarsi nella vita lavorativa in Costa d’Avorio. Oggi – continua Palumbo – la scelta migliore da fare è studiare e continuare ad impegnarsi per lo sviluppo del Paese che è la loro patria. In Europa il lavoro scarseggia anche per gli stessi europei. Un futuro è possibile qui a Bonua e dintorni se si diventa risorse preziose per il territorio».

Un volontario speciale. L’eredità della onlus Una voce per Padre Pio sarà raccolta da un ivoriano fuori dal comune. Il suo nome è Prosper Kambou. Un bambino nato povero, apparentemente come tanti altri, il 13 dicembre del 1998, nel villaggio di Bondoukou, figlio di una famiglia poligama composta da cinque mogli e sedici fratelli che vive in una casa di terra battuta con il tetto di paglia. Il padre è un agricoltore a basso reddito.

Prosper diventa speciale molto presto. A 11 anni le sue guance iniziano a crescere in maniera esponenziale. E’ il primo sintomo di una rarissima mutazione del linfoma di Burkitt. Per via della sua condizione deve lasciare la scuola perché il tumore gli copre quasi interamente gli occhi, portandolo alla cecità. Abbandonato dalla madre, finisce alle soglie della maison di Enzo Palumbo che lo porterà a Napoli per curarsi. Il suo caso ha fatto il giro del mondo ed è diventato anche il soggetto di un documentario prodotto da Discovery Channel (video in fondo).

Ma chi è Prosper, nel profondo. Il suo vero volto è quello di un ragazzo di appena 23 anni, nato nella povertà assoluta, privato dell’adolescenza e che è riuscito, nonostante tutto, a superare le prove che il destino gli ha posto davanti con immenso coraggio.

I suoi sogni di guarire, tornare alla normalità e di riconciliarsi con la madre si sono avverati. Con l’Italia nel cuore, Prosper è tornato a casa dopo gli interventi chirurgici e aver conosciuto in Vaticano Papa Francesco, diventando un pilastro della onlus fondata da Enzo Palumbo. Lui è la voce di Padre Pio in Costa d’Avorio. Le sue parole di giovane uomo lo testimoniano. «Mi sento come un soldato inviato in guerra per combattere la sofferenza degli ultimi, a cui non è stato dato un esercito di supporto, privo di armi per affrontare il nemico, i nemici: la povertà e la sofferenza. I dolori dell’anima fanno più male di quelli fisici, sono incontrollabili, ingestibili e persistono senza un attimo di sosta, senza lasciarti tregua. Mi piacerebbe tantissimo trovare una medicina che alleggerisca le sofferenze dell’anima, che guarisca le ferite che questa vita così crudele lascia. Quanto siamo abituati a quello che abbiamo? Quanto diamo per scontato la ricchezza della nostra vita? Perché, abitualmente, guardiamo solo chi ha di più di noi e ci lasciamo prendere dal sentimento dell’invidia e non ci soffermiamo mai abbastanza a guardare quello che abbiamo per apprezzarlo?».

(Foto Michele Minetto)