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Garibaldi visitò Sanremo nel 1848: il racconto dello storico Andrea Gandolfo

10 ottobre 2021 | 07:27
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Garibaldi visitò Sanremo nel 1848: il racconto dello storico Andrea Gandolfo

Soggiornò in un albergo di piazza Colombo

Sanremo. Al centro del consueto appuntamento settimanale con lo storico Andrea Gandolfo sulla storia di Sanremo questa volta vi è la “storica” visita di Garibaldi nella città dei fiori avvenuta nel settembre del 1848, di cui è rimasta traccia ancora oggi nella lapide prospiciente via Nino Bixio.

Ecco quindi il racconto dello storico sanremese Andrea Gandolfo su quello storico soggiorno: «Tra gli episodi meno noti della biografia garibaldina figura uno dei più celebrati “passaggi” di grandi personaggi per la città di Sanremo, che volle eternare nel marmo la memoria della storica visita in occasione della morte dell’Eroe dei Due Mondi. Secondo quanto riferito dal comandante militare della provincia di Sanremo Michele Craveri al governatore della Divisone di Nizza De Sonnaz, il generale, dopo essere partito da Nizza, giunse a Sanremo nel pomeriggio del 26 settembre 1848. Sceso in un albergo di piazza Colombo, l’Hotel de la Palme, fu subito raggiunto dallo stesso Craveri, che vi trovò già varie autorità civili e militari convenute appositamente per ossequiare l’illustre ospite, tra cui il sindaco Stefano Roverizio, il capitano del porto Sartoris, il maggiore di piazza Baglioni e il viceconsole di Francia, oltre a esponenti del notabilato e dell’aristocrazia municipale, tra i quali l’avvocato Ameglio, il marchese Borea d’Olmo e il vecchio amico del generale Angelo Pesante, che era stato tra l’altro il suo primo maestro di navigazione e che ricopriva la carica di viceconsole di Spagna. Nel frattempo si era formata una piccola folla di curiosi e ammiratori davanti all’albergo dove sostava Garibaldi, che venne chiamato più volte al balcone per rispondere agli “evviva” dei cittadini. Anche quando si trasferì a casa del capitano Pesante, situata nel quartiere della Marina, nell’attuale via Gaudio, Garibaldi fu applaudito a lungo dalla gente radunatasi intorno a lui. Su mandato del sindaco, fu anche inviato un picchetto d’onore di 24 militi, agli ordini del tenente Giambattista Gerbolini, per montare la guardia al portone delle casa dove alloggiava Garibaldi, fino alla mattina successiva.

Alle nove di sera il generale venne omaggiato di una serenata da parte della banda civica, dopodiché si affacciò dal balcone e tenne un breve discorso nel corso del quale esortò i sanremesi ad aver fiducia nell’avvenire della patria tra le vive acclamazioni dei presenti, che inneggiarono a lui, a Pio IX, a Carlo Alberto e all’indipendenza italiana. La serata terminò dunque nella più assoluta regolarità, come ebbe puntualmente a riferire l’intendente di Sanremo Como al governatore De Sonnaz il giorno dopo. La mattina seguente il sindaco e la milizia comunale offrirono un grande banchetto all’hotel de la Palme in onore di Garibaldi. Durante il pranzo rivolse un saluto augurale all’illustre ospite Giuseppe Bianchi, che, dopo aver osservato come il Nizzardo fosse stato incaricato della “difesa dell’onore nazionale”, così concluse il suo intervento: “Valoroso Garibaldi, l’Europa, il mondo intero ha gli occhi fisi su di te, e l’Italia, che quasi dispera dell’intervento straniero tanto avversato dagli intrighi di una funesta diplomazia, ha in te concentrate tutte le sue speranze, e già ti proclama il vero campione della nostra indipendenza. Evviva l’Italia indipendente! Evviva il prode generale Garibaldi!”. Alle due del pomeriggio il generale ripartì quindi con un corriere alla volta di Genova.

Nel corso della sua breve sosta in terra matuziana, Garibaldi ebbe occasione di entrare in contatto con rappresentanti del mondo politico sanremese caratterizzati da una visione particolarmente avanzata della soluzione del problema dell’unificazione italiana. Tra gli altri, incontrò don Antonio Massabò, un prete avvocato che dirigeva il foglio democratico locale “Il Ligure popolare”, sostenitore della guerra contro l’Austria e dell’assoluta necessità di una Costituente. Il generale avrebbe vivamente apprezzato le iniziative di don Massabò e dei suoi amici sanremesi, tanto da scrivere al capitano Pesante, da Genova, il 16 ottobre, per complimentarsi dei sentimenti di schietta italianità e sincero spirito democratico che animava quel circolo politico. Il 18 giugno 1882, su disposizione del Comune, venne infine collocata una lapide sulla facciata dell’abitazione del capitano Pesante, attualmente prospiciente via Nino Bixio».