Casa Serena, parlano i dipendenti assunti. Rizziero della Fiasl: «Noi più legittimati di Cgil, Cisl e Uil»
«Siamo quelli che hanno salvato le vite degli ospiti: gli altri sono scappati»
Sanremo. Casa Serena, è il turno dei dipendenti assunti dal privato. Questa mattina una ventina di lavoratori ha incontrato la stampa fuori dalle porte della residenza per anziani di Poggio, da mesi al centro delle polemiche. A parlare, ora, sono gli iscritti della Fials – sindacato autonomo ma fortemente rappresentativo nella Rsa di Poggio – che denunciano mancanza di ascolto da parte del sindaco Biancheri, gridando un accorato no al Fis (fondo integrativo salariale) [vedi video].
A rompere il silenzio è anche Rizziero Verde, segretario della Fials, accusato in queste ultime settimane dai colleghi di Cgil, Cisl e Uil, di aver rotto il fronte sindacale, firmando il contratto con il nuovo gestore privato. «L’accordo firmato dalla mia organizzazione verrà fatto valere in tutte le sedi opportune. Questo perché è legittimo, così come previsto dall’articolo 37 della legge sulle cooperative sociali che prevede, tra i soggetti legittimati a trattare, anche le rappresentanze sindacali aziendali (rsa). Rappresentanze che a Casa Serena sono state nominate ancor prima del passaggio di appalto».
Continua Verde: «E’ chiaro che ho dovuto rompere il fronte sindacale di fronte al fatto che le sigle confederali hanno lavorato per estromettere la Fials da ogni discussione, pur rappresentando il sindacato con più iscritti a Casa Serena. L’obiettivo è sempre stato quello di far saltare il banco a qualsiasi costo. Non potevo starci, quando ho visto che ne sarebbe andato del lavoro di molte persone ho firmato. Il rammarico più forte è che il sindaco Biancheri non abbia voluto interpellare i nostri iscritti, tutti lavoratori che hanno mantenuto in piedi la struttura anche in questo periodo di grosse difficoltà».
Dalla parte dei dipendenti la voce è unanime: «Vorremmo sapere ora il sindaco che intenzioni ha. Il Comune ci offre un contratto in Fis che di fatto comporta una riduzione dello stipendio per tutti. A queste condizioni preferiamo restare con il privato. Siamo stati noi a portare avanti Casa Serena questo mese. Nessuno si è preoccupato di come vivevamo questa situazione. Noi siamo quelli che hanno salvato le vite degli ospiti: gli altri sono scappati».