Ventimiglia, aggredito mentre sistemava dehor. Bonadonna: «Non si può più vivere così, il prefetto intervenga»

1 settembre 2021 | 08:02
Share0
Ventimiglia, aggredito mentre sistemava dehor. Bonadonna: «Non si può più vivere così, il prefetto intervenga»

Un gruppo di nordafricani, visibilmente ubriachi, ha tentato di sfondare la porta del locale “Pizza Max”

Ventimiglia. «Mi urlavano “apri bastardo, dammi una birra” e prendevano a calci e testate la vetrina. Ho avuto paura di morire». E’ il racconto choc di Nicolò Bonadonna, gestore del locale “Pizza Max” in piazza della Costituente, a Ventimiglia. Come ogni notte, Bonadonna si era recato nella tavola calda per preparare pizze e focacce e sistemare il locale per l’apertura, ma intorno alle 3,45 è stato aggredito.

«Stavo sistemando il dehor – racconta, ancora visibilmente agitato per quanto accaduto – Ad un certo punto ho sentito le voci di alcuni stranieri e per istinto, per la prima volta, mi sono chiuso dentro il locale». Pochi istanti dopo, davanti alla porta di Pizza Max si presenta un gruppo di uomini: «Erano magrebini, ubriachi fradici – dice Bonadonna – Hanno iniziato a tirare calci sulle vetrine, a prenderle a testate, urlandomi di aprire perché volevano le birre. Avevo paura che sfondassero il vetro».

A quel punto Bonadonna chiama le forze dell’ordine: «Sono rimasto tredici minuti in attesa che mi rispondessero – dice – se fossero entrati, nel frattempo, avrei anche potuto morire». Nel frattempo, a scopo di allontanare il gruppo di stranieri, l’uomo prende in mano un coltello: «Volevo che capissero che potevo difendermi e che si spaventassero – spiega – Non so dove ho trovato il sangue freddo per restare lucido, ma non è più possibile vivere così: questa gente fa paura. Alla fine si sono allontanati da soli, ma bisogna che le autorità preposte facciano qualcosa».

«Se il prefetto non interviene – conclude Bonadonna – Sarò costretto a prendere il porto d’armi per tutelarmi: non posso rischiare la vita per andare a guadagnarmi un pezzo di pane da portare a casa».

[Foto Google maps]