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Piano Strategico di Mandato 2021-2025, Giacchetta (Cna Liguria): «Non è più come prima»

30 settembre 2021 | 16:19
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Piano Strategico di Mandato 2021-2025, Giacchetta (Cna Liguria): «Non è più come prima»
Piano Strategico di Mandato 2021-2025, Giacchetta (Cna Liguria): «Non è più come prima»
Piano Strategico di Mandato 2021-2025, Giacchetta (Cna Liguria): «Non è più come prima»

La relazione di mandato del presidente di Cna Liguria

Genova.«Dobbiamo cogliere l’occasione per cambiare i nostri modelli economici e riorientare il sistema economico in una direzione di maggiore sostenibilità ambientale ed equità sociale. L’ultimo anno e mezzo è stato pesantemente connesso alle difficili fasi della pandemia da Covid-19 e ad un lockdown che, con diverse fasi ed intensità, ha impattato in modo drammatico sull’economia, sul nostro sistema sociale e sulle nostre comunità territoriali. Per questo il nuovo Piano Strategico di Mandato 2021-2025 di CNA assume un doppio significato: non soltanto deve marcare la misura efficace del nostro operare quotidiano in rappresentanza degli interessi degli artigiani, delle piccole e medie imprese e dei professionisti; ma diventa, soprattutto, simbolo della ripartenza dei nostri sistemi economici e, con essi, un rilancio della CNA stessa che deve con coraggio cambiare, saper evolvere e prevedere i nuovi bisogni delle imprese cogliendo tutte le opportunità derivanti da strumenti quali PNRR o altre misure di sostegno all’imprenditoria, per una crescita sostenibile dl punto di vista ambientale ed equa dal punto di vista sociale». Con queste parole il presidente di Cna Liguria Massimo Giacchetta fa il punto sul suo mandato.

La confederazione nazionale dell’Artigianato e piccola e media Impresa della Liguria si conferma prima a livello regionale per consistenza associativa. «Sono lieto di proseguire il mio lavoro alla guida della Confederazione nazionale dell’Artigianato e piccola e media Impresa della Liguria che si conferma come maggiore associazione di rappresentanza per numero di adesioni a livello regionale – dichiara Massimo Giacchetta, presidente Cna Liguria -. Per una ripresa duratura dovremo saper evolvere e prevedere i nuovi bisogni delle imprese cogliendo tutte le opportunità derivanti da strumenti quali PNRR o altre misure di sostegno all’imprenditoria, per una crescita sostenibile dl punto di vista ambientale ed equa dal punto di vista sociale. La svolta green dovrà tenere conto delle piccole imprese che in Liguria costituiscono oltre il 90% del tessuto economico regionale. Proseguirà il nostro impegno a sostegno di battaglie importanti per il territorio ligure. Ricordiamo che Cna Fita Liguria si è da subito costituita parte civile a seguito del crollo del Ponte Morandi per i danni subiti dal settore dell’autotrasporto. Successivamente Cna Liguria, insieme ad altre associazioni, ha costituito il Comitato San Cristoforo per la denuncia della mala gestione da parte di Aspi dei soldi introitati con l’aumento delle tariffe che, invece di essere utilizzati per i lavori di manutenzione, venivano dirottati nelle casse del socio di riferimento».

Massimo Giacchetta

Il progetto per il mandato 2021-2025 di CNA Liguria si articola in priorità e indirizzi:
1 – Necessità di riforme
«Pensando alla fase dopo il Covid, si dovrà per prima cosa tutelare gli imprenditori più indeboliti, tutelando coloro che più di altri sono stati travolti dalla pandemia e far sì che queste difficoltà non diventino insormontabili. Uno strumento fondamentale sarà, ancora, il credito: innanzitutto per permettere alle imprese di rendere sostenibile il debito accumulato durante l’emergenza e, quindi, aiutarle ad agganciarsi solidamente alla ripresa; certamente attraverso i Confidi, ma soprattutto cogliendo tutte le numerose possibilità introdotte in questi tempi per investire e migliorarsi. In un Paese che ha bisogno di riforme, la più urgente è quella fiscale. CNA da qualche anno denuncia gli elevati valori di tassazione che schiacciano le nostre Imprese. È giunto il momento, anche a seguito di questi anni di crisi, di lanciare una sfida alla politica: abbassare il Total Tax Rate del 10% in 5 anni. Veniamo da 13 anni di crisi economica, abbiamo perso oltre 205.000 imprese artigiane, la politica deve dare una risposta finalmente concreta alle nostre grida di allarme e di dolore. Così come per la pressione fiscale, anche per la burocrazia, occorre pretendere che ogni livello istituzionale dia risposte strutturate a tutto ciò che viene denunciato, da anni, dalla nostra associazione: gli adempimenti burocratici che devono rispettare le imprese sono al di fuori di ogni logica. Citando Paola Ficco, in Italia esiste un sistema della macchina pubblica che si alimenta della sua complessità, iperburocratizzato e ipercentrista che enfatizza le procedure e perde di vista il raggiungimento degli obiettivi. Come ha detto il Ministro Cingolani abbiamo un’urgenza formidabile quella dello snellimento e della semplificazione di norme e regole che ci consentano di operare in maniera efficace ed efficiente. Sempre parafrasando Cingolani: la transizione burocratica diventa la premessa di quella ecologica. Bisogna pretendere le soluzioni ponendo degli obiettivi. Non ultima, tra le riforme urgenti e necessarie, è quella della giustizia. Una giustizia che, prima di tutto deve essere più veloce. Ma anche una giustizia in grado di punire chi non rispetta le regole».

2 – La rivoluzione verde deve essere una priorità
«L’economia dei combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti, servono nuovi modelli. “La rivoluzione verde è il nostro compito generazionale, che ci deve unire e incoraggiare. Non si tratta solo di assicurare il benessere della nostra generazione, ma anche quella dei nostri figli e nipoti. Non c’è un compito più grande e più nobile di questo e l’Europa è pronta a guidare”. Così la presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen, presentando il maxi piano FitFor55, che indica gli strumenti per la rivoluzione verde, ovvero ridurre del 55% le emissioni di Co2 entro il 2030, con l’obiettivo finale di azzerarle nel 2050. Nella costruzione di questi nuovi modelli, di un futuro migliore e più solido, tutti devono partecipare, non solo chi governa. La responsabilità per un futuro migliore è di tutti: imprese e società civile innanzitutto. La nostra associazione, in tutto questo, deve avere la capacità di coordinare l’azione di protagonismo delle micro e piccole imprese. Noi crediamo che il territorio debba essere il filo conduttore dei progetti per la ripartenza e per la ricostruzione del nostro Paese e della nostra Regione. Il nostro futuro si costruisce innanzitutto dalla valorizzazione delle caratteristiche e della storia, dalla preservazione e rigenerazione del nostro territorio dalla costa alle valli dell’entroterra. Per valorizzare la nostra Regione e dare un futuro ai suoi cittadini bisogna innanzitutto rivoluzionare la rete infrastrutturale ligure: autostradale, stradale, ferroviaria, marittima. Servono reti infrastrutturali: sicure, affidabili, ecosostenibili. Crediamo in particolare nello sviluppo della mobilità sostenibile delle merci e quindi dei mezzi pesanti con la creazione nell’immediato di una rete di distributori nelle aree portuali, nelle aree di servizio delle autostrade di LNG ed il finanziamento della riconversione delle flotte degli autotrasportatori per garantire la transizione nel futuro all’idrogeno verde prodotto dall’energia solare. La riconversione dei mezzi (furgoni) degli artigiani, anche con il car sharing, con flotte elettriche che possano permettere lo spostamento in maniera smart nelle aree metropolitane e nei centri storici dei Comuni. La sinergia con le aziende di produzione energetica per l’abbassamento del costo della bolletta energetica e contemporaneamente per lo sviluppo di comunità energetiche come modello innovativo per la produzione, la distribuzione ed il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Rafforzamento delle reti infrastrutturali immateriali e cioè delle reti permanenti tecnologiche che permettano ai cittadini e alle imprese, soprattutto le micro e piccole, l’accesso ai servizi e lo sviluppo smart della vita sociale ed economica. La digitalizzazione delle nostre imprese, di tutti i settori, deve diventare un obiettivo della nostra associazione. La rigenerazione del territorio a partire dal costruito con particolare riguardo ai centri storici, con interventi di riqualificazione del patrimonio residenziale e di quello artigianale con la riconversione p.es. dei centri artigianali. La creazione in particolare nel settore dell’edilizia di filiere per il riciclo degli scarti ed il loro riutilizzo negli interventi di riqualificazione. L’incentivazione allo sviluppo di cantieri sostenibili creando la possibilità per le imprese edili ed impiantiste del riammodernamento delle loro attrezzature in senso sostenibile e digitale. L’economia del mare con particolare riguardo ai mestieri del mare con la creazione di poli nei principali centri marittimi in grado di offrire servizi per tutto il Mediterraneo».

3 – Occorre un Europa forte
«Il Next Generation EU ci restituisce un’idea di Europa che guarda al futuro, un’Europa che non lascia indietro nessuno. Il momento storico non ha precedenti per le nostre esperienze, anche in merito alle opportunità da cogliere per contribuire a costruire un’Europa nuova e quindi un Paese nuovo e migliore. Per vivere e fare Impresa in un ecosistema nuovo e migliore, abbiamo bisogno di un’Europa che abbia a cuore la piccola Impresa. Conosciamo la strada che ci attende, perché è già tracciata: transizione ecologica, mobilità sostenibile, digitale ed innovazione. Nel nostro Paese nessuno di questi obiettivi potrà essere raggiunto senza il coinvolgimento delle piccole e medie Imprese. Gli esempi possono essere tanti, ma una cosa è certa: non ci potrà essere una rivoluzione green nel nostro Paese se non saremo in grado di accompagnare gli artigiani nella rivoluzione green. C’è bisogno di un’Europa che combatta l’italian sounding e la delocalizzazione delle attività produttive a favore dei paesi esteri con manodopera a basso costo. Pertanto, è giunto il momento di aumentare e di rendere strutturale l’azione di lobbying di CNA verso i parlamentari italiani nel Parlamento Europeo e di accompagnare in questa azione i nostri Mestieri che troppo spesso si trovano a rincorrere l’adeguamento alle norme europee in un contesto italiano».

4 – Valorizziamo la cultura e il turismo
«Puntiamo sulla creazione di un polo del cinema e dell’audiovisivo che, sfruttando le bellezze caratteristiche del nostro territorio crei una vera produzione ligure nel settore. Incentiviamo uno sviluppo del turismo nella sua complessità come scoperta di un territorio che dà possibilità uniche: dalla costa alla montagna, con attività e produzioni particolari alimentari e non solo. Il rafforzamento e l’ampliamento della filiera dell’alimentare a partire dal recupero delle terre incolte con un’azione sinergica di consolidamento del suolo in modo da prevenire il dissesto idrogeologico (occorre puntare sul rafforzamento di alcune filiere come p.es. quella del basilico pesto-oliva olio). Dobbiamo potenziare le produzioni dell’entroterra anche come elemento di presidio sociale oltre che valorizzazione dei prodotti della nostra Regione. Sviluppare in tutto il territorio il turismo esperienziale come riscoperta delle microimprese del territorio e contemporaneamente di aree non coinvolte dal turismo di massa della costa. Realizzazione di un circuito tra imprese e proprietari che recuperi e valorizzi le seconde case incentivando la riqualificazione delle strutture per il miglioramento dell’offerta turistica».

5 – Consapevoli dell’importanza che rappresenta la sanità
«Tante volte la voce della nostra Associazione, in particolare attraverso CNA Pensionati, ha ammonito la politica sul grave errore commesso nei consistenti tagli alla sanità e nell’idea di sanità basata in prevalenza sull’ospedalizzazione. Oggi, dopo ciò che è accaduto, sembra surreale. Dobbiamo sempre ricordarci di ascoltare i nostri pensionati, veri portatori dei nostri valori. CNA Pensionati è una preziosa e insostituibile risorsa sempre a disposizione del nostro Sistema. In questi mesi abbiamo compreso bene l’importanza degli investimenti nella buona sanità: sulle persone, sulle strutture, sui servizi territoriali. Ma dopo aver messo CNA a servizio dello Stato nel periodo più drammatico dell’emergenza con tanti associati garanti dei servizi essenziali (dalle attività alimentari alla logistica, dagli impiantisti alle attività di servizio) occorre oggi essere altrettanto efficaci nel presidiare e preservare il piano di vaccinazione nazionale, anche mettendoci a disposizione affinché, in tempi certi, tutto il Paese venga messo in sicurezza».

«La CNA che vogliamo è forte, coesa, inclusiva, è più vicina ai giovani e alle donne. CNA, se vuole essere l’associazione delle micro e piccole imprese deve ampliare il suo modo di pensare la rappresentanza. Non possiamo limitare la nostra azione a quello che abbiamo fatto fino ad oggi; dobbiamo obbligare chi governa a considerare che il futuro della nostra Regione va costruito anche con noi. Per questo dobbiamo lanciare una grande campagna di reclutamento rivolta, innanzitutto, ai ceti fragili più colpiti dalla crisi economica derivante dalla pandemia. Mi riferisco ai giovani e alle donne. Se si osserva l’andamento degli associati under 40 di CNA negli ultimi 15 anni è facile comprendere la necessità di una drastica e urgente inversione di tendenza. Oggi più che mai occorre il massimo impegno, su ogni livello associativo, nelle iniziative rivolte a questi mondi: progetti di mentoring, formazione ad hoc erogata tramite Ecipa e CNA Academy, sensibilizzazione sulla trasmissione di impresa e il passaggio generazionale. Più in generale occorre sviluppare una nuova e più sensibile capacità di ascolto di questi segmenti “fragili” e, attraverso il lavoro sinergico di tutta la comunità CNA, ideare nuove soluzioni ai loro bisogni. CNA deve far passare la cultura che il lavoro del futuro è anche un lavoro autonomo, che l’imprenditorialità, e la piccola imprenditorialità sono, come già avvenne nel secondo dopoguerra, elementi essenziali per la ricostruzione del nostro Paese e della nostra Regione. Nonostante le sempre maggiori difficoltà e i repentini cambiamenti legati a logiche di mercato sempre più competitive e globali, restiamo quel pezzo dell’Italia che non si arrende e che vuole guardare al futuro con fiducia. Per farlo torniamo alle nostre origini: ai valori che hanno motivato oltre settant’anni fa gli artigiani e imprenditori a costituire la nostra associazione. Così come recita il nostro statuto ‘i valori distintivi dell’artigianato e delle micro, piccole e medie imprese sono l’autonomia e l’integrazione sociale, l’indipendenza e la competizione, la solidarietà e la cooperazione, la sintesi di imprenditorialità, dedizione, innovatività, creatività e qualità, la collaborazione con il lavoro dipendente, la lealtà, l’onestà, l’integrità morale e le pari opportunità tra uomini e donne’. Cna opera per l’affermazione nella società, nelle istituzioni, nella politica e nello stesso sistema delle imprese, di questi valori che attengono all’impresa, al lavoro, all’economia di mercato. E continueremo a farlo con particolare orgoglio e rinnovata passione» – conclude Massimo Giacchetta.

Ecco i dati relativi la consistenza associativa, nazionale e regionale, di Cna (Fonte INPS).