Dall’inchiesta al ritorno in Comune, seconda ex funzionaria reintegrata

13 settembre 2021 | 10:55
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Dall’inchiesta al ritorno in Comune, seconda ex funzionaria reintegrata

Dal 1° gennaio 2022 torna a Palazzo Bellevue in veste di dirigente l’ex responsabile dell’ufficio appalti Roberta Peluffo

Sanremo. Tornerà a lavorare in municipio, nelle vesti di dirigente comunale, l’ex funzionaria Roberta Peluffo, coinvolta nell’inchiesta della guardia di finanza di Imperia sui “furbetti del cartellino”. Secondo i termini dell’accordo approvato venerdì scorso dalla giunta Biancheri, il reintegro scatterà dal 1° gennaio 2022. All’ex funzionaria spetta il rientro con lo stesso inquadramento contrattuale ricoperto al momento del licenziamento, senza automatico conferimento di incarico.

Con questa riassunzione sono già due i funzionari di Palazzo Bellevue tornati al proprio posto dal febbraio 2016, quando a seguito dell’inchiesta sui cosiddetti “furbetti” scattarono una trentina di licenziamenti. Con la sentenza numero 51 del 2021, il tribunale di Imperia dichiara per Peluffo la nullità del licenziamento, condannando il Comune a reintegrare la funzionaria nel suo posto di lavoro, a pagarle tutti gli stipendi arretrati e al versamento dei relativi contributi previdenziali e assistenziali. Contro il provvedimento del giudice del Lavoro, l’amministrazione civica aveva presentato istanza di sospensione, poi  bocciata.

Così come nel caso della prima ex dipendente riassunta, l’architetto Alessandra Seggi, la giunta Biancheri, – seguita nella gestione di questi contenziosi dallo studio Pizzorzi (avvocato Marco Giannini e Cristina Pizzorni) – , a fronte dell’incertezza sugli esiti della causa di lavoro, ha preferito stringere un accordo che aspettare una sentenza passata in giudicato. A Roberta Peluffo, già assolta in primo grado nel procedimento penale (rito abbreviato), l’amministrazione civica riconoscerà 62 mila euro di danni, pari all’ammontare totale dei contributi persi per via del licenziamento e il pagamento di un contributo di 4 mila euro circa per le spese di lite relative al primo grado di giudizio.