Sanremo, gli anni di podesteria di Pietro Agosti: la relazione storica di Andrea Gandolfo
Fu il primo podestà di Sanremo e l’autore di alcuni tra i più celebri edifici della città come l’Hotel Savoy e l’Hotel de Paris
Sanremo. Lo storico sanremese Andrea Gandolfo propone una trattazione storica sugli anni della podesteria di Pietro Agosti, dal maggio 1927 all’aprile 1930. Pietro Agosti fu il primo podestà di Sanremo, noto ingegnere e architetto, autore di alcuni tra i più celebri edifici della città come l’Hotel Savoy e l’Hotel de Paris, avrebbe retto l’amministrazione comunale per tre anni fino alla sua tragica scomparsa nelle catacombe di San Callisto, a Roma.
Ecco dunque il racconto di Andrea Gandolfo sui tre anni dell’Amministrazione Agosti: «Nel corso del 1926 il regime fascista varò un’importante riforma degli enti locali, che prevedeva l’istituzione dei podestà a capo delle amministrazioni comunali di tutti i Comuni del Regno. Nei primi mesi del 1927 vennero nominati i primi podestà anche nella Riviera di Ponente, tra cui quelli di Imperia, Ventimiglia e Taggia. A Sanremo vi era allora molta attesa per la nomina del podestà anche nella città matuziana, che era stata retta per diversi anni da commissari prefettizi. Verso la fine di febbraio del 1927 giunse finalmente la notizia della nomina a primo podestà di Sanremo dell’ingegnere Pietro Agosti, che era particolarmente conosciuto per aver progettato alcuni tra i più prestigiosi alberghi ed edifici pubblici della città. Il 26 maggio 1927 si tenne quindi la solenne cerimonia di insediamento del podestà Agosti nella sala del Consiglio Comunale del Palazzo Civico di piazza Nota. All’importante appuntamento erano presenti tutte le maggiori autorità civili, militari e religiose della città, tra cui il procuratore del re, il presidente del Tribunale, il comandante del 42° Reggimento di Fanteria, il senatore Domenico Nuvoloni, il presidente dell’Ente Autonomo Natta Soleri, il parroco di San Siro monsignor Giacomo Lombardi, il segretario politico del Fascio Gerolamo Vigo, il preside del Liceo Cassini Salvatore Rossi, il segretario del sindacato dei floricoltori Guido Calvi, il presidente della Federazione Operaia Sanremese Giovanni Battista Vigo, il dottor Andrea Gerbolini e il direttore dell’«Eco della Riviera» Giacomo Gandolfi, oltre a numerosissimi semplici cittadini che affollavano la sala consiliare. Alle 10,20 giunse il prefetto di Imperia generale Umberto Zamboni, accompagnato dal capo di gabinetto e dal questore ricevuti dal commissario prefettizio Zingale e dallo stesso Agosti. Subito dopo prese la parola il commissario Zingale, che tessé l’elogio del nuovo podestà sia come valente ingegnere e architetto che come persona estremamente equilibrata e moralmente integerrima che conosceva profondamente il meccanismo dell’amministrazione pubblica. Seguì poi l’intervento del prefetto Zamboni, che ebbe parole di compiacimento per l’efficacia dell’istituto podestarile e formulò i suoi migliori auguri al nuovo podestà per il delicato incarico che andava ad assumere. Dopo il discorso del prefetto, intervenne allora l’ingegner Agosti, che rivolse il suo primo deferente saluto riconoscente ai caduti sanremesi nella Grande Guerra, passando quindi ad analizzare le vicende che avevano contraddistinto la storia della città fino ad allora, sostenendo con particolare vigore la necessità inderogabile che il «duce» prendesse in considerazione la situazione di Sanremo e di tutta la Riviera di Ponente, che avevano assoluto bisogno di una serie di provvedimenti di carattere tecnico, edilizio, sanitario e turistico in grado di colmare il divario venutosi a creare nei confronti delle vicine città della Costa Azzurra. Alla fine del suo discorso il podestà fu lungamente applaudito da una folla entusiasta. Terminata la cerimonia, Agosti accompagnò il prefetto a visitare i lavori per la costruzione del Pro Infantia e alle 12 offrì un banchetto limitato a pochi conoscenti al Grand Hotel Bellevue. Il programma politico-amministrativo del nuovo podestà, tracciato nel suo discorso di insediamento, prevedeva la realizzazione di una serie di rilevanti opere pubbliche, soprattutto a favore del comparto turistico, sottolineando in particolare, per la prima volta, l’importanza nazionale della questione di Sanremo e dell’intera Riviera di Ponente, che necessitavano urgentemente di interventi straordinari da parte governativa per il loro rilancio economico e turistico.
Già nel primo mese della sua Amministrazione il podestà Agosti predispose una dettagliata relazione sulle necessità urgenti di Sanremo e della Riviera di Ponente, che il 22 giugno 1927 consegnò direttamente a Mussolini, che aveva concesso un colloquio privato ai podestà di Sanremo e Imperia accompagnati dal prefetto della provincia Zamboni. Dopo l’incontro con il capo del governo, durato per oltre un’ora, i partecipanti si dissero pienamente soddisfatti per il grande interesse manifestato dal «duce» per i diversi problemi che gli erano stati sottoposti, tra i quali spiccava il cronico divario nel settore dei servizi e delle attrezzature pubbliche tra la Riviera italiana e quella francese. Intanto si riaffacciava nuovamente la questione della regolamentazione del gioco d’azzardo nelle case da gioco italiane, che fino ad allora lo esercitavano in base ad un status giuridico che di fatto risultava ancora estremamente confuso. L’8 giugno 1926 i senatori Luiggi e Chersich avevano cercato di rimediare a questa anomala situazione presentando al Parlamento una proposta di legge nella quale era previsto che il governo autorizzasse l’esercizio del gioco d’azzardo soltanto in quattro Comuni, sedi di stazioni climatiche di frontiera, che la stessa proposta indicava in Sanremo, presso il confine francese, Abbazia, vicino alla frontiera con la Jugoslavia, Campione d’Italia, che era addirittura un’enclave italiana in territorio svizzero, e Merano, nelle vicinanze della frontiera con l’Austria. Proprio ad Abbazia, cioè una delle località indicate dalla proposta di legge Luiggi-Chersich, si tenne il VI Congresso delle Stazioni di Cura, Soggiorno e Turismo il 25 e 26 settembre 1927, al quale prese parte anche il podestà Agosti, che vi lesse un’importante relazione dal titolo Sullo stato attuale della Liguria Occidentale considerata come località di soggiorno, di cura e di turismo e sulla necessità urgente di speciali provvedimenti per la sua valorizzazione nell’interesse dell’economia nazionale. Con questa relazione il podestà sanremese volle illustrare dettagliatamente tutte le sue proposte per il potenziamento e il miglioramento del sistema delle comunicazioni e delle strutture turistiche e ricettive della Riviera di Ponente, che risultavano particolarmente carenti soprattutto se confrontate con quelle esistenti nella Costa Azzurra. Per quanto concerneva innanzitutto i collegamenti stradali, il podestà di Sanremo osservò come la strada della Cornice fosse rimasta praticamente identica a quella descritta dal dottor Antonio di Ruffini, mentre le strade dell’entroterra necessitavano di interventi urgenti per renderle più agevolmente percorribili dalle automobili. Agosti sottolineò quindi l’esigenza di realizzare al più presto l’elettrificazione della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia nel tratto da Savona al confine francese, l’urgenza dell’entrata in servizio della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia-Sanremo e la costruzione della linea tra Garessio e Imperia per porre in diretta comunicazione la Riviera con il Basso Piemonte e con Torino, e infine la necessità di utilizzare le acque del Tanaro per irrigare le colture floreali impiantate nella provincia di Imperia.
Nell’ultimo capitolo della sua relazione il podestà sanremese elencò i lavori da effettuare a Sanremo nell’arco di cinque o sei anni per una spesa complessiva intorno ai 200 milioni, tra cui i più significativi riguardavano la costruzione della fognatura generale e la copertura dei torrenti, la realizzazione di case per gli operai, il prolungamento di Corso Trento e Trieste e di Corso Umberto, la sistemazione del sottosuolo con un nuovo impianto del gas, l’ampliamento della passeggiata Imperatrice, la costruzione di varie strutture di pubblica utilità, quali il nuovo ospedale civile, nuovi edifici scolastici, il nuovo mercato dei fiori e un nuovo teatro per spettacoli lirici e drammatici, la realizzazione del nuovo cimitero di Valle Armea e varie opere di abbellimento relative ai giardini pubblici, servizi igienici, pavimentazione delle strade e lastricatura dei marciapiedi. L’assemblea approvò quindi all’unanimità la relazione del podestà sanremese, che puntava soprattutto sulla possibilità, fattasi sempre più concreta, che il governo concedesse finalmente la tanto sospirata autorizzazione al Comune di Sanremo per esercitare il gioco d’azzardo nel suo Casinò Municipale. Nel successivo mese di novembre Agosti interpellò nove ditte sottoponendo alle stesse un contratto tipo, in cui si stabiliva che il Comune avrebbe concesso a trattativa privata la locazione e conduzione del Casinò in attesa che il governo permettesse il regolare svolgimento del gioco d’azzardo al suo interno in un regime di piena libertà e legalità. Il 10 dicembre giunse in Comune una formale offerta di gestione della Casa da Gioco sanremese da parte della società Anonima Suvini-Zerboni, amministrata dal grand’ufficiale Giuseppe Paradossi e dal cavaliere napoletano Luigi De Santis. Intorno al 15 dicembre Agosti scrisse a Mussolini per informarlo che egli riteneva una soluzione ideale per risolvere i problemi di bilancio del Comune di Sanremo l’affidamento del Casinò Municipale alla società Suvini-Zerboni di Milano presieduta dal cavalier De Santis, che offriva la somma complessiva di 50 milioni per una concessione di cinque anni, oltre ad un prestito immediato all’Amministrazione comunale ammontante a quattro milioni, che sarebbero stati poi ammortizzati con trattenute sul canone. Il 22 dicembre 1927 venne quindi emanato il regio decreto legge n. 2448 recante provvedimenti a favore del Comune di Sanremo, poi pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 3 gennaio 1928, con il quale il governo, per venire incontro alla necessità di rimpinguare il bilancio Comunale e, più in generale, all’esigenza di rilanciare il settore turistico di tutta la Riviera italiana, allora in concorrenza con la vicina Costa Azzurra, concedeva finalmente al Comune di Sanremo l’autorizzazione a gestire direttamente il suo Casinò Municipale con il relativo gioco d’azzardo. Il 4 gennaio 1928 il ministro dell’Interno ratificò quindi con un proprio decreto, rendendola esecutoria, la convenzione tra il Comune e la concessionaria presieduta da De Santis, alla quale venne affidata ufficialmente la gestione del Casinò con una deliberazione comunale emanata dal podestà Agosti, assistito dal segretario generale Edoardo Scarella, il 14 gennaio successivo. La nuova concessionaria, che iniziò la sua attività il 21 gennaio 1928, aveva assunto la denominazione di società anonima Casinò Municipale di Sanremo con sede legale a Roma e risultava diretta da Luigi De Santis, in qualità di amministratore unico, Augusto Nasuelli come direttore amministrativo, Enrico Santoro nelle vesti di amministratore legale, Giuseppe Paradossi della Società Suvini-Zerboni di Milano come direttore artistico e infine Marco Spaini nelle funzioni di esperto dei giochi.
Nel corso della sua attività amministrativa il podestà Agosti assunse anche una serie di importanti iniziative volte alla riorganizzazione degli enti comunali e al miglioramento della qualità dei servizi che questi erano in grado di offrire alla cittadinanza. Tra i principali provvedimenti di Agosti si possono ricordare la costituzione della Commissione annonaria, presieduta dal suo vice Ernesto Parodi, della Commissione teatrale, incaricata di gestire il Teatro Principe Amedeo, l’approvazione delle nuove procedure sulle contravvenzioni ai regolamenti comunali, l’introduzione della soprattassa dello 0,50% sul reddito derivante dall’esercizio del commercio, industria, arti e professioni, l’istituzione della tassa sul valore locativo destinata ai non residenti che disponevano di un’abitazione in città, e l’approvazione delle nuove tariffe dell’acqua e della luce somministrate dall’Amaie, del Testo Unico della nuova tariffa del dazio di consumo, e del nuovo regolamento del Mercato dei fiori, dell’Azienda Autonoma Municipalizzata Acquedotto ed Impianto Elettrico, della Polizia Municipale e dei Pompieri, allora dipendenti dal Comune. L’attività di Agosti si indirizzò anche verso l’ulteriore potenziamento delle strutture turistiche e ricreative cittadine, come è dimostrato dall’acquisto della proprietà della famiglia Ormond nel febbraio 1928 per dotare finalmente la città di un vasto parco giardino pubblico, che avrebbe costituito un’indispensabile attrattiva per i forestieri che si recavano in villeggiatura a Sanremo. L’acquisto della proprietà Ormond, formalizzato con una delibera del 16 febbraio del ’28, venne finanziato con la somma di quattro milioni, che, in base ad una clausola del contratto stipulato con la concessionaria del Casinò, quest’ultima avrebbe trattenuto in dodici rate bimestrali dall’ammontare del canone di locazione del Casinò stesso e versato quindi, con l’interesse dell’1% in più di quello praticato dalla Banca d’Italia per le anticipazioni sui titoli, nelle casse del Comune. Nello stesso mese di febbraio 1928 il governo decise l’aggregazione del paese di Bussana al Comune di Sanremo, nell’ambito di una più vasta operazione di riorganizzazione amministrativa, che prevedeva l’aggregazione di numerosi Comuni del Regno con altri di maggiori dimensioni, tra i quali si registrò in provincia di Imperia quella di Coldirodi con Ospedaletti. La decisione di unire Bussana a Sanremo era stata tuttavia già presa dalla Prefettura di Imperia il 5 settembre 1927 dopo un attento studio delle condizioni economiche, finanziarie, topografiche ed etnografiche del paese. Pochi mesi dopo il regio decreto n. 453 del 19 febbraio 1928 sancì ufficialmente l’avvenuta aggregazione, nonostante che a questa si fossero strenuamente opposti sia gli abitanti di Bussana che il podestà di Sanremo Agosti. Il 10 aprile successivo venne infine redatto l’atto ufficiale dell’unione tra i due Comuni durante una cerimonia tenuta nel Palazzo Comunale sanremese, nel corso della quale il podestà bussanese Romano Lupi consegnò l’amministrazione del suo Comune al podestà di Sanremo. Dopo l’aggregazione, l’Amministrazione comunale di Sanremo avrebbe quindi continuato ad interessarsi delle sorti di Bussana, stanziando la somma di 936.000 lire per il completamento delle principali opere pubbliche della sua nuova frazione.
L’Amministrazione Agosti fu inoltre particolarmente attiva nel settore delle manifestazioni turistiche e sportive, che costituivano uno dei principali fiori all’occhiello della città in Italia e all’estero. Per la stagione 1928/29, ad esempio, la Giunta Agosti predispose un calendario di manifestazioni diviso in quattro periodi: feste di Natale e Capodanno, feste di Carnevale, feste di Quaresima e feste di Pasqua. Fuori di tali periodi erano poi previsti il 1° Rally Internazionale di Sanremo del 10 e 11 novembre 1928, le feste sportive a mare e i fuochi artificiali di Ferragosto. Un notevole successo di pubblico registrarono in particolare il Corso Carnevalesco del febbraio ’29 con la Battaglia dei Fiori, la stagione lirica e concertistica al Casinò, quella teatrale e di rivista al Teatro Principe Amedeo con la partecipazione di Dina Galli e delle sorelle Irma ed Emma Grammatica, il concorso ippico internazionale di Pasqua sul campo corse di Arma di Taggia alla presenza della principessa Iolanda di Savoia e del suo consorte tenente colonnello Carlo Calvi di Bergolo, le gare internazionali di tennis al Circolo del Tennis, e la festa di Flora. Agosti rivolse inoltre particolare attenzione alla realizzazione di alcune attrezzature turistiche e sportive, considerate molto importanti per il rilancio turistico della città. Tra queste spiccavano il progetto per la costruzione di un campo da golf di 18 buche, predisposto dall’architetto inglese Peter Gannon e approvato dalla Giunta Comunale il 21 gennaio 1929 per una spesa di tre milioni, con relativa autorizzazione all’esproprio dei terreni sulla sponda sinistra del torrente San Romolo della superficie di 393.496 metri quadrati e l’indizione di una gara a licitazione privata per l’aggiudicazione dell’appalto della nuova struttura, che sarebbe stata quindi inaugurata il 21 febbraio 1932 alla presenza del regio commissario del Turismo Fulvio Suvich; l’incarico conferito all’ingegner Domenico Parodi di realizzare un impianto sportivo in regione Banchette, poi inaugurato nel marzo 1932 con il nome di Campo Polisportivo del Littorio, e il mandato affidato alla Compagnia Italiana Elettro-Funivie di Bologna per la costruzione di una funivia da Sanremo a Monte Bignone. L’Amministrazione Agosti realizzò anche importanti opere pubbliche, quali la copertura del torrente San Francesco tra piazza Colombo e via Roma con la costruzione di una strada, denominata via Crispi, oggi via Asquasciati, la costruzione di via Fiume, ora via Nobel, tra corso Cavallotti e la passeggiata Trento e Trieste, con gli annessi giardini pubblici nell’area circostante Villa Ormond, l’allargamento di 11 metri della strada Aurelia tra Sanremo e Ospedaletti, la copertura del torrente Foce nell’omonimo quartiere con la creazione di un giardino pubblico, e l’inaugurazione della nuova centrale telefonica automatica della TE.TI situata in un palazzo in fondo a via Carli.
Il podestà Agosti affrontò anche il problema della costruzione del nuovo ospedale civile attraverso una serie di delibere assunte tra il 4 marzo e l’11 aprile 1929. In base a queste delibere, la Congregazione di Carità, che gestiva il vecchio ospedale collocato nell’edificio di proprietà dell’Ordine Mauriziano, si impegnò a costruire un nuovo ospedale secondo un progetto di massima redatto dallo stesso Agosti per una spesa complessiva di otto milioni, e ad acquistare dal Gran Magistero dell’Ordine Mauriziano il fabbricato adibito ad ospedale per la somma di 750.000 lire, mentre il Comune di Sanremo, per parte sua, si obbligò a versare subito la somma di 300.000 lire e ad erogare in seguito il denaro mancante fino al raggiungimento del fabbisogno totale e a comprare dalla stessa Congregazione la caserma De Sonnaz al prezzo di 608.115,17 lire. Nel dicembre 1928 intanto una legge costituzionale aveva trasformato il Gran Consiglio del Fascismo in un organo dello Stato dotato di ampi poteri e di vari incarichi, tra cui quello di designare i 400 candidati per la Camera dei deputati, che era di fatto trasformata in un organismo meramente consultivo formato da membri indicati dalle confederazioni del lavoro e dai datori di lavoro. Nel marzo 1929 si tennero per la prima volta le elezioni della nuova Camera, che in pratica erano una specie di plebiscito su cui gli elettori dovevano pronunciarsi con un “sì” o con un “no”. A Sanremo, su 4.918 votanti, si ebbero 4.815 “sì” e soltanto 91 “no”, determinando quindi una schiacciante vittoria per la lista governativa, che peraltro ottenne risultati simili in tutta Italia. Per la provincia di Imperia risultò eletto il commerciante di olio di Imperia Pietro Salvo, che era stato indicato al governo dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori imperiesi. Dopo due anni e mezzo dal suo insediamento, il podestà Agosti, grazie alla sua intensa attività amministrativa, aveva inoltre acquistato una larga popolarità, irrobustita anche dalle sue indiscutibili qualità morali e professionali. Ma proprio questo successo iniziò a infastidire profondamente diversi notabili cittadini, soprattutto per il fatto che il podestà non era certo immune dalle pressioni e dalle richiese di favori e riguardi che gli giungevano quotidianamente da più parti. Ad aggravare la situazione contribuirono inoltre alcuni atteggiamenti assunti da Agosti e giudicati discutibili, come il fatto che il progetto per il nuovo ospedale fosse stato firmato dal podestà, sul quale non mancavano voci che lo dicevano personalmente interessato all’iniziativa, e le richieste di offerte da lui avanzate per il completamento dell’edificio destinato ad accogliere il Pro-Infantia. Sul podestà cominciarono allora ad abbattersi un gran numero di lettere anonime indirizzate a Mussolini, ai ministri, a dirigenti locali e nazionali del Pnf, al prefetto di Imperia ed altre autorità del circondario sanremese. Si trattò di una vera e propria campagna denigratoria, in cui le accuse di corruzione si mescolavano ad informazioni assolutamente irrilevanti, che venivano fornite per dare una parvenza di credibilità alle diffamazioni, tra le quali non mancò neppure quella di omosessualità, ritenuta allora una colpa gravissima.
Nell’ultimo periodo del suo mandato il podestà Agosti ricevette tuttavia anche un riconoscimento ufficiale della sua attività amministrativa tramite il conferimento di una medaglia d’oro, che gli venne consegnata il 19 gennaio 1930 nel corso di una solenne cerimonia tenutasi nell’aula consiliare del Palazzo Comunale. Alla cerimonia presero parte tutte le personalità più in vista del mondo politico ed economico cittadino, tra cui il procuratore del re, il presidente del Tribunale, i comandanti del Distretto militare e del 42° Reggimento di fanteria, il vice podestà Ernesto Parodi, che aveva assunto nel 1929 la carica di commissario straordinario del Fascio di Sanremo in sostituzione del segretario politico uscente Gerolamo Vigo, i rappresentanti della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, dell’Opera Nazionale Balilla e del Comitato dei Fasci Femminili, i direttori delle banche e i presidi degli istituti scolastici cittadini. Alle 11 di mattina Agosti fece il suo ingresso nell’aula consiliare, dove fu accolto dal segretario generale del Comune Edoardo Scarella, dal vice podestà Parodi e dal consultore Antonio Fabiani, che, dopo aver pronunciato alcune parole di elogio per il podestà sanremese, gli appuntò sul petto la medaglia d’oro recante l’effige del Sovrano sul recto, mentre sul verso era riportata la seguente dedica: «Al Benemerito / Primo Podestà di Sanremo / Grand’Uff. Prof. Ing. / Pietro Agosti / con deferenza ed affetto / la Cittadinanza / 19 Gennaio 1930». Seguì poi un discorso di Agosti, nel quale il podestà esprimeva tutta la sua soddisfazione per l’alta onorificenza conferitagli, rivolgeva un caldo apprezzamento al vice podestà Parodi per la sua preziosa collaborazione e ringraziava infine i consultori, le autorità civili, militari ed ecclesiastiche, la Congregazione di Carità, i membri delle aziende e delle associazioni cittadine, il segretario generale del Comune, i capi ufficio e tutti i dipendenti municipali. Alle 12,30 si tenne un grandioso banchetto nel salone d’inverno del Casinò in onore del podestà, al quale presero parte circa 400 persone in rappresentanza di tutte le famiglie della città.
Dopo questa cerimonia il podestà Agosti continuò alacremente a svolgere un’intensa attività amministrativa, come attestato dalla convenzione deliberata il 1° febbraio 1930 con la società concessionaria del Casinò che si impegnava a costruire sul terreno di proprietà comunale in regione Solaro della superficie di 36.100 metri quadrati un campo sportivo destinato all’ippica, al tiro a volo e ad eventuali altri sport, e da un’altra convenzione, stipulata lo stesso giorno con la Compagnia Italiana Elettro Funivie per l’impianto e l’esercizio della funivia Sanremo-Monte Bignone. Le importanti realizzazioni dell’Amministrazione Agosti furono anche ricordate, nel corso della cerimonia tenutasi al Cinema Centrale il 23 marzo 1930 in occasione dell’undicesimo annuale della fondazione dei fasci, dal vice podestà Parodi; nel suo discorso, Parodi, che nel frattempo aveva anche assunto l’incarico di segretario politico del Fascio cittadino, fece un rapido resoconto delle opere pubbliche deliberate nell’anno, tra cui spiccavano il prolungamento del corso Umberto I, l’ampliamento delle Celle Beccari in Valle Armea per lo smaltimento dei rifiuti urbani, la costruzione di un nuovo cimitero nella stessa Valle Armea con relativa strada di accesso, la costruzione del campo polisportivo e degli edifici scolastici di Bussana e Poggio e il potenziamento dell’acquedotto derivato dalle sorgenti di Argallo e Vignai. Alla cerimonia del Cinema Centrale non prese tuttavia parte il podestà, che era assente in quanto stava viaggiando verso Roma, dove aveva chiesto un colloquio con il sottosegretario all’Interno Leandro Arpinati e con lo stesso Mussolini. Intanto continuava a Sanremo la campagna denigratoria nei confronti di Agosti, orchestrata in particolare dall’ex sindaco della città Carlo Bensa e dal senatore Domenico Nuvoloni, che avrebbero voluto a tutti i costi far cadere il podestà, il quale, messo al corrente di questi tentativi di destituirlo, tentò disperatamente di evitare l’oltraggio di un provvedimento di sospensione dall’incarico un anno prima della scadenza naturale del mandato. Lo scopo principale del suo viaggio nella capitale era dunque quello di avere un colloquio chiarificatore con il «duce» sulla situazione venutasi a creare a Sanremo. Preso alloggio in un albergo, Agosti aspettò quindi per tre giorni di essere convocato dal capo del governo.
Il 28 aprile venne finalmente ricevuto dal sottosegretario all’Interno Arpinati, che lo rassicurò vagamente sull’appoggio del governo senza tuttavia assumersi impegni precisi. Il podestà sanremese passò ancora una notte in albergo con l’animo scosso e tormentato, non riuscendo a sopportare l’idea di rientrare a Sanremo ed essere esposto al pubblico ludibrio. La mattina del 29 aprile Agosti scrisse quindi un’accorata lettera al fratello Roberto per informarlo della sua decisione di togliersi la vita, non potendo subire l’onta di tornare a Sanremo con il timore di dover soggiacere alla scottante umiliazione di una probabile destituzione. Lasciato l’albergo, il podestà si recò allora presso le Catacombe di San Callisto e alle 18 di quello stesso 29 aprile si suicidò sparandosi un colpo di rivoltella in bocca. Nella notte dello stesso 29 aprile la notizia del suicidio di Agosti giunse a Sanremo, dove venne accolta tra l’incredulità, lo sgomento e il dolore generali. Nella mattinata del 30 aprile il vice podestà Parodi deliberò di assumere a carico del Comune tutte le spese per tributare dei solenni funerali al primo podestà della città, e di inviare una delegazione ufficiale a Roma, ordinando nello stesso tempo di parare a lutto l’ufficio del podestà e di trasformare la sala consiliare di Palazzo Nota in camera ardente. Il 1° maggio la Pretura di Roma autorizzava i funerali, che si svolsero nella capitale alle 17,30 del giorno successivo. Alla cerimonia presenziarono il fratello del defunto, Roberto, Giovanni Moraglia, membro della Consulta Comunale, Gerolamo Vigo e Jean Bertrand per il Fascio di Sanremo, Gerolamo Marazzano per l’Ente Autonomo, Gajani per gli albergatori, il presidente dell’AAMAIE Bernardo Calvo e una delegazione di dipendenti comunali, della polizia municipale e dei pompieri. Al funerale romano di Agosti erano inoltre presenti rappresentanti del governo, del ministero dell’Interno, della Direzione generale di Pubblica Sicurezza, oltre al marchese Borea d’Olmo, il deputato di Imperia Salvo, il podestà di Imperia Stoppani, il console della Milizia Rocca, il maestro Marinuzzi, e vari membri delle Forze armate e di numerosi amministrazioni statali.
La salma venne quindi inviata a Sanremo con il treno in partenza dalla capitale alle 23 del 2 maggio. Alla stazione di Albenga, la mattina successiva, erano già arrivati il vice podestà Parodi e il segretario generale del Comune Scarella, che accompagnarono poi il feretro fino alla stazione di Sanremo, dove giunse alle 13 e 40 del 3 maggio. Intanto un apposito comitato per le onoranze funebri al podestà estinto, presieduto dal vice podestà Parodi, comunicò alla cittadinanza il programma del solenne funerale, che si sarebbe tenuto il giorno successivo. All’alba di domenica 4 maggio 1930 tutta la città era mobilitata per rendere l’ultimo omaggio al suo podestà. Alle 9,25 la salma di Agosti lasciava la stazione ferroviaria e si recava verso la chiesa di Santa Maria degli Angeli accompagnata da un imponente corteo formato da delegati di tutte le associazioni cittadine, agenti di polizia municipale e vigili del fuoco in alta uniforme, studenti e insegnanti di tutte le scuole, gruppi giovanili organizzati dal Fascio e tutti i parroci e i sacerdoti della città guidati da don Gamalero in rappresentanza del vescovo di Ventimiglia Daffra, indisposto a causa di una grave malattia. Ai funerali erano inoltre presenti le massime autorità civili e militari della città e della provincia, tra cui tutti i dirigenti locali e provinciali del Fascio, i magistrati, i comandanti dei presidi, i podestà di quasi tutti i Comuni e i rappresentanti delle corporazioni e dei sindacati. Dopo la messa funebre, il corteo attraversò quindi via Vittorio Emanuele e raggiunse la spianta antistante l’ex albergo Quisisana alla Foce, dove il feretro venne posto su una carrozza della linea tramviaria messa a disposizione dalla Stel per consentirne il trasferimento nel cimitero di Ospedaletti. Dopo una breve cerimonia nel cimitero di Ospedaletti, nel corso della quale presero la parola il commissario prefettizio della cittadina Giovanni Roncarolo e il vice podestà Parodi, la salma di Agosti venne infine inumata nel sepolcreto di famiglia».
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