Sanremo, gli anni di podesteria di Giovanni Guidi: la relazione storica di Andrea Gandolfo
Negli anni del suo mandato furono realizzate numerose opere pubbliche, come la funivia Sanremo-Monte Bignone e l’ospedale civile
Sanremo. Lo storico sanremese Andrea Gandolfo propone una relazione storica sugli anni della podesteria di Sanremo di Giovanni Guidi dal 1933 al 1939. Furono anni molti densi di grandi avvenimenti storici, mentre, sul piano locale, non mancarono importanti fatti come, solo per citarne alcuni, la costruzione della funivia Sanremo-Monte Bignone e la realizzazione del nuovo ospedale civile.
Ecco dunque il racconto di Andrea Gandolfo sugli anni della podesteria Guidi: «Scorrendo la lista dei nomi dei vari uomini politici locali che si sono succeduti alla guida dell’Amministrazione comunale di Sanremo nel corso del secolo scorso, tra quelli che ressero le sorti del nostro Municipio durante il periodo fascista, riveste senza dubbio particolare interesse per larghezza di vedute e fine sensibilità verso i problemi cittadini, la figura del sanremese Giovanni Guidi, che tenne la carica di podestà in pieno regime fascista dall’ottobre del 1933 al dicembre del 1939.
Guidi era nato a Sanremo il 2 marzo 1903 da padre sanremese e madre imperiese, appartenenti ad una nota famiglia della borghesia imprenditoriale matuziana. Dopo aver frequentato il Liceo Classico “G.D. Cassini”, si laureò in Giurisprudenza all’Università di Genova nel 1925. Terminati gli studi, Guidi, chiamato “Jean” dagli amici, entrò subito negli ambienti più esclusivi e raffinati della mondanità sanremese, nella quale seppe conquistarsi numerose e altolocate amicizie distinguendosi per buona educazione, indole benevola e spirito generoso e tollerante, che sarebbero sempre rimaste caratteristiche peculiari della sua personalità, non soltanto a livello politico, tanto da essere considerato un autentico liberale, sebbene fosse apertamente schierato a favore del fascismo. Per questi motivi, e forse anche per fare strada ai giovani, secondo una linea politica cara alla propaganda dell’epoca, il 7 ottobre 1933 Guidi, che aveva allora appena trent’anni, venne nominato dal Governo nuovo podestà di Sanremo, ponendo così fine a più di tre anni di amministrazione commissariale del Comune, che era seguita alla tragica scomparsa del podestà Agoti nell’aprile del 1930 ed era stata affidata ai commissari prefettizi Giulio Alliaudi, Manlio Pozzi e Michele De Masellis.
Alla notizia della sua nomina alla guida dell’Amministrazione municipale, la cittadinanza manifestò tuttavia una certa perplessità, dovuta probabilmente alla giovane età del nuovo podestà, che, per quanto fosse noto e stimato per la sua preparazione e la sua intelligenza, si pensava fosse ancora inesperto per amministrare una città della grandezza e importanza di Sanremo. Appena assunta la carica podestarile, Guidi, che aveva deciso di occuparsi soprattutto di turismo, propose quindi al ministro dell’Interno di nominare vice podestà il cavalier Domenico Aicardi, personaggio di grande rilievo nel settore della floricoltura sanremese, che fu scelto proprio per occuparsi personalmente dei complessi problemi del comparto floricolo, tra i quali la gestione del Mercato dei fiori, l’irrigazione dei campi e delle serre, il prezzo dell’acqua, la lotta antiparassitaria e l’impatto della floricoltura con l’ambiente circostante. Insieme ad Aicardi entrarono nella nuova amministrazione anche diciassette consultori scelti da Guidi in base alla loro preparazione politica ed amministrativa. Poco tempo dopo, tuttavia, Aicardi sarebbe stato sostituito dal dottor Francesco Savio Panizzi, mentre Armando Anselmi assumeva la carica di segretario di gabinetto del nuovo podestà. Qualche giorno prima della nomina di Guidi era anche cambiato il direttivo della segreteria politica del Fascio matuziano, al cui vertice si insediò allora il professor Giuseppe Delfanti. Varata la nuova dirigenza, Guidi si prefisse innanzitutto, di riprendere, nei limiti del possibile e delle mutate condizioni politiche, sociali ed economiche della città, l’ambizioso quanto impegnativo programma del podestà Agosti, con l’obiettivo di completarlo ed integrarlo adeguatamente attraverso la realizzazione di infrastrutture urbanistiche assolutamente prioritarie per il rilancio del turismo sanremese, che avrebbe dovuto avvantaggiarsi anche da opportune iniziative di matrice culturale.
Nell’ambito dell’intensa attività urbanistica della Giunta Guidi furono realizzate numerose opere pubbliche, tra le quali si possono ricordare la sistemazione definitiva del campo ippico del Solaro e quella del campo di tiro al piccione di Pian di Poma, il completamento delle vie Manzoni e Asquasciati, la costruzione di scuole periferiche e di frazione, la realizzazione di grandi serbatoi per l’acqua potabile, l’ampliamento di corso Imperatrice con la totale o parziale demolizione di vari edifici prospicienti la strada, come il “Tea Room Alexandra” e un’ala lunga quattro metri del Palazzo Riviera, l’allargamento di via Nino Bixio, la costruzione di via Malta (l’attuale via Fiume), la sistemazione dei giardini sud del Parco Ormond, la costruzione del belvedere della Madonna della Guardia, la sistemazione dell’area attorno al Forte di Santa Tecla, con conseguente demolizione di alcune case fatiscenti, oltre a varie catapecchie e hangars, la ripavimentazione di via Vittorio Emanuele e di corso Imperatrice, la costruzione delle strade di Bonmoschetto e di San Giovanni, e delle carrozzabili San Giacomo – San Bartolomeo e Magnan – Villetta, che avrebbero dovuto congiungersi con gli abitati di Coldirodi e Bussana. Oltre a queste opere di grande rilevanza per il riassetto urbanistico della città, l’Amministrazione Guidi assunse altre importanti iniziative, quali l’avvio dei lavori per il nuovo cimitero di Valle Armea, previsti in base ad un progetto redatto dall’architetto Silvio Gabbrielli e appaltati alla ditta Massa, la costruzione del nuovo Palazzo delle Poste e dello stabilimento balneare Morgana, l’attivazione di un moderno servizio urbano di filobus in sostituzione dei tranvai, la realizzazione di scogliere e pennelli nel tratto di mare antistante corso Imperatrice, la destinazione dell’ex pastificio Bianchi, acquistato per la somma di 950.000 lire, a nuova Casa del Littorio, che sarebbe stata poi occupata da una delegazione della Gioventù italiana del Littorio, un reparto di Vigili del Fuoco, uno della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale e vari uffici del Partito nazionale fascista, e infine la copertura del torrente San Romolo nel tratto tra via Roma e corso Carlo Alberto, che avrebbe permesso, oltre a dotare la città di una nuova arteria stradale, l’odierna via Helsinore, di collegare il corso Marina alla centrale via Roma.
Nell’ottica della politica culturale intrapresa dalla sua giunta, Guidi assunse anche l’iniziativa di dotare la città di un’importante istituzione musicale, l’Orchestra Sinfonica Municipale, che venne fondata nel dicembre 1933 su diretto interessamento dello stesso Guidi, e che sarebbe diventata una delle più celebri e prestigiose orchestre italiane. Il 25 marzo dell’anno successivo si tennero invece le elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati, o meglio, come si chiamavano allora, consiglieri nazionali, scelti direttamente dal Gran Consiglio del Fascismo su indicazione delle confederazioni del lavoro e dei datori di lavoro di tutte le province. Com’era ampiamente prevedibile, la lista governativa ottenne una larghissima maggioranza, pari addirittura al 99,85% dei consensi contro l’appena 0,15% dei voti contrari. Nella nostra provincia, in cui i “sì” ammontarono a 43.423 contro soltanto 70 “no”, risultarono eletti l’esponente del Fascio di Sanremo Ernesto Parodi e lo stesso podestà Guidi, che avrebbe quindi difeso a livello governativo, in qualità di consigliere nazionale, fino alla scadenza del mandato nel 1939, gli interessi turistici ed economici della nostra città. Per celebrare adeguatamente la “grande” vittoria conseguita, venne inoltre inaugurata la Casa del Fascio sanremese al primo piano del Palazzo delle scuole in via Manzoni. Poche settimane dopo le elezioni plebiscitarie, sul fronte della gestione del Casinò, l’assemblea generale ordinaria e straordinaria della Società Anonima Casinò Municipale, riunitasi il 14 aprile 1934 presso la sua sede amministrativa di Sanremo, decise di cambiare la propria denominazione sociale in quella di Società Anonima Iniziative Turistiche (SAIT), che sarebbe rimasta sotto la direzione del cavalier Luigi De Santis, nominato per l’occasione anche Grand’Ufficiale. Trascorsi però pochi mesi dal varo della nuova concessionaria, De Santis, dopo aver predisposto il programma degli avvenimenti artistici e mondani del Casinò per l’anno 1935, morì in una clinica di Lugano il 31 ottobre 1934. Per alcuni mesi la Casa da Gioco matuziana sarebbe stata allora gestita provvisoriamente dalla moglie del defunto concessionario Maria Strambini, unica erede delle azioni della SAIT già appartenute al marito, la quale, però, nel gennaio 1935, cedette tutto il suo pacchetto azionario al cavaliere di Gran Croce Angelo Belloni, che assunse quindi la direzione del Casinò in qualità di presidente del nuovo Consiglio d’amministrazione della società concessionaria.
Nel corso del 1934 venne anche inaugurata la nuova sede delle scuole elementari cittadine nel grandioso edificio di via Volta, capace di ospitare ben 1.600 alunni, alla presenza del podestà e delle altre massime autorità cittadine, che avevano voluto fortemente l’importante costruzione, considerata un vero e proprio fiore all’occhiello dell’Amministrazione Guidi e del regime fascista. Nel dicembre 1935 anche a Sanremo venne celebrata la Giornata della Fede, dedicata all’offerta alla Patria dell’anello nuziale, i cui proventi sarebbero stati destinati al finanziamento delle spese militari per la guerra d’Etiopia, iniziata tre mesi prima. La cerimonia si tenne nel Mercato dei fiori di piazza Colombo davanti alle più alte autorità civili, militari e religiose della città; al termine della cerimonia, furono raccolti ben cinquanta chilogrammi di fedi d’oro, che si andavano ad aggiungere ai cento raccolti negli altri comuni della provincia di Imperia. Sempre nel dicembre del 1935 alcuni reparti del 42° Reggimento di fanteria, di stanza a Sanremo, partirono in treno alla volta di Genova, per imbarcarsi là su una nave diretta in Africa Orientale, dove avrebbero partecipato, insieme agli altri reparti dell’Esercito, alle operazioni militari in Etiopia. Dopo alcuni mesi di durissimi combattimenti, le nostre truppe riuscirono infine ad avere ragione delle ultime resistenze etiopiche, entrando, il 5 maggio 1936, nella capitale Addis Abeba. Quattro giorni dopo Mussolini poté quindi proclamare al paese, dal balcone di Palazzo Venezia, la nascita dell’Impero italiano in Etiopia. A Sanremo il discorso del “duce” fu ascoltato da una grande folla riunitasi per l’occasione sotto le arcate del Mercato dei fiori, dove erano stati collocati dei potenti altoparlanti per diffondere l’allocuzione mussoliniana, accolta con particolare entusiasmo dai cittadini sanremesi accorsi in piazza Colombo.
Pochi mesi dopo, in occasione del 14° anniversario della “marcia su Roma”, il 28 ottobre 1936, venne inaugurata un’altra opera pubblica patrocinata dalla Giunta Guidi, la funivia Sanremo-Monte Bignone, presente tra le altre autorità anche il sottosegretario alle Comunicazioni Giovanni Host Venturi; ultimata la messa in stato di sicurezza dell’impianto, la funivia avrebbe quindi iniziato il suo servizio regolare il 1° luglio 1937. Il 2 dicembre 1936 l’Amministrazione Guidi aveva intanto stipulato un contratto con l’impresa Riccardo Parodi di Genova, poi ratificato dal ministero dei Lavori pubblici con decreto n. 1726 del 30 marzo 1937, che prevedeva la rapida realizzazione di una serie di lavori nell’area portuale per un importo di 967.230 lire, finalizzati all’allargamento del piazzale situato nella zona nord del porto, alla costruzione di una solida arginatura del torrente San Francesco e al prolungamento della banchina d’onore antistante la Capitaneria di Porto, denominata allora comunemente la “banchina dei panfili”. Durante il mandato di Guidi giunsero inoltre a Sanremo numerosi gerarchi fascisti, tra i quali spiccano i nomi del conte Galeazzo Ciano, genero di Mussolini e ministro degli Esteri dal 1936 al 1943, e del segretario generale del Pnf Achille Starace. Il primo arrivò in città nel febbraio del 1937 per fare da testimone alle nozze del figlio del maresciallo Badoglio con la primogenita del senatore Rota, che allora abitava a Villa Agnese in zona Solaro; per il soggiorno sanremese del ministro Ciano, Guidi predispose al solito una fastosa accoglienza, culminata in occasione del discorso tenuto dal genero del “duce” ai giovani sanremesi nell’ampio piazzale antistante il Mercato dei fiori. Il secondo giunse invece nel 1938, ricevuto dalle più alte autorità cittadine con in testa Guidi, insieme ad una folta rappresentanza di massaie rurali matuziane vestite con i loro tradizionali costumi, al ritorno dalla cerimonia di inaugurazione del nuovo Municipio di Imperia. Nella nostra città il segretario del Pnf visitò il padiglione di Villa Ormond, che allora ospitava i Premi Sanremo, e presenziò all’inizio dei lavori per la ristrutturazione della Casa del Littorio nell’ex mulino Bianchi, proseguendo subito dopo per Ventimiglia, dove concluse la sua visita ufficiale in provincia di Imperia.
Per quanto concerne l’andamento finanziario della Casa da Gioco nel corso del 1938 assume particolare rilievo la decisione della concessionaria del Casinò di aumentare il suo capitale sociale, che passò da 10 a 15 milioni, e di appaltare la gestione di una terza Casa da Gioco, il Casinò delle Rose nell’isola di Rodi, dove si trasferirono numerosi impiegati del Casinò matuziano alla ricerca di nuove e stimolanti esperienze lavorative. Ai primi di marzo dell’anno successivo giunse a Sanremo per un breve soggiorno un altro illustre personaggio del tempo, il feldmaresciallo tedesco e notissimo gerarca nazista Hermann Göring, che ricopriva allora l’alta carica di presidente del Reichstag, il Parlamento del Terzo Reich hitleriano. Nel corso della sua permanenza nella nostra città, dove alloggiò al lussuoso Hotel Royal, il gerarca nazista, che era accompagnato tra gli altri dalla moglie Emmy, dalla nipote Ellen Sonnemann e dall’obersteleutenant Paul Conrath, visitò il Casinò, fece una rapida puntata a San Romolo con la funivia, passeggiò per il centro storico, partecipando anche ad una festa per il compleanno della moglie Emmy tenutasi il 26 marzo nel Salone delle feste del Casinò. Durante la visita di Göring a Sanremo si ebbe anche un cambio della guardia alla segreteria politica del Fascio sanremese, al cui vertice Giuseppe Delfanti venne sostituito dal nuovo segretario Carlo Castiglia. Intanto cominciavano a soffiare anche in Italia i venti dell’ormai imminente conflagrazione mondiale, che di lì a pochi mesi avrebbe coinvolto l’intero continente europeo, tanto che pure a Sanremo l’Amministrazione Guidi iniziò a predisporre le prime misure per assicurare un’adeguata protezione alla popolazione civile in caso di attacchi aerei. Nello stesso torno di tempo Guidi affidò all’ingegnere capo del Comune Giuseppe Guidicini l’incarico di redigere un nuovo piano regolatore, mentre venivano contestualmente avviati dei lavori di sventramento di alcuni quartieri per consentire la costruzione di gallerie di attraversamento, che sarebbero state utilizzate nel corso del conflitto come rifugi antiaerei. La Giunta Guidi incaricò inoltre l’ingegnere Gaetano Bonfiglio di Milano di studiare, in collaborazione con l’Azienda Municipalizzata, un piano per l’oscuramento parziale o totale della città, mentre venivano effettuate numerose prove di allarme generale, con sirene attivate in vari punti della città, nello stesso periodo in cui nella capitale veniva istituita l’Unpa (Unione nazionale protezione antiaerea) allo scopo di coordinare gli interventi di protezione della popolazione dagli attacchi aerei a livello nazionale.
Nell’autunno del 1939 è inoltre da segnalare l’inaugurazione del nuovo Ospedale Civile di via Borea, la cui costruzione era già stata prevista dal podestà Agosti, alla presenza del re Vittorio Emanuele III, a cui venne dedicato il nosocomio appena varato. Nel dicembre del 1939 si concluse anche il mandato di Guidi, che rassegnò le dimissioni dalla sua carica di podestà per arruolarsi come ufficiale volontario nelle truppe operanti sul fronte greco-albanese, lasciando la guida del Comune al commissario prefettizio Camillo Bruno, proveniente da Bergamo, il quale avrebbe retto provvisoriamente l’Amministrazione comunale sino alla nomina del nuovo podestà Silvio Silvestri nel gennaio dell’anno successivo. Rientrato dal fronte al termine del conflitto, nel 1945 Guidi riprese la sua attività dirigenziale ricoprendo numerose cariche, tra le quali la presidenza del Gruppo nazionale esportatori di olio d’oliva, la presidenza del Gruppo oleario ligure e di molte altre società commerciali e industriali. Nel 1960 si presentò alle elezioni comunali di Sanremo nelle liste del Partito liberale, ottenendo un buon successo elettorale, segno tangibile dell’immutata fiducia della cittadinanza nei suoi confronti, pur in un contesto politico radicalmente cambiato rispetto agli ormai lontani anni Trenta ed entrando così nel Consiglio comunale, dal quale si sarebbe tuttavia dimesso nel 1964. Nel 1962 venne inoltre nominato presidente della Famija Sanremasca, sodalizio a lui particolarmente caro, che guidò con intelligenza ed entusiasmo fino al 1972. Per nove anni fu anche presidente del Circolo ippico matuziano, di cui sistemò le attrezzature rovinate dagli eventi bellici organizzando pure i primi due concorsi internazionali del dopoguerra. Per oltre dieci anni Guidi ricoprì inoltre la carica di presidente del Tennis e Bridge Club di corso Matuzia, dove fece costruire due nuovi campi da tennis e le nuove sale del Bridge Club. Nel 1968 venne anche insignito a Chiavari della “Fronda d’Oro”, ambito riconoscimento destinato a coloro che avevano altamente onorato la terra ligure e la sua gente. Console onorario della Repubblica Federale Tedesca per molti anni, Guidi lasciò pure questa carica alla fine del 1975 con grande rammarico dell’ambasciatore tedesco a Roma Mayer-Lindenberg, che lo ringraziò vivamente per l’eccellente lavoro svolto in qualità di funzionario diplomatico della Germania. Il 13 ottobre 1970 venne nominato Cittadino benemerito di Sanremo per aver dedicato gran parte della sua esistenza al miglioramento delle condizioni morali e materiali della Città dei Fiori, prima come podestà e poi come consigliere comunale e presidente della Famija Sanremasca, di cui assunse negli ultimi anni anche la presidenza onoraria. Nel 1975 raccolse pensieri e ricordi della sua vita in un volumetto dal significativo titolo di Pinzimonio. Giovanni Guidi si spense infine a Sanremo il 22 luglio 1976 all’età di 73 anni».