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Sanremo, al Casinò il “Festival della Moda Maschile 1952 1990”: accesso con green pass

13 agosto 2021 | 11:11
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Sanremo, al Casinò il “Festival della Moda Maschile 1952 1990”: accesso con green pass
Sanremo, al Casinò il “Festival della Moda Maschile 1952 1990”: accesso con green pass
Sanremo, al Casinò il “Festival della Moda Maschile 1952 1990”: accesso con green pass
Sanremo, al Casinò il “Festival della Moda Maschile 1952 1990”: accesso con green pass

Un viaggio nella storia dell’alta moda maschile

Sanremo. Sino al 17 agosto compreso è possibile ammirare le collezioni d’abiti che ricordano il Festival della Moda Maschile del Casinò di Sanremo. L’evento, ha il patrocinio del Ministero della Cultura ed è aperto tutti i giorni dalle 15 alle 23. Si può accedere dopo aver esibito il Green Pass.

Si tratta di un viaggio nella storia dell’alta moda maschile, curata da Federica Flore, che proprio da Sanremo per merito di Michelangelo Testa, direttore del periodico Arbiter, fu promozionata a livello internazionale a partire dal 1952. La mostra si compone di diversi momenti espositivi: quello dedicato alle testimonianze delle tante edizioni del Festival con alcuni dei protagonisti e delle loro creazioni, quello dedicato al periodico Arbiter con una selezione delle migliori copertine d’autore dipinte da importanti artisti ed ancora la sezione riservata a “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino firmata Attolini Cesare Spa, in cui si possono ammirare una selezionata presenza delle giacche che “Jep Gambardella”, al secolo Toni Servillo, indossò nell’omonima pellicola premio Oscar 2014, un’altra pietra miliare nella storia della Sartoria italiana.

Pagine e pagine della narrazione della sartoria italiana che riportano a Sanremo il ricordo di sartori come Angelo Litrico, la cui eredità è stata raccolta e valorizzata dal nipote lo stilista Luca. Alla Maison di Alta Moda Litrico si devono alcuni dei capi esposti che caratterizzano l’alta Sartoria come forma d’arte, veri capolavori, resi immortali dalle persone che li indossarono.

Tra questi l’abito Dinner Jacket 3 pezzi, completo di papillon in kid mohair grigio e raso seta, realizzato per il presidente J.F. Kennedy nel 1963. Lo smoking grigio con revers a scialle è stato cucito per John Fitzgerald Kennedy a Giugno del 1963, in lana mohair con gilet in seta. Fa parte di un intero guardaroba che la Sartoria Litrico con Angelo creò per il presidente. Sempre provenienti dal patrimonio storico della Maison Litrico inserito negli Annali della Moda del Novecento l’abito Dinner Jacket in panno verde, due pezzi, realizzato per l’attore Rossano Brazzi nel 1958, un secondo abito Dinner Jacket sempre verde, ma in broccato di lana, forgiato per il cosmonauta James Irwin a fine anni ’70 / primissimi anni ’80. Il pantalone è in fresco di lana nero con banda laterale in seta, ed ha un gilet e papillon color beige in tessuto Cupro/Bemberg. Dallo scrigno della Maison proviene “il libro delle misure dei clienti” dove sono contenute anche le misure dell’attore Vittorio Gassman come gli 8 bozzetti realizzati a mano per il Premier Michail Gorbačëv in occasione della Sua visita a Roma nel 1989.

Sono testimonianze uniche del resoconto di anni e anni di Alta Sartoria patrimonio nazionale, come gli abiti dedicati ai presidenti della Repubblica custoditi dalla Sartoria Gallo con Luigi Gallo presidente Camera Europea dell’Alta Sartoria, un omaggio all’Italia Repubblicana nel 75 esimo anniversario della sua costituzione: “La stoffa del Presidente. Settant’anni di stile italiano visti attraverso l’eleganza dei Presidenti della Repubblica”. I tessuti dei capi sono di Loro Piana, Carnet e Fratelli Tallia Delfino.

Abiti che diventano icone ricordando l’impegno di chi li ha indossati ma anche eventi che appartengono al mondo dello sport e dello spettacolo come la Giacca di Tony Renis vincitore al Festival di Sanremo, firmata da Francesco Orlandi e custodita dal Sartore Santo Zumbino come gli abiti di Giacinto Facchetti risalenti agli anni gloriosi della sua Inter. Ancora eleganti frac o capi da sera che segnarono l’evoluzione dello stile attraverso il circolo Mediterraneo dei sarti, ma anche dai sartori Franco Puppato e Carlo Donati, una storia che emoziona per cui fu creato anche il marchio “SanRemo” a denominare capi che nascevano sulla Riviera dei fiori, oggi diffusi a livello europeo con il gruppo Inghirami.

Sembrano farfalle le cravatte della collezione E. Marinella Archivio un «vero e proprio tuffo nel passato: la scoperta di un tesoro nascosto, testimonianza della nostra tradizione, di come l’eleganza vada oltre le mode» – come sottolinea Maurizio Marinella. La Collezione “Archivio” realizzata con fantasie disegnate tra il 1930 e il 1980 e recuperate oggi, ha permesso la realizzazione di oggetti da collezione. Stampate a mano su seta: 16 once, come si usava più di mezzo secolo fa, sono state lavorate dal laboratorio specializzato in creazione delle cravatte. Le fantasie sono state stampate ripercorrendo quelle rinvenute dallo stesso Maurizio Marinella in uno dei suoi viaggi nel cuore dell’Inghilterra, dove dal 1914 suo nonno Eugenio e poi suo padre Luigi si recavano personalmente per scegliere “i disegni e gli stampati” con cui vengono cucite le camice e le cravatte. I drappieri d’Italia sono meravigliosamente rappresentati dai tessuti della Fondazione Zegna, che con Arbiter sostenne il Festival della Moda Maschile di Sanremo, dalla Fondazione famiglia Piacenza che testimonia tre secoli di professionalità e creatività, e da quelli della Drago tessuti, sempre in linea con il suo blasonato passato. Proprio dallo scrigno della storia della Fondazione Famiglia Piacenza lanieri da secoli, esce uno splendido abito in lana indossato negli anni sessanta da Guido Piacenza. Un abito prezioso a simboleggiare l’autorevolezza di un gruppo famoso nel mondo che ieri come oggi ha saputo conservare la sua dimensione familiare.

Sottolinea Barbara Biale, componente del Cda del Casinò di Sanremo: «Ricordare il Festival della Moda maschile di Sanremo non è solo ritornare nel punto esatto dove la grande sartoria per uomo ha iniziato la sua ascesa internazionale codificando un preciso stile improntato sulla qualità e l’eleganza vuol dire valorizzare le idealità che sono alla base del più autentico Made in Italy. Ci sono capi paragonabili a gioielli o a quadri per chi li ha cuciti e per chi li ha indossati. Il Casinò vuole riappropriarsi di questa sua funzione propulsiva anche nel settore dell’artigianato di alta qualità, dove ogni abito è una creazione in cui si fondono l’abilità dei drappieri e la professionalità dei maestri Sartori. Si ringraziano, tra gli altri, della presenza Arbiter, con il suo direttore Franz Botrè, Attolini Cesare Spa, Drago tessuti, Fondazione Famiglia Piacenza 1733, Fondazione Zegna, le Sartorie Blasi, Ciardi, Donati, Gallo, Litrico, Marinella, Puppato, Visone, Santo Zumbino, il Circolo Mediterraneo dei Sarti, il Gruppo Inghirami per il marchio “SanRemo” i Maestri Sartori Gran Ufficiale Luigi Fant, Luigi Montaguti».