San Bartolomeo, opposizione all’attacco sull’Ondina: «No ad altro cemento sul mare»
Il paese tappezzato di manifesti. In arrivo una raccolta firme contro la costruzione di un palazzo di 5 piani in prossimità di Torre Santa Maria
San Bartolomeo al Mare. Il paese stamattina si è trovato tappezzato di manifesti contro il progetto “Ondina“. Li ha fatti affiggere il gruppo di opposizione alla giunta guidata dal sindaco ValerioUrso “Insieme si può“. Nel mirino la delibera che ha dato il via libera alla realizzazione di un palazzo di 5 piani al posto dell’ex albergo.
Spiega la capogruppo Laura Arimondo: «Il discorso dell’Ondina è particolarmente complesso. Nel manifesto citiamo la delibera di giunta numero 4, che è l’ultimo atto di una vicenda molto controversa e delicata, fatta di approvazioni e bocciature da parte della Regione. La delibera di giunta numero 4 del 28 gennaio 2021, pubblicata il 18 marzo dopo il consiglio comunale che ha deliberato la riduzione del contributo di costruzione a beneficio di tutte le ristrutturazioni, comprese quelle che comportano demolizione e ricostruzione, contiene svariati concetti. Si dà atto che l’immobile, sulla passeggiata a mare in prossimità di Torre Santa Maria, è motivo di degrado per una zona di notevole importanza paesaggistica. Vista l’istanza pervenuta da una società privata, che intende, come previsto dal Puc, demolire e ricostruire l’immobile alla condizione di realizzare un piano in più, rispetto ai già tre più attico previsti da PUC, visto che il Comune può ricavarne maggiori spazi pubblici, si delibera di dare avvio, per la parte di competenza comunale, alla necessaria variante PUC».
«La delibera, secondo noi, presenta svariate problematiche. La notevole importanza paesaggistica determina la necessità di ricostruire l’immobile e visto che il privato disponibile a ricostruire sostiene che l’intervento gli conviene con un piano in più, la giunta dice “concediamolo tranquillamente, perché in cambio potremmo ottenere più spazi pubblici”. Concediamogli di arretrare un pochino l’immobile, e ci ricaviamo uno spazio maggiore in passeggiata, e pazienza se togliamo parcheggi pubblici dietro. Dove è l’interesse pubblico? Perché a leggere, pare proprio che la preminenza sia dell’interesse privato. E che preminenza! Costruire appartamenti in riva al mare conviene solo se si fanno 5 piani. Il concetto fa già ridere così», sottolinea la Arimondo.
«La vicenda – aggiunge Laura Arimondo – è già stata oggetto di svariati tentativi di intervento, che sostanzialmente volgono nella medesima direzione. Alcuni anni prima dell’avvio della variazione del PUC, il Comune aveva tentato di adottare un PUO di iniziativa pubblica, sostenendo, tra l’altro, a partire da quel momento e sino agli ultimi due mesi di campagna elettorale, che la zona fosse talmente importante dal punto di vista strategico e paesaggistico che il suo recupero doveva coinvolgere il Comune, poi bocciato dalla Regione perché non conforme al piano regolatore allora vigente e perché corredato di una dichiarazione di interesse pubblico molto dubbia, visto quanto il progetto concedeva al futuro privato aggiudicatario dello stesso, stante l’evidente prevalenza dell’interesse privato che ne derivava dalla sua applicazione. La Regione bacchetta il Comune in modo pesantissimo e più che imbarazzante. Ma l’amministrazione, prima Ragni, poi Urso, non demorde. Attiva, intanto, l’iter formalmente corretto, ossia predispone il nuovo PUC per poi ripresentare, ovviamente, il medesimo progetto. Progetto che presuppone l’arretramento dell’edifico di qualche metro, e un consistente ampliamento dello stesso, il tutto sempre tramite lo strumento di iniziativa pubblica, visto che permane la considerazione che trattasi di riqualificazione che non vada affidata ai proprietari, ma che vada regolata e diretta dal Comune il quale, tra l’altro, ha ben due proprietà all’interno dello stesso. Il Puc ha il suo lungo iter, ma sorprendentemente, tra aprile e maggio 2019, viene modificato, ricordo bene il 17 maggio 2019, a meno di 10 giorni dalle elezioni amministrative, gli articoli sui giornali, senza che alla popolazione ne venga data comunicazione preventiva alcuna. La riqualificazione dell’area non sarà oggetto di iniziativa pubblica bensì di iniziativa privata. L’area, perde in quel momento la sua strategicità paesaggistica. Iniziativa privata sempre dello stesso soggetto che ha quest’anno richiesto ed ottenuto l’avvallo amministrativo per un piano in più. Quello stesso soggetto che sorprendentemente, ancor prima della definitiva approvazione regionale dell’incredibile modifica del PUC, avvenuta il 17 maggio 2019, ha già in mano il parere favorevole della commissione paesaggistica per demolire e ricostruire l’edificio intero, senza che il Comune lo abbia formalmente autorizzato in alcun atto pubblico, né alla demolizione delle proprietà comunali, né, a utilizzare, gratuitamente, gli stessi identici progetti predisposti per il PUC».
«In tutta la vicenda, viene omesso dal Comune, il quale ignora anche le relative osservazioni al PUC, che l’immobile Ondina è adiacente a mura storiche, in quanto di conclamata vetustà superiore ai 70 anni, per le quali è necessaria una verifica di interesse storico da parte della Soprintendenza – mai richiesta e mai avvenuta. Senza tale verifica specifica, ogni atto è nullo. La Sovrintendenza peraltro, resasi conto con molto ritardo, di aver ricevuto segnalazioni al riguardo, scrive a settembre dell’anno scorso al Comune, chiedendo in merito specifici accertamenti. Il Comune non si disturba a rispondere. Anche tale omissione fa molto, molto pensare».
«E la nostra amministrazione?», si chiede Laura Arimondo «Imperterrita prosegue sulla sua strada, scambia per decoro urbano la semplice cementificazione, anzi l’ampliamento della cementificazione in una delle più belle piazze che rimangono a San Bartolomeo, centro già pesantemente deturpato dalla speculazione edilizia. E in 50 anni non si è imparato nulla. La giunta non apre spazio o considerazioni differenti dalla mentalità di allora. L’obiettivo è lo stesso, anzi “aggravato” dall’ulteriore piano in più, dall’arretramento per guadagnare spazio sulla passeggiata antistante, ma togliendo i parcheggi sul retro e il bellissimo angolo ombroso di olmi, uno dei pochissimi luoghi ombrosi della nostra costa. Rimane sempre dubbio, molto dubbio, l’interesse pubblico in questa sofferta ristrutturazione, perché, e la delibera di giunta ne è una prova si concede al privato un bel palazzone sulla scorta, incredibile, che da parte sua costruire appartamenti residenziali sul mare, e diciamo sul mare, conviene solo se si fanno 5 piani. Noi crediamo che la sola posizione fronte mare sia più che sufficiente a remunerare la costruzione di un qualsiasi buco. Ad ogni modo, rimane ignorato il pesante monito regionale di qualche anno fa, ed anche questo è un nodo che fa molto pensare».
Conclude la Arimondo: «Ricordiamo che l’obiettivo principale per l’amministrazione Urso era la creazione di centinaia di posti letto di cui non c’è domanda, in un paese profondamente in crisi che non presenta attrattive. L’amministrazione dimostra, ancora una volta e sempre di più una drammatica assenza di strategia innovativa, una incapacità di porsi interrogativi o di dubitare e confutare le proprie scelte. Il sito avrebbe dovuto, in un’ottica costruttiva, essere pensato come un luogo per San Bartolomeo e la sua comunità, utilizzabile in gran parte per attività turistiche, sociali e culturali, considerando anche la piazza prospiciente, utilizzabile, soprattutto, nell’altra parte dell’anno che non sia l’estate, un luogo al chiuso, disponibile, che tanto potrebbe fare la differenza e la ripartenza. Abbiamo contattato un gruppo di professionisti che ci ha in tal senso offerto spunti interessanti, e non solo sull’Ondina. Inizieremo a raccogliere firme contro questa ultima scelleratezza, ed auspico che i cittadini di San Bartolomeo al Mare, stavolta, si espongano a far sentire la loro voce. Attendendo le delucidazioni della amministrazione».