San Bartolomeo, minoranza sul caso Ondina: «Cementificazione sulla costa, ribadiamo il no»
Scontro tra maggioranza e opposizione
San Bartolomeo al Mare. «Accuse di superficialità, velate allusioni a querele, ma non una secca smentita alla nostra principale domanda che riassumiamo per semplicità di comprensione.:”State autorizzando un palazzo di cinque piani sulla passeggiata? Rispondiamo noi per voi, si».
Si accende a San Bartolomeo lo scontro tra maggioranza e opposizione a proposito dell’ex Ondina, l’immobile destinato a diventare un palazzo di 5 piani lungo la passeggiata. La minoranza ha tappezzato il paese di manifesti di protesta ai quali è seguita la replica del sindaco Valerio Urso che ha difeso il progetto e la correttezza dei passaggi amministrativi.
Di seguito la replica di Laura Arimomdo (Insieme si può), capogruppo di opposizione: «La bacchettatura della Regione che concerne il Piano urbanistico del 2014 a cui ci riferiamo è a protocollo del Comune di San Bartolomeo, l’istanza richiesta dal privato alla paesaggistica, senza titolo per quanto riguarda le proprietà comunali, è stata presentata il 6 marzo 2019 all’Ufficio edilizia privata del Comune di San Bartolomeo al Mare e trasmessa alla Commissione paesaggistica di Diano Castello. Il parere favorevole di quest’ultima commissione a demolire e ricostruire viene ottenuto il 18 aprile 2019. Sull’argomento mura, il Comune di San Bartolomeo, rispondendo ad una osservazione inerente alla loro vetustà, presentata sul PUC scrive: “per quel che riguarda invece la paventata presenza di un manufatto di possibile valore storico si rinvia all’eventuale espressione della competente Soprintendenza”. Ma è solo nel 2019 che la sovrintendenza, a seguito della reiterazione della stessa segnalazione ricevuta ed ignorata in passato, si “accorge” di esse e letteralmente scrive, nella lettera giunta al Comune di San Bartolomeo il 30 settembre 2019: “tenuto conto che né dalla documentazione fotografica allegata alla istanza, né dalla relazione era possibile rilevare che l’intervento interessasse manufatti diversi dall’edificio realizzato in calcestruzzo armato e manufatti precari ad esso addossati, entrambi evidentemente di recedente realizzazione” e prosegue: “preso atto che dalla documentazione fotografica pervenuta con la segnalazione emerge la presenza sui mappali interessati dall’intervento di un muro che per materiali impiegati e tecnica costruttiva risulta essere senz’altro di epoca anteriore” per terminare chiedendo le stesse delucidazioni che chiediamo noi. La sovrintendenza non prende “coscienza” della esistenza delle mura se non in questa occasione. L’ iniziativa privata convenzionata ha sostituito quella pubblica con la delibera del consiglio del 10 aprile 2019 e avvallata dalla Regione il 17 maggio 2019, alla velocità della luce, delibera n. 406, sulla scorta che la zona è già urbanizzata e non necessita di iniziativa pubblica. A nostra opinione una zona così, dove il Comune ha due proprietà, al contrario, deve avere regia pubblica. Il rendering non può che, per ovvi motivi di privacy, essere di fantasia, circostanza comunque segnalata. Se oltre a smentire quanto fin qui affermato, l’Amministrazione volesse rispondere in maniera circostanziata a queste nostre ulteriori domande, gliene saremmo grati. Dove è l’interesse pubblico nel concedere ad un soggetto privato 4 piani più attico, uno in più, ancora, in cambio di un maggior spazio dinanzi all’edificio e la inevitabile riduzione del parcheggio retrostante (per consentire di costruire la rampa di accesso ai parcheggi sottostanti) Perché la verifica di interesse storico sulle mura non è stata richiesta alla Sovrintendenza? Perché un privato senza titoli è riuscito a chiedere ed ottenere il parere paesaggistico favorevole alla demolizione e ricostruzione senza formale atto che in tal senso lo autorizzasse per quanto riguarda le proprietà comunali? Terminiamo con la considerazione che, sarà pure consentito dalla legge alzare, ma la cementificazione sulla costa, ribadiamo, no».