Migranti a Ventimiglia, tante tragedie al confine con la Francia
Una lunga scia di sangue, che dal 2016 ad oggi non conosce fine
Ventimiglia. Quella di oggi, con un giovane migrante morto folgorato sul tetto di un convoglio francese diretto a Mentone, è l’ultima delle tante tragedie che si sono registrate in questi anni al confine di Stato con la Francia. Una lunga scia di sangue, che dal 2016 ad oggi non conosce fine: uomini e donne, alcuni ancora minorenni, che perdono la vita nella speranza di attraversare un muro invisibile. C’è chi sale su un treno in corsa, chi si nasconde nei vagoni merci, chi cammina sui binari, chi va a piedi in autostrada. Ma a Ventimiglia c’è anche chi è morto tuffandosi in acqua per recuperare un paio di scarpe, probabilmente l’unico che aveva, trascinate via dalla corrente.
Era il 9 ottobre 2016 quando una ragazza eritrea di appena 17 anni venne travolta e uccisa da un tir mentre camminava all’interno di una galleria dell’autostrada, al confine con la Francia. Si chiamava Milet Tesfamariam. Ancora pochi metri di cammino, nel tardo pomeriggio di una giornata autunnale, e avrebbe raggiunto la sua meta. Un sogno spezzato, quello della giovane Milet, il cui corpo è rimasto steso sotto un lenzuolo sull’ultimo cavalcavia prima di Mentone.
Un mese prima, il 9 settembre 2016, i francesi avevano recuperato la salma di un altro migrante, trovato morto sotto un viadotto dell’autostrada A8 vicino nei pressi del confine italo-francese, che aveva raggiunto partendo da Ventimiglia.
Il 22 ottobre, sempre del 2016, un altro migrante viene travolto e ucciso da un’auto mentre attraversava la carreggiata dell’A8 nei pressi di Mentone. E poi ancora, il 23 dicembre, un algerino di 25 anni viene travolto da un treno, a Latte, frazione di Ventimiglia, mentre a piedi tenta di raggiungere la Francia camminando sui binari.
Il 27 dicembre 2016 un giovane migrante viene travolto da un treno mentre stava attraversando i binari sulla linea ferroviaria Ventimiglia-Cannes nella galleria della Mortola, a Ventimiglia. All’arrivo dei soccorritori e della Polfer, l’uomo era ancora vivo: morirà durante i tentativi di rianimazione per le profonde ferite riportate.
Il 4 gennaio 2017, il 26enne libico Mohamad Hani, salta la recinzione del campo per migranti allestito al Parco Roja e viene travolto da un scooter che scooter che stava transitando in quel momento, morendo sul colpo. Una doppia tragedia: dopo alcuni giorni di agonia, muore anche il pensionato italiano alla guida del motociclo.
Il 5 febbraio del 2017, un migrante è ucciso, a Ventimiglia, da un treno regionale francese, che procedeva verso l’Italia. Il dramma accade all’interno della galleria “Dogana”, l’ultima prima del confine con la Francia. Solo dodici giorni dopo, il 17 febbraio, un migrante muore folgorato sul tetto di un treno regionale francese in partenza da Ventimiglia: il corpo viene trovato a Cannes.
Il 21 marzo dello stesso anno, il corpo di un altro migrante viene ritrovato sul versante francese del “passo della morte”.
Il 13 giugno 2017, un sudanese non ancora maggiorenne muore annegato nei pressi della foce del fiume Roja: si era gettato in mare per recuperare un paio di scarpe, fatali per lui le correnti in quello specchio acqueo. Il 12 luglio a perdere la vita è un 23enne del Gambia: camminava sul marciapiede di Latte, a Ventimiglia. Forse ha messo un piede sulla carreggiata per sbaglio, o forse voleva farla finita dopo l’ennesimo respingimento della Francia: è morto travolto da un’autobetoniera in un pomeriggio assolato a poche centinaia di metri dal confine di Stato.
Il 16 agosto un migrante iracheno di 36 muore investito da un treno all’imboccatura della galleria di zona Peglia a Ventimiglia. Il 21 giugno del 2018, a Ventimiglia il mare restituisce il corpo, in avanzato stato di decomposizione, di un migrante, morto annegato.
Il 9 settembre 2018, Il corpo senza vita di un migrante, probabilmente di origine nordafricana, viene recuperato dalla Capitaneria di Porto sulla parte esterna della diga foranea del porto di Ventimiglia. Il cadavere si trovava incagliato tra gli scogli a circa 3 metri di profondità.
L’8 ottobre 2020 un migrante muore folgorato in località Latte a Ventimiglia. Ad accorgersi della tragedia è il macchinista, che ferma il convoglio dopo aver visto delle fiamme provenire da una delle carrozze. Il corpo dello straniero giace sul pantografo del treno: per lui non c’è più nulla da fare.
Il 3 giugno 2021 un migrante muore annegato in una spiaggia di passeggiata Oberdan, a Ventimiglia.