Imperia, il Circolo Parasio ricorda Gerd Müller: nel 1970 giocò una partita ai Giuseppini
Il presidente storico Giacomo Raineri ingaggiò il bomber di Mexico 70 dopo i Mondiali per il torneo dei bar alla Fondura
Imperia. Il calcio piange uno dei più grandi campioni che il mondo del pallone abbia mai visto: il centravanti Gerd Müller morto a 75 anni nella sua casa. Era malato dal 2008.
Nell’estate del 1970, dopo i Mondiali messicani e reduce dalla partita del secolo, il 4-3 dell’Italia sulla squadra tedesca che ha segnato un’epoca dove era stato protagonista in campo con una doppietta, Müller, in vacanza a Laigueglia, venne contattato dal presidente del Circolo Parasio Giacomo Raineri per vestire la maglia del bar “Piemontese” che rappresentava la città alta al torneo di calcio dei Giuseppini.
Il Circolo Parasio parteciperà al lutto con un manifesto che sarà inviato all’Ambasciata tedesca.
Il racconto del Circolo Parasio
«Il calciatore tedesco Gerard Muller, classe 1945, concluse con la sua Nazionale il campionato del Mondo in Messico nel 1970 aggiudicandosi la classifica di capocannoniere. Avrebbe sicuramente preferito chiudere la manifestazione mondiale baciando, per l’ultima volta, la Coppa Rimet, prima che questa finisse definitivamente nelle mani del Brasile, come da regolamento. Strada facendo, però, la Nazionale Azzurra, con lo storico gol di Rivera, il 17 giugno 1970, che stabilizzò il risultato sul 4 a 3, glielo impedì. Verso gli italiani, comunque, nessun rancore.
Lo dimostrò poco tempo dopo quando, per le sue vacanze estive, scelse la nostra Riviera Ligure.
Non era certo un ospite che potesse passare inosservato; la voce si sparse in un batter d’occhio e, a Imperia, giunse all’orecchio di alcuni giovanotti poco più che ventenni, tutti soci del neonato Circolo Parasio:
Mauro Acquarone, Renzo Graglia, Lidio Sollazzo ed il presidente Giacomo Raineri.
Proprio dall’entusiasmo di quest’ultimo e dalla sua nota intraprendenza nacque l’idea, un po’ folle quanto geniale, di trovare l’albergo dove risiedeva il campione, agganciarlo ed invitarlo a giocare nel torneo di calcio organizzato proprio dal Circolo, nel civettuolo campetto dei Padri Giuseppini di Borgo Fondura, a Porto Maurizio.
Avrebbe dovuto vestire la maglia del “Bar Piemontese“, che rappresentava il Parasio.
Quell’incredibile e simpatica sfacciataggine fece colpo su Muller che promise di esserci ed onorò quella promessa con una partita che rimarrà negli annali della città e nel cuore dei tantissimi, increduli sportivi imperiesi accorsi a frotte per vedere i piedi d’oro del calciatore teutonico saettare su quel terreno familiare, non più in bianco e nero attraverso il piccolo schermo dei pochi televisori disponibili in quartiere, ma a colori e con i propri occhi.
Vuoi per entusiasmo, vuoi perché qualcuno in fondo in fondo non ci credeva veramente, i Giuseppini erano strabordanti di persone provenienti da ogni parte della città e del primo entroterra.
La formazione: Renzo Graglia, Giovanni Bencardino, Roberto Lardo, il compianto Vincenzo Raineri fratello di Giacomo, Mauro “Babi” Acquarone, Giacomo Tafuni e, naturalmente, Gerd Muller, quest’ultimo abituato alle grandi platee, ma accolto con un abbraccio roboante dal pubblico presente.
In seguito, Muller, vincitore di un campionato d’Europa nel 1972, di un Campionato del Mondo, nel 1974 di un Pallone d’Oro nel 1970, di due Scarpe d’Oro nel 70 nel 72, si ritirò dall’attività agonistica e, successivamente, dal mondo del calcio in generale. Le sue imprese sportive, invece, rimangono nella storia e nella memoria collettiva.
Le leggende, lo sanno tutti, si tramandano, si ascoltano, si raccontano.Quei giovani del Parasio, prendendo tutti in contropiede, portarono fino a Imperia 90 minuti di quella leggenda».
(nella foto accosciato al centro Gerd Müller)