Il personaggio

Il procuratore Gratteri a Imperia per presentare “Ossigeno illegale”: «Le mafie iniettano denaro liquido»

«Qui avete adesso un procuratore molto attento, molto bravo. La Direzione Distrettuale di Genova penso che sia attrezzata per far fronte a queste infiltrazioni di mafia»

Imperia. «E’ un “ossigeno illegale” perché le mafie, in particolar modo la ‘ndrangheta e la camorra, hanno milioni di euro da riciclare e hanno bisogno di portare alla luce questi soldi e quindi, quale migliore occasione durante il Covid e nel post Covid quando le attività commerciali e imprenditoriali non riescono più a stare sul mercato, a stare sulle proprie gambe, se non fare delle grosse iniezioni di denaro liquido proveniente sempre dal traffico di cocaina, più che fare passaggi di proprietà attraverso prestanomi che danno ancora di più nell’occhio». A dirlo è Nicola Gratteri, uno dei magistrati più esposti nella lotta alla ‘ndrangheta, attuale procuratore della Repubblica di Catanzaro, ospite a Imperia della rassegna letteraria “Due parole in riva al mare”, organizzata dall’omonima associazione culturale diretta dalla libraia Nadia Schiavini. Davanti a un numeroso pubblico, e alla presenza di forze dell’ordine e digos, il magistrato ha presentato il suo libro “Ossigeno illegale”.

Parlando dell’Imperiese e della presenza delle mafie in quella che Rosy Bindi, parlamentare a capo della Commissione antimafia, ha definito «sesta provincia della Calabria», Gratteri ha detto: «Qui avete adesso un procuratore (Alberto Lari, ndr) molto attento, molto bravo. La Direzione Distrettuale di Genova penso che sia attrezzata per far fronte a queste infiltrazioni di mafia».

Tema dell’incontro che si è svolto a Villa Faravelli, i corsi e i ricorsi della storia che insegnano come le mafie, da sempre, sfruttano eventi drammatici e crisi per incrementare il proprio giro di affari, dall’epidemia di colera che nell’Ottocento decimò la popolazione di Palermo e Napoli, fino ai più recenti terremoti da cui l’Italia si sta ancora rialzando. L’attuale emergenza economico-sanitaria innescata dall’epidemia da Covid-19 rappresenta quindi per le mafie un’occasione: oggi come ieri, ma con metodi sempre più sofisticati, cercheranno di trarne vantaggio usando la corruzione per infiltrarsi nelle tante increspature dell’economia legale e soprattutto della politica.

Secondo l’Istat, già nel giugno 2020 il 38 per cento delle aziende italiane segnalava rischi di sostenibilità della propria attività, mentre il 51,5 per cento prevedeva di avere problemi di liquidità entro la fine dell’anno. Le uniche «aziende» a non aver risentito minimamente della crisi, come rivelano i dati forniti dal ministero dell’Interno, sono proprio le mafie. Anzi, tra marzo e luglio 2020, i reati ascrivibili a organizzazioni criminali sono sensibilmente aumentati rispetto allo stesso periodo del 2019, toccando un picco del +17 per cento per quanto riguarda il riciclaggio e il reimpiego dei capitali.

 

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