Il Camporosso punta sulla “metodologia”, dalla Samp arriva il match analyst Luca Oneglio 

28 agosto 2021 | 09:00
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Il Camporosso punta sulla “metodologia”, dalla Samp arriva il match analyst Luca Oneglio 

Il 29enne di Bordighera nella prossima stagione collaborerà con la società del presidente Demme

Camporosso. «Nella prossima stagione sarò a disposizione dell’Unione Sportiva Camporosso e svolgerò il ruolo di responsabile della metodologia. Collaborerò perciò con società ed allenatori per cercare di andare ad intraprendere una metodologia di allenamento che vada alla ricerca di obiettivi mirati per tutte le leve del settore giovanile dell’agonistica». Lo annuncia il giovane allenatore Luca Oneglio ufficializzando il passaggio all’Unione Sportiva Camporosso.

Il 29enne di Bordighera è tornato in provincia di Imperia dopo essere stato un allenatore degli Allievi della Sampdoria: «L’allenatore a cui facevo da secondo negli Allievi, quando c’è stato il cambio di dirigenza ai primi di agosto, non è stato riconfermato e quindi è stato deciso che anche il suo staff sarebbe dovuto andare via. Tra una stagione potrebbe esserci la possibilità di tornare ad allenare insieme nella società che lo chiamerà, visto che gira spesso nei settori giovanili dei club di serie A».

«Quest’anno ho deciso di stare a casa e il progetto più serio tra quelli che mi sono stati presentati era sicuramente quello del Camporosso che ha deciso di immettere nel calcio giovanile dilettantistico la figura del responsabile della metodologia, che dalle nostre parti ancora non si era mai vista. E’ sicuramente una società che negli ultimi anni grazie al presidente Ernesto Demme, al direttore generale e sportivo della prima squadra Piero Aimone e al responsabile generale del settore giovanile Daniele Scarfò, coadiuvati anche da altri collaboratori, sta facendo degli investimenti importanti e sta cercando di cambiare un po’ quello che è l’asset del calcio giovanile nella provincia di Imperia. Sono consapevoli che il processo è lungo e parte da lontano ma stanno investendo nelle persone, come nel mio caso, e nelle strutture: hanno fatto campi a 5, a 6, a 7 e a 11, tutti in erba sintetica. E’ una struttura che in provincia di Imperia e non solo, fino a Genova, è rara da trovare e quindi ero ben contento di lavorare per loro, nella stagione che devo stare qui, perché sono persone che stanno provando a dare una sterzata nel calcio giovanile della nostra zona» – dice Oneglio, classe ’92, che ha mosso i primi passi da allenatore nel mondo del calcio come ‘secondo’ di mister Vincenzo Stragapede nella formazione Juniores della Sanremese per due stagioni, dal 2015 al 2017, poi è andato nell’Ospedaletti, dove ha allenato per due anni i ragazzi del 2006 oltre a diverse altre leve ‘orange’, e infine ha allenato i giovani Allievi della Sampdoria.

Ha conseguito il patentino da allenatore ‘Uefa B’ nel 2016 e nel 2019 ha svolto a Coverciano anche il corso ufficiale di Match Analyst, ma il suo obiettivo è quello di continuare a migliorare: «L’obiettivo è innanzitutto quello di continuare, a livello personale, a crescere e migliorare per farmi trovare pronto in futuro. Per quanto riguarda la società, invece, gli obiettivi devono essere innanzitutto di far divertire i ragazzi, di farli stare in un ambiente sano e pulito, di farli crescere sia dal punto di vista tecnico, tattico e calcistico che dal punto di vista umano, perché prima di diventare dei campioni, che è una cosa rara, devono diventare degli uomini, che invece è la cosa principale per un settore giovanile. Come obiettivo finale, invece, vi è quello di far emergere la realtà di Camporosso, che fino a qualche mese fa era una realtà piccola ma ha dimostrato di avere il potenziale per diventare una realtà importante a livello provinciale e non solo, il percorso sarà lungo ma la strada è quella giusta».

«Il calcio è una passione che ho sempre avuto fin da bambino – racconta il 29enne di Bordighera Ho smesso presto di giocare perché mi rendevo conto già da giovane che quello che la mia testa proponeva al mio corpo alla fine non era in grado di eseguirlo in campo e quindi già da molto giovane, all’età di 23 anni, ho iniziato ad allenare. Mi piace, oltre alla tattica, essendo un Match Analyst professionista, il rapporto e il legame che si viene a creare con i ragazzi. E’ la cosa che più mi emoziona del ruolo di allenatore perché anche vedendoli a distanza di anni, ho allenato ragazzi dai 1998-99 ai 2006, è sempre bello andare a mangiare una piazza o fare due chiacchere veloci. Sono cose che il calcio ti dà e che ti rimarranno per tutta la vita».