Cronaca

Green pass, partenza soft nel capoluogo: clienti disciplinati e controlli fai da te

C'è chi si è attaccato il documento al collo. Enrico Calvi (Fipe): «Affibbiato un compito che non è il nostro, fare i controllori»

Imperia. Nel capoluogo è scivolata in maniera soft la prima mattinata di green pass obbligatorio nei locali pubblici. Complice il clima estivo poche persone chiedono di sedersi all’interno dei bar.

Controlli non ce ne sono stati, ma tutti i gestori che abbiamo incontrato si erano già dotati dell’app che consente di verificare la validità del green pass.

I clienti lo hanno esibito, soprattutto i più anziani,  in versione cartacea e «c’è anche chi si lo è legato al collo», confida il titolare di un bar.

«Al primo approccio, considerando che siamo ancora nella stagione estiva– dice Enrico Calvi, presidente della Fipe Confcommercio –  direi che la questione è stata montata più di quanto in realtà possa rappresentare un problema, almeno in questa fase in cui la maggior parte del consumo avviene all’esterno. Gli avventori che si siedono ai tavoli, da oggi, dovranno presentare il green pass, non quelli che consumano al banco. Un po’ di esasperazione degli animi c’è stata, ma più per il fatto che ci è stato affibbiato un compito che non è il nostro, quello di di fare i controllori. Ben venga, comunque, la possibilità di non chiudere più grazie alla vaccinazione. I numeri dei vaccinati stanno crescendo anche a livello nazionale. Dai dati, quindi, mi sembra che ormai che il pass sia  nella tasca di quasi tutti. Insomma, comunque lo sarà da qua al prossimo inverno. Speriamo veramente di buttarci alle spalle il periodo pandemico che tanti danni ha fatto».

Marco Zappatore  del Relax Café,  sotto ai portici di via Bonfante ha preferito, dopo l’introduzione del green pass, usufruire solo della spazio esterno e di non fare più accomodare i clienti dentro al locali.  «Sì, abbiamo preso questa decisione sentiti gli umori che abbiamo raccolto nei giorni passati della clientela. E comunque, i nostri clienti preferiscono rimanere fuori e non esibire il green pass. Abbiamo scelto di lasciare la sala libera da tavoli e sedie e fare solo servizio all’esterno. Ci è parsa la soluzione migliore, almeno nell’immediato, ma fino a quando potrà durare questa situazione, quando l’aria rinfrescherà e cominceranno le piogge il problema, è ovvio, che si farà sentire anche se noi siamo sotto il porticato,  quindi, al coperto. Abbiamo un piccolo vantaggio rispetto agli altri colleghi che hanno lo spazio proprio a cielo aperto.  Adesso andiamo a piccoli step, vediamo cosa succede tanto superiamo l’estate, vedremo se la consumazione al banco rimarrà libera. C’è molta confusione nella clientela che non è sicura di poter entrare, alcuni, addirittura, entrano già col pass in mano anche solo per un caffè al volo».

Simone (Ristobar Garibaldi): «Diciamo che i primi clienti che di stamattina sono stati collaborativi. Nel senso che si sono presentati già dotati di green pass alla mano, quindi, per il momento non ho dovuto affrontare nessuna polemica. Io, personalmente, continuerò a chiederlo ovviamente perché la legge lo prevede. Non la trovo una cosa giusta nel senso di impedire a una persona di entrare in un locale piuttosto che ad un’altra, mi sento a disagio. Però, diciamo, che adesso è il primo giorno ed è presto ancora per trarre conclusioni e dire se è una cosa positiva o no».

(video Christian Flammia) 

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