Il commento

Fidapa Ventimiglia Porta D’Italia esprime vicinanza alle donne afghane

Riflessione e preoccupazione sul futuro del loro paese

Ventimiglia. Il direttivo, nelle persone della presidente Antonella Mercurio, della vicepresidente Tiziana Panetta, della segretaria Fabiana Ferraris e della tesoriera Cristina Cialone, unitamente a tutte le socie della sezione Fidapa Ventimiglia Porta D’Italia, vuole esprimere la propria vicinanza alle donne afghane e la propria preoccupazione circa il futuro del loro paese.

«Ciò che sta accadendo in questi giorni in Afghanistan apre a una profonda riflessione su quelle che saranno, già a partire dal brevissimo periodo, le drammatiche conseguenze che andranno a patire, fra le altre, le donne. Nel giro di pochi giorni, infatti, sono stati cancellati vent’anni di intervento militare, sociale, strutturale e culturale dell’Occidente, e il paese intero è ripiombato nella condizione di partenza, ovvero ostaggio di un integralismo che di fatto annulla tutti i progressi compiuti nel tessuto sociale interno. A pagare le conseguenze di questo brusco e improvviso ritorno al passato saranno soprattutto, come detto, le donne, sia coloro che avevano già vissuto precedentemente tutte le restrizioni alle quali erano state obbligate, che ripiomberanno nell’incubo della sottomissione della quale il burqa è stato solo il triste simbolo, sia, soprattutto, le ragazze e le bambine nate e cresciute nel frattempo, dopo il 2001, che hanno sviluppato un senso sicuramente più profondo di libertà, emancipazione e partecipazione e che vedranno, presumibilmente, cancellate le loro convinzioni e azzerati la loro formazione e i loro diritti» – dice Fidapa Ventimiglia Porta D’Italia.

«Il mondo intero, attonito, impotente, osserva l’evolversi di questa repentina escalation talebana in stato di evidente shock, e impotenti tutte le donne del mondo temono il riproporsi di quei fenomeni sociali pericolosissimi che aspettano le donne afghane, che potrebbero essere ricondotte a un buio Medioevo fatto di totale annientamento dei diritti, della dignità, del progresso, facendo loro (ri)vivere antichi demoni. La situazione dimostra anche il fallimento totale dell’Occidente, e quindi nostro, delle politiche estere degli Usa, che hanno dilapidato oltre mille milioni di dollari nello sviluppo, fra gli altri, di un sistema di difesa che è crollato come un gigante dai piedi d’argilla nel giro di pochi giorni, somma che avrebbe potuto, col senno del poi, essere impiegata davvero diversamente, prevedendo una valida alternativa a ciò che si è tristemente, e puntualmente, verificato. Si tratta dell’ennesima occasione di crescita che si è persa, a danno dei deboli» – sottolinea Fidapa Ventimiglia Porta D’Italia.

«Vegezio, nell’antica Roma, aveva condensato un concetto anonimo condiviso da molti politici dell’epoca nella frase “Si vis pacem, para bellum”, “Se vuoi la pace, prepara la guerra”, la strategia perfetta per il mantenimento dello stato delle cose. L’Afghanistan odierno dimostra, qualora ve ne fosse bisogno, che la guerra non è mai la soluzione, e che a pagarne di più le conseguenze, in maniera drammatica, sono sempre le categorie fragili, bambine e donne in primis. Questo, più che mai, è il momento di non abbandonarle» – conclude Fidapa Ventimiglia Porta D’Italia.

(Foto © Copyright Ansa/Epa)

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