Cervo, costruisce nell’orto e arrivano i forestali: proprietario deve smantellare tutto
Il Sindaco: «Ben vengano iniziative come questa, però la regola va rispettata»
Cervo. Un terreno incolto, tra rovi e canneti, riqualificato e trasformato con cura e duro lavoro in un orto con gazebo da un giovane del luogo. Sembra una storia destinata al lieto fine, invece questo angolo felice sorto a Cervo dovrà presto essere smantellato.
«Un anno fa ho iniziato a pulire questo piccolo terreno di proprietá sulla strada Morene di Cervo dove un tempo esisteva l’orto delle mie nonne – racconta Alessandro Aimale, 27 anni – . Ho lavorato a mano, nel completo rispetto della natura e del territorio, sfruttando il periodo di lockdown e cercando di fare qualcosa di costruttivo. Ho ristrutturato alcuni muri a secco, ho riportato alla luce la terra molto fertile che mi ha permesso di ricreare l’orto e piantare alberi di albicocche pere e limonia cui hanno contribuito molti ragazzi, apprezzando l’energia del posto e la possibilità di portare valore al territorio. È nato un luogo di ritrovo, dove condividere l’amore per la natura e scambiarsi nuove idee. Il posto è stato chiamato Orto Donato, l’orto indipendente».
Ad ottobre Alessandro decide di costruire una zona riparata per custodire i propri attrezzi, oltre ad una pedana di legno per evitare di camminare nel fango, su cui ha successivamente posato un gazebo. «Non ho mai utilizzato cemento e attrezzi meccanici, ho lavorato nella semplicità più totale e nel rispetto dell’ambiente, non ho creato disturbo a nessuno, anzi ho ricevuto molti complimenti dai vicini e conosciuto molte persone che passando di lì si fermavano a vedere i lavori», spiega Alessandro che, per proteggere le verdure dai cinghiali, decide infine di installare intorno alla proprietà dei segmenti di rete metallica.
Un’oasi felice nell’entroterra di Cervo, fino a quanto il giovane riceve la visita dei carabinieri forestali: «Mi hanno contestato tutto ciò che avevo fatto perché sono in una zona di vincolo paesaggistico». Entro il 20 settembre Alessandro dovrà pertanto smontare tutto ciò per cui ha lavorato: «Altrimenti rischio un procedimento penale decisamente costoso. Il Comune ha confermato e non ho alternative», spiega.
«Mi dispiace tantissimo che si verifichino queste situazioni – ha dichiarato il sindaco di Cervo Natalina Cha – . Lui è stato qui in Comune presso l’Ufficio Tecnico proprio ieri, è un ragazzo che ho visto crescere e che stimo tantissimo, eccezionale, una bella persona. Non è né il primo né l’ultimo, da tempo in Comune abbiamo la presenza dei carabinieri forestali che vengono a controllare le pratiche sicuramente su segnalazione di qualcuno, ma anche attraverso il controllo del territorio. A me dispiace che ci sia finito di mezzo un ragazzo che in buona fede ha fatto un intervento di ripulitura di un appezzamento di terreno della nonna».
«Noi siamo un paese di vincolo paesaggistico, la norma purtroppo è quella – prosegue il primo cittadino – Nel momento in cui c’è una denuncia è chiaro che l’Ufficio Tecnico gli avrà detto che doveva fare una domanda, in quel caso certamente non avrebbe avuto problemi. Ben vengano queste iniziative e i giovani che tornano alla campagna, io sarei felice che tutte le campagne di Cervo avessero qualcuno che se ne prende cura, abbiamo bisogno di riqualificare il territorio proprio così come sta facendo Alessandro. Sono ben altri i problemi legati all’urbanistica, non sicuramente queste cose qua, quando un ragazzo si muove e fa una cosa del genere dispiace che venga poi deluso e penalizzato, ma queste sono le regole che penso siano state capite da Alessandro. Al posto della denuncia forse sarebbe stato meglio che la persona fosse andata dall’interessato. Lui adesso farà le domande necessarie come gli avrà consigliato il tecnico e questa sua tettoia potrà così essere messa in regola, ma ora deve demolirla, non può essere sanata, dovrà ora presentare un progetto come si fa per tutti gli interventi, la regola è quella e va rispettata, però capisco come un giovane possa ignorarla, lui non ne aveva la consapevolezza, non ci ha pensato».
«Mi sembra una situazione davvero triste, alla mia età ho davvero poca fiducia in un mondo complicato all’estremo, assurdo in molti casi – è lo sfogo che il ventisettenne ha affidato ai social – Un mondo di dati e carte interminabili, firme, deleghe, tasse, divieti e procedure contorte. Per i giovani è un casino, sembra una colpa portare nuove alternative, realizzare nuove idee e, se non hai qualche fortuna o aiuto alle spalle, è difficile andare avanti. È davvero necessaria o giustificata tutta la fatica e lo stress che impieghiamo per vivere? Secondo me no, bisognerebbe riflettere di più, tornare un poco indietro e vivere più semplicemente, che poi era l’idea alla base dell’orto, ma forse non è più possibile». Tutto ciò che ora Alessandro chiede è che gli sia concesso un po’ di tempo aggiuntivo per smantellare le strutture in attesa dei permessi.