Restyling Porto Vecchio Sanremo, scoperti reperti millenari. Scavi ampliati

15 luglio 2021 | 15:17
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Restyling Porto Vecchio Sanremo, scoperti reperti millenari. Scavi ampliati

Risalirebbero all’epoca romano-imperiale, nel primo dopo Cristo

Sanremo. L’età dei reperti si aggirerebbe intorno ai duemila anni fa, in epoca romano-imperiale, nel primo dopo Cristo. Parti di vasellame in ceramica e del carbone sono stati rinvenuti durante le prospezioni archeologiche in corso nella via Nino Bixio. Gli scavi, posizionati di fronte alla scuola Mater Misericordiae, sono finalizzati a determinare quali reperti si trovano dove verrà realizzato il tunnel stradale che, nei progetti, dovrebbe collegare corso Mombello con il sottopasso della Croce Rossa. Si tratta dell’opera di pubblica utilità dalla quale dipendono i futuri lavori di restyling dell’area del Porto Vecchio che cambierà, nei piani che attendono ancora l’approvazione definitiva, radicalmente il water front matuziano.

Già ad inizio mese, durante i primi giorni delle prospezioni, era venuta alla luce una parte di pavimentazione appartenente ad un palazzo di fine ‘600. Quel rinvenimento non aveva però colto di sorpresa l’archeologo Claudio Mastrantuono. Si sapeva già dell’esistenza dell’antico fabbricato. Altrettanto non si può dire della scoperta più recente. Ed ora si iniziano a fare delle ipotesi su cosa possano essere quei cocci di ceramica e quel carbone, appartenenti ad un epoca così lontana nella storia locale. Ai tempi Sanremo doveva essere più o meno un villaggio, un “vicus” romano nella zona più ampia dell’allora “Villa Matutia”, disposto diversamente da quello che è il centro storico e l’abitato moderno della Città dei Fiori.

I reperti sarebbero probabilmente appartenenti ad anfore, vasi e antiche stoviglie. Il carbone potrebbe essere il risultato, sempre secondo una prima valutazione archeologica, di un incendio. Si ipotizza anche che il rinvenuto si trovasse dentro un piccolo fabbricato. Gli oggetti sono stati scoperti grazie ad un carotaggio eseguito a circa 6 metri sotto il livello della strada. Ora, la sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio ha disposto di ampliare la superfice degli scavi. Stabilirà anche se ciò che è emerso possa o meno determinare una variazione se non addirittura un impedimento per i futuri lavori del tunnel.