Emergenza migranti a Ventimiglia, cittadini spaventati: «Troppe risse, abbiamo paura ad uscire di casa»

6 luglio 2021 | 13:30
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Assessore Eleonora Palmero: «Situazione insostenibile, chi di dovere intervenga»

Ventimiglia. Furti, liti, risse e degrado. Sembrano essere questi gli ingredienti dell’estate di Ventimiglia, tornata ad essere ormai da alcuni mesi in piena emergenza migranti. Il sentimento di paura e insicurezza che aleggia in città è percepibile. Ma la “colpa” non viene data tanto ai migranti, la maggioranza dei quali, come dicono alcuni intervistati, è assolutamente innocua. A preoccupare è soprattutto la criminalità che gli stranieri in viaggio li usa per nascondersi: passeur, spacciatori e delinquenti in genere che approfittano della presenza dei migranti e spesso della loro disperazione per portare avanti situazioni di illegalità.

L’ultimo furto, in una gelateria di via Dante, è avvenuto solo la scorsa notte. Gli autori al momento sono ignoti, come dichiarato anche dal titolare dell’attività, ma per molti ventimigliesi i colpevoli sono loro: gli stranieri. Intorno alle 3, invece, una rissa, l’ennesima. Questa volta a Grimaldi, nel “campo” abusivo creato da attivisti no border. In tre, tra cui un minorenne, sono finiti in ospedale. Alla base del violento litigio, finito in rissa, ci sarebbe una storia di passeur.

«Qualche giorno fa ci hanno rubato una torta gelato – racconta Serena Cappè, titolare insieme al marito della Gelateria Haiti di via Roma, nel cuore di Ventimiglia – Un uomo è entrato, ha chiesto qualcosa, poi ha aperto il frigo si è preso la torta e se n’è andato. Non mi sono avvicinata, perché non si sa mai come possano reagire, però l’ho filmato. So che lo hanno preso, non solo per la mia torta, ma perché era un soggetto un po’ pericoloso, che dava facilmente in escandescenza». Lo stesso uomo, uno straniero, avrebbe infatti danneggiato anche la sbarra di piazza della Libertà che delimita lo spazio riservato alla polizia. «Se mi avesse chiesto qualcosa glielo avrei regalato – aggiunge – Come ho già fatto in passato con altri ragazzi, quasi tutti extracomunitari, che sono entrati dicendo che avevano fame».

La paura aumenta la sera, quando in molti preferiscono non uscire di casa. «Vorremmo tenere aperto di più – dichiara Cappè – Ma ora c’è poca gente in giro, quindi alle 21 chiudiamo. Magari stiamo più aperti nel weekend, fino alle 22,30, ma solo se ci siamo io o mio marito, perché lasciare due ragazze (le commesse, ndr) da sole ci preoccupa un po’. Ora, sembra essere rischioso».

«Penso che la situazione ora sia un po’ esagerata – dice una commerciante di frutta e verdura all’interno del Mercato Coperto – Ci sono migranti dappertutto e sinceramente abbiamo paura. Per strada vedo che ci sono delle risse, mio figlio che esce la sera dice che è pazzesco».

«Nessuno li vuole levare – dichiara il titolare del Bar del Teatro, in via Mameli – Le autorità dicono che se non delinquono non ci possono fare niente, soprattutto alla sera girano magari con due bicchieri di troppo, lanciano bottiglie per terra, il solito disordine che ci può essere in una città, in un paese in cui la gente ormai non ne può più. La sera se ho gente chiudo più tardi, altrimenti chiudo presto. Alla sera si vedono sceneggiate che non vanno tanto bene, soprattutto per la gente anziana, magari con dei nipoti, che non esce volentieri per cui di gente “normale” ce n’è sempre meno».

«A volte ho un po’ paura, a una mia amica hanno strappato la collana – ammette una ventimigliese che abita nei pressi del teatro comunale -. Li vedo dal balcone. A una certa ora si mettono a mangiare, poi lasciano tutto lì. Mio figlio di fronte ha un’osteria, già quando la gente mangia bisognerebbe dire di andare via, ma chi si permette di farlo? Sento che spesso tra di loro si bisticciano. A me personalmente non hanno mai fatto niente, sarà perché do sempre loro qualche monetina. Però hanno rubato il telefonino a mia nuora che lo aveva messo nella rete del passeggino, mio figlio ha chiamato la polizia e hanno rintracciato il ladro, ma era un poveraccio, ci ha fatto pena».  «Sono prevalentemente algerini e tunisini a creare danni in città – dichiara la figlia, titolare dell’Enoteca Consani – , si mischiano ai migranti e in questo modo rubano e spacciano indisturbati. Sarebbe necessario riaprire un campo in modo da levare dal centro le persone che effettivamente sono di passaggio a Ventimiglia e individuare così i responsabili dei furti in centro». Le due donne, così come molti altri ventimigliesi da sempre solidali con i migranti, sono convinte che il problema non sia dato da chi è in cerca di un futuro migliore: «Certo creano un “problema” visivo, perché uno li vede che si lavano alle fontane, che si accampano, ma lo fanno perché non hanno altro posto – dicono – Ci sono anche tante donne con i bimbi piccoli, fanno pena e tenerezza. Non è possibile continuare a lasciarli per strada».

«Il ministro Lamorgese (ministro dell’Interno, ndr), dato che è stata interpellata e sollecitata dall’onorevole Flavio Di Muro, mi sembra un po’ un muro di gomma, non capisce – dichiara il titolare di un banco di frutta e verdura all’interno del mercato -. Potrebbe venire come al solito a fare le sfilate, passerelle con la macchina dello Stato e con la famosa scorta. No, cara Lamorgese, dimostra di essere una persona che comprende, vieni come ospite, ti ospitiamo noi nel migliore albergo a Ventimiglia però alla sera vai a prendere il gelato da sola, senza la scorta, come ci va una comune madre, una comune persona, vai alla stazione a prendere il treno da sola e allora poi ti rendi conto di cosa vuol dire, ma finché stai seduta lì, con la scorta, comoda con la macchina e ti sposti dalla tua villa al Parlamento, non ti rendi conto di cosa ha bisogno la gente e non capirai mai».

«E’ una situazione insostenibile per tutti – dichiara l’assessore Eleonora Palmero (Lega) – Prima di essere un’amministratrice sono una cittadina, quindi lo vivo sulla mia pelle. Come amministrazione stiamo chiedendo a gran voce da molto tempo che ci sia un intervento più incisivo sul territorio, speriamo che anche ultimi fatti di cronaca aiutino a focalizzare attenzione su problemi reali che gente vive tutti i giorni».

Dopo Covid-19 e alluvione, la città di confine sta tentando in tutti i modi di risollevarsi, «Ma questo non aiuta – conclude l’assessore Palmero – Non siamo più tranquilli. Che le forze dell’ordine ci siano e lavorino bene lo sappiamo e li ringraziamo, ma evidentemente non basta».