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Ddl Zan, il presidente di Arcigay Imperia: «Penalizza insulto e non la libertà. Tante le aggressioni non denunciate»

10 luglio 2021 | 08:03
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Ddl Zan, il presidente di Arcigay Imperia: «Penalizza insulto e non la libertà. Tante le aggressioni non denunciate»

«La Chiesa non deve fare pressioni verso lo Stato se cerca di fare una legge di civiltà. Se in Senato il disegno di legge va a voto segreto ho paura venga bocciato», dichiara Gianfranco Testa

Imperia. Aggressioni verbali e fisiche che spesso lasciano un segno fuori, ma sopratutto dentro. Come è successo ad una ragazza transgender nel centro di Sanremo, in piazza Colombo, assalita lo scorso inverno da una persona che è arrivata a infliggerle una coltellata nella schiena, ma che non ha denunciato il suo carnefice per paura e principalmente, come dichiarato dal presidente di Mia Arcigay Imperia, Gianfranco Testa, «per mancanza di una legge che la tuteli».

«I dati direbbero che siamo un’isola felice dove non ci sono aggressioni, ma è soltanto un miraggio. Le aggressioni ci sono, tante sono quelle verbali, ma non essendoci una legge le persone non sono motivate a denunciare», afferma ancora Testa. Questo è il motivo per cui la comunità LGBTQ+ invoca a gran voce l’approvazione Ddl Zan, uno dei temi più “caldi” del momento, di cui si è discusso a lungo soprattutto nel mese di giugno, ovvero in quello che è considerato il mese del Pride, dedicato alla diversità sessuale e all’orgoglio gay.

«Con la nostra associazione ora stiamo seguendo questa ragazza transessuale che è stata aggredita e a cui in precedenza hanno rubato il cane solo per divertimento, per fortuna lo abbiamo ritrovato. In un anno non siamo riusciti a trovarle un lavoro neanche come lavapiatti o donna delle pulizie perché quando vedono che è una ragazza transgender ci rispondono “no, nel frattempo abbiamo trovato, ci siamo sistemati” oppure “ti facciamo sapere” e poi non ci rispondono mai. La situazione è transfobica – prosegue Testa – . L’innovazione del Ddl Zan sta nel fatto che se finalmente dovesse passare, le persone Lgbtq+ potranno essere tutelate e chi fino ad adesso ha taciuto avrà lo stimolo per denunciare. Anche io stesso quando le ho subite non le ho mai denunciate».

Tra le critiche mosse al disegno di legge che porta il nome del deputato del Partito DemocraticoAlessandro Zan, la più ricorrente è sicuramente quella di rappresentare una minaccia per la libertà: «Io non vedo la libertà minacciata, a meno che per libertà non si intenda la libertà di offendere – precisa Testa – . Se una persona non lo ritiene naturale e muove delle critiche ben venga, la discussione ci sta. Il Ddl Zan non penalizza la libera espressione, ma penalizza l’insulto, le aggressioni verbali, perché magari non potranno più chiamarti “frocio” per strada perché è un’offesa. Però se uno ritiene che un rapporto omosessuale, per le sue convinzioni religiose o personali, non sia naturale, può sempre esporre le proprie opinioni che non vengono limitate, ad esserlo sono le offese».

Per il presidente dell’Arcigay imperiese si tratta di un disegno di legge che non necessita di modifiche, proposte invece da partiti come Italia Viva: «Personalmente l’ho studiato e mi sembra che vada bene così – spiega – , penso ci tuteli abbastanza, anche il fatto di poter andare nelle scuole a discutere e trattare il tema dell’omosessualità per combattere il bullismo mi sembra importante. Inoltre con la legge anche lo Stato riconoscerà la Giornata internazionale contro l’omofobia che si celebra il 17 maggio, in quanto quel giorno, nel 1990, è stata ufficialmente cancellata l’omosessualità della lista delle malattie mentali».

Anche il Vaticano è arrivato a chiedere formalmente, nella persona del monsignor Paul Richard Gallagher, di modificare il disegno di legge, una richiesta a cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha replicato in Senato: «L’Italia è uno Stato laico. Il Parlamento è certamente libero di discutere e non solo»: «Penso che gli abbia risposto bene, l’Italia è uno stato laico. Che la Chiesa pensi alla Chiesa, date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio, che ognuno mantenga i propri ruoli. La Chiesa non deve fare pressioni verso lo Stato se cerca di fare una legge di emancipazione, di civiltà, insomma, che il Vaticano si faccia un po’ gli affari suoi», dichiara Gianfranco Testa.

Dopo mesi di contrasti, il prossimo 13 luglio il disegno di legge approderà in Senato, momento in cui si terrà la discussione generale del Ddl Zan e a cui faranno seguito le votazioni. Due gli scenari possibili in seguito: l’approvazione del disegno che diventerà legge oppure la sua bocciatura e sono in molti, soprattutto all’interno del mondo politico, a propendere per la seconda opzione: «Se va a voto segreto ho paura che non passerà – afferma Testa – , ci sono molti esponenti della maggioranza che dovrebbero votare a favore, ma se il voto sarà segreto tanti voteranno contro perché c’è anche una parte cattolica che lo ostacola e non è convinta. Inoltre in giro si sono dette tante menzogne sul Ddl Zan, come quelle sull’utero in affitto che non è neanche presente nel testo. La mia paura dunque è che venga bocciato, 99 su 100. Nel Centro però c’è qualcuno favorevole, ad esempio in Forza Italia non sono totalmente contrari a questa legge».

In provincia di Imperia, secondo il presidente di Mia Arcigay, le persone sono prevalentemente favorevoli al Ddl Zan, che vuole essere una misura di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità: «Parlando con le persone, essendo che si tratta di un disegno di legge di tutela di una minoranza, in generale sono favorevoli e la ritengono anche giusta perché non protegge solo gli omosessuali e le persone transgender, ma anche le donne e le persone portatrici di handicap, è una tutela ampia».

Sabato 17 luglio a partire dalle 13 presso la sede di Mia Arcigay Imperia si terrà un open day per iniziare ad organizzare il GayPride che si terrà il prossimo anno a Sanremo, in occasione dei 50 anni della prima manifestazione pubblica di orgoglio omosessuale tenutasi proprio nella Città dei Fiori, quando un gruppo di persone omosessuali si fece accreditare ad un convegno di sessuologia internazionale dove si discuteva dell’omosessualità come malattia mentale, sabotando l’evento. Parteciperanno, oltre ad Arcigay Imperia, anche Arcigay Genova, Arcigay Cuneo e Arcigay Savona.