Il caso

Baia Verde, no all’uscita automatica dalla causa per danni di ex politici e funzionari

Il Comune di Ospedaletti si era opposto alla rinuncia agli atti presentata dal fallimento Fin.Im.

baia verde porto ospedaletti

Ospedaletti. Nuova puntata della causa milionaria, per risarcimento danni, scaturita in seguito all’annullamento dell’intero iter autorizzativo relativo al porto incompiuto di Baia Verde. Il giudice del tribunale di Genova Stefania Polichetti, sulla cui scrivania pende il fascicolo aperto da Fin.Im. del valore di oltre venti milioni di euro (la prima richiesta era stata di 155 milioni), ha sciolto la riserva che si era presa nell’ultima udienza di luglio, nella quale era emersa la rinuncia ad ogni azione, presente e futura, presentata dal fallimento dell’ex soggetto promotore del porto, appunto la Fin.Im, nei confronti di ex politici e funzionari che ebbero una ruolo nell’approvazione del progetto naufragato.

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Visti gli atti e le note depositate dai legali che assistono il fallimento (curatore il commercialista imperiese Massimo Montardi, affiancato dallo studio Galletto di Genova), e l’opposizione presentata del Comune di Ospedaletti e da un’assicurazione, il tribunale ha “ritenuto che detta rinuncia, in considerazione del suo espresso tenore, è destinata a produrre, sul rapporto giuridico processuale delle parti coinvolte, effetti più ampi rispetto a quanto prescritto ex art. 306 codice di procedura civile, che vanno consacrati in sentenza e che la spedizione a giudizio del procedimento non possa subire ulteriori rallentamenti, stante l’incertezza della proposta concordataria e l’opposizione manifestata dalle parti interessate alla sollecita definizione”.

In sostanza, rinviata, almeno momentaneamente, l’uscita di scena dal processo per ex politici e funzionari che sembrava poter avvenire automaticamente, vista la volontà espressa dal fallimento di rinunciare all’azione nei confronti delle parti fisiche chiamate in causa un decennio orsono da Fin.Im., ovvero l’ex sindaco Eraldo Crespi, il suo vice sindaco Mario Chilà, l’ex assessore all’edilizia privata Paolo Blancardi, il segretario comunale Achille Maccapani, i funzionari dell’Ufficio tecnico Roberto Marcati (in pensione) e Rocco Noto (ancora in servizio presso l’ufficio Demanio), così come l’ex vicepresidente di Regione Liguria Franco Orsi.

Si dovrà attendere la sentenza per capire, nel concreto, se l’esclusione  delle persone fisiche coinvolte sarà accolta e se un’eventuale rinuncia agli atti nei confronti di ex politici e funzionari potrà comportare effetti, in termini di maggiori responsabilità, sugli enti pubblici citati in solido: Comune, Provincia, Ministeri Infrastrutture e Trasporti, Economia e Finanze e l’Agenzia del Demanio. Responsabilità, tutte da verificare, su cui vuole vederci chiaro il Comune di Ospedaletti che, mutato il colore dell’amministrazione civica, punta, nel bene o nel male, a condividere gli esiti dell’attesa sentenza con gli ex amministratori in carica dal 2004 al 2014.

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