Autostrade, Benveduti: «Richiesti 300 milioni di euro al Mims per iniziare a compensare Liguria da caos cantieri»
«Come Regione, siamo in stretto contatto con tutte le associazioni dei trasportatori e delle attività economiche, giustamente preoccupate per una decisione che rischia di paralizzare il porto e l’intera regione»
Genova. Trecento milioni di euro di risarcimento sul quinquennio 2021-2025 per iniziare a compensare le categorie economiche liguri colpite dagli effetti negativi dei lavori autostradali. È quanto richiesto, di concerto con le associazioni di categoria, da Regione Liguria e Camera di Commercio di Genova nel dossier inviato lo scorso 28 giugno alla viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Teresa Bellanova, sulla base delle risultanze della seconda annualità dei ristori concessi ai sensi dell’art.5 del “Decreto Genova”.
A darne notizia è l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Liguria Andrea Benveduti, in risposta alla IRI 308. «Questa richiesta, che tiene conto del calo del fatturato, della riduzione della marginalità, di extracosti e della perdita di competitività del territorio – spiega l’assessore Andrea Benveduti – è un tampone iniziale per alleviare le ferite di quello che la Liguria ha dovuto subire fino adesso. E che dovrà subire, inevitabilmente, anche nell’immediato futuro, vista anche la prossima chiusura del tratto sulla A10 tra i caselli di Genova Aeroporto e Genova Pra’, in direzione Savona, dal 6 al 23 agosto, annunciata tardivamente dal ministero e da Aspi».
«Da tempo chiediamo a gran voce a questi due soggetti che l’organizzazione dei lavori venga programmata in un’ottica di riduzione dei disagi nella vita dei cittadini e dei lavoratori, e non in una semplice ricerca di efficacia ed efficienza operativa del concessionario o di sorda applicazione di burocrazie normative – aggiunge l’assessore – Questa è solo l’ennesima beffa che la Liguria si appresta a subire. Come Regione, siamo in stretto contatto con tutte le associazioni dei trasportatori e delle attività economiche, giustamente preoccupate per una decisione che rischia di paralizzare il porto e l’intera regione».