Imperia, al Festival della Cultura Mediterranea anche “Il Podestà ed Esterina” di Marzia Taruffi

1 giugno 2021 | 12:39
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Imperia, al Festival della Cultura Mediterranea anche “Il Podestà ed Esterina” di Marzia Taruffi

Opera vincitrice del Premio Acqui edito/inedito 2020

Imperia.Festival della Cultura Mediterranea di Imperia: il piacere letterario frammisto al sapore del mare, degli incontri di nuovo in presenza, degli amici che si ritrovano per ascoltarsi per scambiarsi impressioni frasi di libri ed emozioni. Grandi autori e persone con la voglia di scrivere. Tra questi ultimi Marzia Taruffi con il suo secondo libro: ”Il Podestà ed Esterina” (De Ferrari editore), opera vincitrice del Premio Acqui edito/inedito 2020.

L’appuntamento è per domenica 6 giugno alle 17.45 nell’Isola Bianca in piazzetta Fratelli Serra limitrofa a via Cascione. Introdurrà l’autrice Antonello Motosso, consigliere comunale di Imperia, delegato al settore culturale.

“Il Podestà ed Esterina” è una prova di narrativa che, con grande rispetto e quasi in punta di penna, vuol rendere attuale un grande personaggio della Riviera dei Fiori: quell’ingegnere Pietro Agosti i cui segni dell’azione amministrativa ed artistica si riscontrano ancora nella Riviera di Ponente e anche a livello nazionale. Una storia che è anche un viaggio tra passato e presente, tra misteri, amori e antichi teatri da ricostruire in una Sanremo traslata in cento anni. Due esistenze si intrecciano tra le pieghe della Grande storia quella di Pietro ( Agosti) e di Esterina, e più di un secolo dopo quella del pro nipote Roberto, rientrato dall’Argentina per ricostruire il teatro Principe Amedeo, e della giornalista Amelia. Sogni, aspirazioni voglia di riscatto e di affermazioni in un sapiente gioco di specchi che porta il lettore in un viaggio del tempo ricercando i motivi di una dannatio memoriae che merita un riscatto, attraversando il “mare dei gelsomini” dove perdersi nell’amore che toglie il respiro.

E’ il 24 aprile 1930. Una valigia zeppa di lettere, progetti e documenti viene affidata all’alba dal Podestà di Sanremo Pietro Agosti al fratello prima di partire per Roma, viaggio da cui non tornerà. Il baule nasconde un segreto d’amore e di morte che attraversa i secoli e arriva oggi al nipote Roberto, giovane ingegnere. Roberto partirà dall’Argentina per ricostruire l’antico teatro sanremese Principe Amedeo, andato perduto nel 1944, e riscattare così l’impegno della sua famiglia, condannata al buio dell’oblio. Troverà in un convento di clausura la storia di un amore eterno, quello per Esterina, ma non potrà evitare il destino che lo attende. “Sarà quello che dovrà essere” nella Sanremo di oggi tra ville d’epoca Liberty, Canzoni e fiori ma senza il mare dei gelsomini, perduto nell’antico chiosco della Musica, che già alla fine dell’Ottocento sanciva l’amore per la cultura di Sanremo.

«Sanremo è un mistero per la sua continua evoluzione, la sua capacità di essere borgo marinaresco e allo stesso tempo laboratorio di idee e città internazionale, meta dei personaggi più illustri della cultura, dello spettacolo e della politica del passato e del presente con testimonianze storiche che attraversano gli ultimi due secoli. Città magica dove tutto può accadere, anche che dal passato affiori una storia come quella che ho raccontato» – sottolinea l’autrice.

Tra i personaggi anche il sindaco Biagio Augeri che suo malgrado si troverà coinvolto nella battaglia per il ritorno dell’antico teatro ed un agguerrito storico Mauro Mauri, capace di organizzare un referendum.

Marzia Taruffi, giornalista, saggista, scrittrice, laureata in Giurisprudenza, Cavaliere dell’ordine della Repubblica, responsabile dell’Ufficio Stampa e Cultura del Casinò di Sanremo, ha pubblicato nel 2020 il romanzo; “D’indaco era il Mare”. Ha ricevuto il premio San Romolo 2020 alla Cultura del Comune di Sanremo. Il Podestà ed Esterina ha vinto il Premio Acqui edito/inedito. Tra i suoi saggi: “Uno, Cento, Mille, Casinò di Sanremo.” ( 2015) Agosti De Santis Dall’azzardo alla cultura del gioco (2017) I Quaderni dei Martedì Letterari (2016-2018).

La locandina