Il pugno duro dei sindaci del Ponente: «Sull’ospedale di Bordighera vogliamo chiarezza. Toti ci dica cosa ne sarà in futuro»

21 giugno 2021 | 20:41
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In attesa della visita del governatore ligure, atteso il 1 luglio, i primi cittadini sono pronti a sottoscrivere un protocollo e compiere gesti eclatanti

Ventimiglia. I diciassette sindaci del distretto socio-sanitario Intemelio più gli amministratori del Comune di Ospedaletti pretendono dal governatore ligure Giovanni Toti chiarezza e chiarimenti sul presente e sul futuro dell’ospedale Saint Charles di Bordighera. E lo faranno, come emerso nel vertice avvenuto nel pomeriggio presso la sala consiliare del Comune di Ventimiglia, sottoscrivendo un protocollo per chiedere a Toti cosa lo abbia portato, pochi giorni fa, a dichiarare di voler risolvere il contratto preliminare in essere con il gruppo Iclas di Rapallo e Maria Cecilia Hospital di Cotigliola (Ravenna), che si era aggiudicato la gestione dell’ospedale a seguito di una gara per l’affidamento del servizio a privati.

«Sull’ospedale di Bordighera siamo molto preoccupati – dichiara il sindaco di Ventimiglia e presidente del distretto sociosanitario Intemelio Gaetano Scullino – Perché pensavamo che a breve ci sarebbe stata la reale sottoscrizione del contratto con i privati, che avrebbe dato quanto meno un po’ di chiarezza a questo territorio e, invece, con le ultime dichiarazioni, sembra che questa possibilità sia sospesa». «Sarebbe importante che venisse il privato – aggiunge Scullino – O quantomeno sapere da parte della Regione e dal presidente Toti qual è l’intenzione per l’ospedale di Bordighera, che non può essere un ospedale di prossimità, perché non vuol dire niente. Noi abbiamo bisogno di un pronto soccorso 24 ore su 24, come hanno Sanremo e Imperia. E’ inspiegabile che l’ospedale Saint Charles sia stato sempre indebolito, quando invece abbiamo delle vallate a ventiquattro chilometri dal mare. Su Bordighera ci confronteremo col presidente Toti e la sua Giunta, perché desideriamo una risposta precisa sul futuro dell’ospedale. A seconda di quello che dirà Toti, siamo disposti anche ad azioni eclatanti pur di salvaguardare la sanità nel nostro territorio».

A difendere il Saint Charles, con i denti e con le unghie, saranno tutti i sindaci insieme, come sottolinea il primo cittadino di Bordighera, comune proprietario dell’ospedale, Vittorio Ingenito: «C’è una ferma difesa da parte di tutti i sindaci dell’ospedale Saint Charles, ma quando parliamo di ospedale, parliamo di pronto soccorso, reparti connessi e con la possibilità anche di avere il valore aggiunto del privato – dichiara Ingenito -. Perché quanto emerso, è la volontà di comprendere perché il privato non può dare seguito a questo contratto: quali sono le ragioni? Ci sarà anche diretta presa di posizione da parte di tutti i sindaci per fare una richiesta espressa al presidente Toti per la difesa del nostro presidio ospedaliero».

Sono sulle barricate, i sindaci, soprattutto per la modalità con cui Toti ha comunicato la volontà di risolvere il contratto con il privato: diramando una nota stampa, senza che a loro, rappresentanti del territorio, venisse anticipato nulla. «E’ stato un fulmine a ciel sereno – aggiunge Ingenito – E noi tutti oggi ci chiediamo quali siano le ragioni per le quali se un contratto preliminare è stato sottoscritto a settembre dell’anno scorso, quindi dopo la prima ondata pandemica, perché ora siano cambiate le condizioni. Siamo tutti consapevoli di quanto sia difficile per il pubblico portare avanti il pronto soccorso al quale comunque noi, come sindaci, non vogliamo rinunciare».

A battere sulla nota dolente del motivo che ha spinto il presidente ligure ad annunciare la risoluzione del contratto, chiedendo a chi siano attribuibili le precise responsabilità di tale scelta, è il sindaco di Dolceacqua Fulvio Gazzola: «Dobbiamo capire il perché si vuole risolvere il contratto. Se c’è un contratto, infatti, qualcuno dovrà rispettare la norma e, se non lo fa, dovrà subirne le conseguenze. C’è stata una gara, qualcuno ha accettato di partecipare e qualcuno ha vinto questa gara dando delle garanzie e ora si tratta di comprendere se il passo indietro è del privato o è della Regione».

«Il Ponente è abbandonato», hanno ripetuto più volte i sindaci nel corso della riunione. Un grido di dolore che si sente da anni, ma di cui oggi, più che mai, si è presa coscienza. «Credo che in questo momento il territorio del Ponente ha importanti rappresentanti politici: da parlamentari, a sottosegretari, a vice presidenti regionali, assessori e consiglieri – dichiara Armando Biasi, sindaco di Vallecrosia – Per cui io non mi rivolgo tanto al loro ruolo politico, ma istituzionale. Siamo qui come sindaci a prescindere dalle nostre ideologie e prendiamo atto che negli ultimi venticinque anni, non so per quale motivo, non è mai stata presa in considerazione la tutela di questo territorio: da Ventimiglia a Ospedaletti. L’ospedale è soltanto la punta dell’iceberg, ci sono anche le infrastrutture, l’Aurelia Bis, tutta la programmazione e, non ultimo, l’esistenza di questo contratto sottoscritto in cui una serie di clausole molto vincolanti ci fanno scoprire, a distanza di un anno e mezzo, che molto probabilmente l’ospedale non diventerà privato».  «Come sindaci – aggiunge – Attendiamo con trepidazione l’arrivo del nostro presidente Toti, perché comunque vada lui ha anche la delega alla Sanità. Un dato è certo: non possiamo più essere considerati figli di un dio minore come territorio. Ogni mattina mandiamo da questo territorio cinquemila persone a lavorare al di là in Francia, che portano economia in questo territorio. Credo che meritiamo dopo tutti questi anni di chiacchiere: dignità, soprattutto sulla programmazione. Siamo, dunque, attendere il primo di luglio non per una passerella, ma per risposte certe ai nostri dubbi legati all’ospedale. Che sia Toti oggi, che sia stato Burlando ieri, chiunque esso sia ed è palese agli occhi di tutti: il Ponente viene sistematicamente vessato, siamo troppo lontani da Genova e questi sono i risultati».

Mentre i sindaci si dicono pronti a consegnare al prefetto di Imperia le loro fasce tricolori, dai corridoi di palazzo arrivano voci sul ritorno a Sanremo, a partire dal prossimo 5 luglio, del reparto di Ortopedia attualmente a Bordighera. Di conseguenza, il Saint Charles perderebbe anche la presenza fissa del medico anestesista, che resterebbe garantita solo tre giorni a settimana negli orari del Day Surgery. Un altro tassello verso lo smantellamento di un compendio ospedaliero di proprietà comunale che, come sottoscritto da un protocollo del 26 ottobre 2004, è stato per anni gestito gratuitamente dall’Asl1 Imperiese (che non doveva dunque pagare alcun affitto al Comune di Bordighera) alla condizione che venisse potenziata la struttura destinata all’emergenza e restassero operativi i reparti ad esso connessi. Da ormai vent’anni, però, l’ospedale conosce un lento e inesorabile declino che potrebbe portarlo, come temono i sindaci, a trasformarsi in un ospedale di comunità, ovvero in un presidio dai 20 ai 40 posti letto massimi a gestione prevalentemente infermieristica.