Emergenza migranti a Ventimiglia, è guerra tra sindaco e prefetto

Il comitato ha invitato Scullino a ripensare a un centro di transito
Ventimiglia. Dopo una missiva al veleno e le dichiarazioni rilasciate alla stampa al termine del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, è scontro tra il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino e il prefetto di Imperia Alberto Intini sul tema emergenza migranti.
«Con riferimento alle dichiarazioni del Sindaco di Ventimiglia, riportate da alcuni organi di stampa – replica la prefettura – Si rappresenta che l’affermazione attribuita al Prefetto secondo la quale “a Ventimiglia ci sono 50 migranti” è totalmente destituita di alcun fondamento. Al contrario, nel corso del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, che si è svolto presso la Prefettura di Imperia il 17 giugno scorso, con la partecipazione dei vertici provinciali delle Forze di polizia, nonché dei responsabili regionali e locali della Polizia Stradale, della Polizia Ferroviaria e della Polizia di Frontiera, come risulta dal relativo verbale, è stato precisato che i pasti somministrati ai migranti in località Gianchette, nell’ultimo periodo (maggio e metà giugno) sono in media circa 100 al giorno, in aumento rispetto alla media giornaliera del primo quadrimestre del 2021 che era di 60 pasti;
che i migranti individuati dalle volanti del Commissariato di Ventimiglia per turno di servizio risultano, nell’ultimo mese di maggio, in numero di 25 presenze in media presso la stazione ferroviaria ed in numero di 22 presenze in media alla foce del fiume Roja e che il numero di migranti respinti dalla Francia risultano in media 52 al giorno nel corrente mese di giugno, a conferma del trend in netto calo che si registra da aprile di quest’anno (fino a marzo scorso la media giornaliera di respinti era di circa 100 migranti al giorno), quando, a seguito di rinforzi ricevuti dal Ministero dell’Interno, il Settore di Polizia di Frontiera di Ventimiglia ha intensificato i servizi di propria competenza».
Parole di fuoco, quelle che si leggono nella nota stampa diramata dalla Prefettura. Sui migranti presenti nella città di confine, è sottolineato, «non è stato fornito, né ipotizzato, alcun numero complessivo». Mentre «nel corso del Comitato è stato ribadito al Sindaco di Ventimiglia che gli irregolari, identificati dalle Forze di polizia nel corso del controllo del territorio, vengono condotti all’Ufficio Immigrazione della Questura e sottoposti a provvedimento di espulsione del Prefetto e di ordine del Questore a lasciare il territorio dello Stato». Se in tutto il 2020 i provvedimenti di espulsione erano stati 348, da inizio del 2021 si registrano già 474 interventi.
Richiedenti asilo. «Per coloro che manifestano la richiesta di asilo politico, anche per il tramite delle associazioni di volontariato – spiega il Prefetto – Viene avviato al percorso di protezione internazionale e collocato dalla Prefettura nei CAS della provincia, ovvero, tramite il Ministero dell’Interno, nelle strutture di accoglienza di altre regioni. Da inizio anno, si precisa, sono stati collocati presso i CAS quasi 200 richiedenti asilo; infine, circa la restante parte di migranti, si registra un dato medio ormai costante nell’ultimo anno: dall’analisi dei dati dei servizi sul territorio delle Forze di polizia emerge che una percentuale variabile tra il 60 ed il 70 per cento dei migranti controllati sono regolari, in quanto titolari di permessi di soggiorno di vario titolo, in particolare connessi al percorso in atto volto al riconoscimento della protezione internazionale».
La replica alle richieste di Scullino. «Con riferimento, quindi, alle richieste del Sindaco di Ventimiglia circa un “intervento massiccio risolutivo” e la necessità che “i migranti irregolari devono essere caricati su un pullman e portati via”, è stato ribadito che nei confronti degli irregolari vengono eseguite le procedure previste dalla normativa in materia – specifica Intini – Con gli ampi risultati di cui sopra, mentre nei confronti dei migranti regolari (che rappresentano, come detto, circa i due terzi delle presenze nella zona di Ventimiglia) non è possibile alcuna forma di allontanamento o trasporto coatto, se non sulla base di interventi di polizia giudiziaria nel caso di commissione di reati, i cui indici sono tuttora molto contenuti».
Centro di transito per migranti. «Circa, infine, il noto problema di un Centro di transito ed identificazione per migranti, la più volte ribadita contrarietà del Sindaco di Ventimiglia non consente, per la normativa vigente, l’attivazione di alcuna procedura di gara ad evidenza pubblica per la sua istituzione da parte del Ministero dell’Interno – puntualizza la Prefettura -. Nel corso del Comitato, il medesimo primo cittadino è stato nuovamente invitato a valutare, comunque, la necessità di attivare piccole strutture di accoglienza di persone vulnerabili, non solo stranieri, unitamente ai sindaci del Distretto Socio-sanitario di Ventimiglia, da distribuire sull’intero territorio di confine, al fine di assicurare l’assistenza socio-sanitaria, di competenza dei Sindaci, a favore di persone senza fissa dimora o in condizione di disagio, togliendole così da situazioni di abbandono sul territorio. Tale proposta, avanzata già dal dicembre scorso, e successivamente ribadita, da questa Prefettura, anche in forza di un bando del Ministero dell’Interno per il finanziamento (per un totale di 5 milioni di euro) di opere per la ristrutturazione di strutture ricettive, nonostante una iniziale disponibilità, non ha avuto ad oggi alcun riscontro da parte di nessuno dei 18 Sindaci del Distretto Socio-sanitario di Ventimiglia».
L’invito al silenzio. «Si precisa, infine, che gli argomenti trattati nel corso dei CPOSP sono riservati e come tali divulgabili esclusivamente sulla base di autorizzazione del Comitato stesso, consenso che non risulta essere stato rilasciato nell’occasione ad alcuno, neanche al Sindaco Scullino, che ha pertanto ritenuto di effettuare dichiarazioni alla stampa a titolo esclusivamente personale».