Sulle Alpi Liguri il miracolo della vita, è tempo di nascite per i caprioli

22 maggio 2021 | 09:29
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Sulle Alpi Liguri il miracolo della vita, è tempo di nascite per i caprioli

L’avvertenza del tecnico faunistico del Parco Regionale Valentina Borgna: «I cuccioli non vanno toccati»

Sanremo. In queste settimane i caprioli partoriscono in propri cuccioli. Questa specie, comune nell’entroterra della provincia di Imperia, ha un comportamento peculiare nel rapporto con la prole. La quale non va assolutamente toccata. Il perché lo spiega il tecnico faunistico del Parco Regionale delle Alpi Liguri, Valentina Borgna «In questo periodo assistiamo alla nascita di molte specie sia domestiche che selvatiche. I cuccioli quando nascono sono inodore per non essere “troppo” facilmente predati. Esistono sostanze chimiche chiamate feromoni che creano una comunicazione invisibile tra la madre e la propria prole, se noi umani tocchiamo un cucciolo per esempio di capriolo pensando che sia stato abbandonato, impediamo all’olfatto della madre di riconoscere il piccolo che a quel punto resterà davvero preda degli eventi».

Parlando del capriolo la naturalista ci spiega «Normalmente partorisce due piccoli all’anno raramente uno, raramente tre, li pone in posti diversi in modo che se una volpe, un cane rinselvatichito o domestico non tenuto adeguatamente all’ordine, oppure un lupo trovassero un piccolo e se ne nutrissero, ci sarebbero ancora il 50% di possibilità di salvare l’altro fratello o sorella cucciolo di capriolo. Questa è una strategia della natura perché tutto un lavoro lunghissimo e dispendiosissimo in termini di costi e benefici possa portare i meritati buoni frutti. Il capriolo infatti è il primo tra gli ungulati selvatici ad affrontare il tempo degli amori tra metà luglio e metà agosto, deve riuscire a terminare la gravidanza per maggio/giugno, periodo rigoglioso per la vegetazione, quindi il latte è più ricco e appena sono svezzati i piccoli hanno un nutrimento ricco di buoni elementi, ma tra luglio e maggio il periodo di gravidanza per una specie delle sue dimensioni è troppo lungo se pensiamo inoltre che il parto riguarda quasi sempre due cuccioli».

Aggiunge Borgna «Ecco che la natura ha creato uno stratagemma, ha inventato un fenomeno che si chiama “Diapausa embrionale”, i piccoli restano bloccati come congelati per una stagione, quella autunnale nel periodo che intercorre tra l’equinozio di ottobre per poi far ripartire lo sviluppo dei feti intorno al 21 dicembre, periodo del Solstizio invernale. Quando nascono i piccoli sono maculati perché siano più mimetizzati e inodore, per i motivi precedentemente raccontati. Non toccate i piccoli di capriolo, andrebbero incontro a morte sicura e non pensiate che la mamma li abbia abbandonati, se siete a funghi o state facendo una bella passeggiata osservate le meraviglie della natura ma come se foste in un museo non toccate e non spostate ciò che per sua natura è lì».