Stop alla quarantena per chi viene dalla Francia, ma il mercato di Ventimiglia resta sottotono

21 maggio 2021 | 14:30
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Maggiore affluenza sia da parte degli ambulanti che dei clienti, ma non c’è paragone con il pre Covid

Ventimiglia. Le immagini di pochi e solitari banchi sparsi per la città sono ormai lontane, ma altrettanto, almeno per il momento, sembrano essere quelle di folle oceaniche in vena di acquisti. Il mercato del venerdì di Ventimiglia non è ancora decollato: a mancare sono sempre i francesi.

Anche se dal 16 maggio scorso chi viene dalla Francia non è più soggetto all’obbligo di quarantena, i turisti d’oltralpe che superano il confine sono ancora troppo pochi per risollevare il commercio ventimigliese, che da sempre si è basato sulla loro presenza per sopravvivere.

«Ora possono venire, qualcuno c’è, ma non possiamo paragonare il mercato di prima a quello di oggi», dice un ambulante. E non perché sia ancora mattina (al momento della realizzazione dell’intervista, ndr): «A quest’ora, un anno e mezzo fa, non vedevamo neanche l’asfalto da quanti erano». Sono in molti a pensarla così: i francesi, e forse non solo loro, hanno cambiato abitudini nel pieno dell’emergenza sanitaria, quando il Covid-19 ha costretto il mondo a fermarsi. I ritmi sono cambiati e le persone che avevano necessità di acquistare qualcosa, lo hanno fatto giocoforza utilizzando internet.

La pensa così anche Fabrizio Sorgi (Fiva Confcommercio): «La scorsa settimana, quando in Francia era festa, abbiamo avuto un buon afflusso – dice – Oggi ci aspettavamo un po’ più di gente, visto che c’è anche il gran premio di Montecarlo, ma il mercato langue dal punto di vista dei turisti francesi». «Un’importante fetta di mercato – aggiunge – Si è ormai direzionata su Amazon. L’acquisto è considerato una necessità, come lo sono i farmaci o la spesa. Si esce volentieri, è vero, ma per mangiare un gelato o una pizza, non per comprare». Se si abbraccia questa tesi di pensiero è evidente che il mercato non costituisca più un’attrattiva, ma solo il “contorno” di ciò che già c’è: una piazza, un lungomare, il luogo della movida. Per questo Sorgi lancia un appello: «Mi auguro che i Comuni che stanno pensando di spostare i mercati in luoghi periferici ci ripensino: il mercato non ha più la forza attrattiva di un tempo».

Che i francesi ci siano, ma siano pochi, lo conferma anche Pino Piccolo (Anva Confesercenti) : «C’è un po’ più di libertà, ora possono venire con il vaccino o un tampone negativo, quindi si vede un maggiore afflusso di persone – dichiara – Ma paragonarlo al boom di un tempo no, anche se si comincia a respirare. Anche i banchi sono tornati quelli di un tempo: tutti abbiamo bisogno di lavorare». Una nota positiva sembra essere quella di un ridimensionamento delle tariffe che gli ambulanti del mercato di Ventimiglia hanno sempre pagato salatissime, soprattutto rispetto agli altri mercati: «Attendiamo l’ufficialità – anticipa Piccolo – Ma siamo stati ascoltati: c’è stata una volontà di venirci incontro perché hanno capito le nostre proteste».

Un po’ di ottimismo, anche se ancora timido, inizia comunque a trapelare. «Sembra che ci sia un po’ più di gente rispetto agli altri venerdì – dice un commerciante – Per cui speriamo che vada un po’ meglio dopo questi mesi in cui senza francesi il mercato era praticamente fermo». «Erano cinque mesi che non venivo più a Ventimiglia – spiega Alì, commerciante di minerali e fossili – Cinque mesi che ho vissuto malissimo, senza lavoro. Ora i francesi possono venire e questo è un bene perché senza di loro Ventimiglia è ferma».

Da parte loro, anche i francesi sembrano felici di poter tornare (quasi) liberamente in Italia: «Sono felicissima di essere qui – dice una signora che passeggia tra i banchi – Amo l’Europa ma l’unico paese dove si può vivere è l’Italia, la amo molto».