Scuola Forestale di Ormea: didattica innovativa con il cantiere di ingegneria naturalistica
«Le attività si sono svolte nel parco della nostra scuola, gli interventi effettuati hanno migliorato le potenzialità didattiche e ricettive del parco stesso» – dice la docente Raffaella Zerbetto
Ormea. Il mese di maggio per le classi quinte in genere rappresenta l’inizio dello stress di fine anno scolastico in preparazione dell’esame di stato ma per la quinta A e la quinta B della Scuola Forestale di Ormea maggio ha regalato alcuni importanti momenti di “gioia formativa” grazie al cantiere didattico di ingegneria naturalistica.
«Si è trattato della terza edizione di questo tipo di cantiere didattico ma per la prima volta le classi hanno lavorato in gruppi gestiti dagli istruttori di AIFOR (Associazione Istruttori Forestali) su tre ambiti distinti: la realizzazione di tavoli e panche, la sistemazione di un pendio mediante palificata, la costruzione di un anfiteatro in legno – spiega Raffaella Zerbetto, laureata in Scienze Forestali e Ambientali ed ITP della Scuola Forestale – Ricordiamo che l’ingegneria naturalistica è una disciplina che si occupa di gestire il territorio mediante l’utilizzo di piante o parti di esse con pietrame, stuoie vegetali, legname e acciaio».
«Le attività si sono svolte nel parco della nostra scuola, gli interventi effettuati hanno migliorato le potenzialità didattiche e ricettive del parco stesso – aggiunge la Zerbetto – L’organizzazione dell’evento è partita l’autunno scorso e ha richiesto un impegno di tipo finanziario di cui si sono fatti carico la scuola, la fondazione “CRC” ed il comune di Ormea».
«Ho potuto assistere ad un momento di grande scuola. ‘Imparare facendo’ non è solo un motto che caratterizza la Scuola Forestale di Ormea. È una vera e propria metodologia didattica, che avvicina gli studenti alle potenzialità che l’indirizzo di studi offre loro. Un plauso va ai docenti che, nonostante le difficoltà, hanno organizzato il cantiere in modo impeccabile, nel rispetto delle norme di sicurezza che l’attività richiede» – conclude la dirigente dell’istituto Mara Ferrero.