I dettagli

Sanremo, progetto di Rivieracqua per trasformare il bacino tra i due porti in una piscina naturale

Sarà presentato nel corso delle prossime settimane al Comune. Lavori a scomputo degli oneri per la riqualificazione dell'albergo di Portosole

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Sanremo. Trasformare il bacino tra i due porti in una piscina naturale, sfruttando l’acqua dolce proveniente dalle falde filtrate dalla galleria della nuova stazione dei treni. Ha del futuristico il progetto a firma dei tecnici di Rivieracqua che sarà presentato nei prossimi giorni a Palazzo Bellevue.

L’opera, del valore stimato di 1,5 milioni di euro, sarebbe finanziabile con gli oneri che Portosole dovrà al Comune per la riqualificazione del proprio albergo incompiuto. Stando ai primi dettagli dello studio predisposto da Rivieracqua – nel frattempo diventato il gestore unico provinciale del servizio idrico integrato della provincia di Imperia -, gli oneri potrebbero essere impiegati in un progetto volto ad ottenere due risultati: migliorare la qualità del mare e mitigare il rischio ambientale provocato dall’inquinamento dei rii San Lazzaro e San Francesco, causa principale dei divieti di balneazione che solitamente fioccano nell’area durante la stagione estiva.

I dettagli. L’aspetto principale del piano di Rivieracqua è l’incanalamento che si farebbe della massa d’acqua dolce proveniente dalla galleria ferroviaria, a circa 13 chilometri di distanza dalla costa, per portarla, attraverso un sistema di sfiatatoi e pompe, nel centro del bacino tra i due porti. Acqua che, secondo i primi studi, sarebbe di ottima qualità perché filtrata dalla stessa galleria costruita per lo spostamento della ferrovia a monte.

Nel progetto dalla società consortile dell’acqua pubblica, inoltre, sono previste due nuove stazioni di sollevamento per risolvere la problematica storica che interessa l’impianto realizzato nei giardini di Pian di Nave (praticamente al collasso e che provoca forti miasmi). Infine, per evitare che il rio San Lazzaro e il San Francesco sfocino a riva, delle apposite condotte permetterebbero di scaricare la loro portata in mare aperto.

Già adesso una parte di quest’acqua dolce che si vorrebbe sfruttare per depurare quella di mare finisce tra i due porti. Ne sono testimonianza le bolle che talvolta si notano fuoriuscire dalla superficie all’angolo tra l’incompiuta di Portosole e il Morgana, di fronte al porticciolo a secco della Lega navale. Se quella fonte sorgiva – come ipotizzano i tecnici di Rivieracqua -, fosse incanalata e pompata in mare in gran quantità, andrebbe a diluirsi con l’acqua salata, mitigandone “il sapore” e provocando l’ossigenazione e un ricircolo. Insomma, una piscina naturale, da consolidare con l’installazione di una diga galleggiante.

La prima ipotesi progettuale per risolvere il problema della balneabilità tra i due porti risale a decenni fa, quando si era pensato di realizzare tre piscine pubbliche per compensare la comunità della cattiva qualità del mare stretto tra il Porto Vecchio e Portosole. Il progetto delle piscine fu abbandonato perché non ritenuto più al passo con i tempi. Di recente, con la ripresa dell’iter per il completamento dell’albergo annesso all’approdo turistico, voluto dal fondo finanziario dei fratelli Reuben, subentrato alla precedente gestione del Gruppo CozziParodi, in Comune si è tornati a parlare di cosa fare per migliorare la qualità del mare in quel delicato punto della costa. L’ultima idea avanzata da Portosole prevedeva la realizzazione di un mega impianto per il ricircolo dell’acqua, da realizzare in accordo con i proponenti del restyling del Porto Vecchio. A questa ipotesi ora si va ad aggiunge quella di Rivieracqua.

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