Il "ponte"

Più di 20 chilometri a nuoto senza una gamba: Salvatore Cimmino arriva a Sanremo con due ore di anticipo

«Lo dedico a tutte le persone con disabilità, che noi, insieme, dobbiamo liberare»

Sanremo. Tra urla di incitamento e applausi, dopo cinque ore in mare, Salvatore Cimmino ha raggiunto Sanremo a nuoto intorno alle 14,15. «Sto bene, benissimo», le prime parole dell’atleta disabile che intorno alle 9,15 di stamani, dalla spiaggia di Nervia, a Ventimiglia, ha dato il via al suo giro d’Italia per richiamare l’attenzione sui ritardi nell’applicazione dei Peba (Piani di eliminazione delle barriere architettoniche), oltre che sensibilizzare l’opinione pubblica verso una politica volta all’inclusione sociale.

«Questo primo “ponte” (così Cimmino chiama le tappe del suo giro a nuoto) lo dedichiamo a tutte le persone con disabilità nel nostro paese – ha detto ancora nell’acqua – Insieme a voi li dobbiamo liberare dalla prigione che è la disabilità. Qui in Liguria le persone che hanno bisogno di ausili, di dispositivi protesici, hanno dei seri problemi di accessibilità. Per cui mio rivolgo al presidente della Regione e spero che mi ascolti: faccia qualcosa, interpelli al più presto i vari responsabili di tutte le Asl della regione affinché semplifichino, per rendere disponibili al più presto, tutte le tecnologie di cui hanno bisogno le persone con disabilità perché anche loro hanno il diritto di partecipare alla vita attiva, hanno il diritto di essere liberi, hanno il diritto di esercitare in libertà il diritto di cittadinanza. E mi aspetto qualcosa di importante nelle prossime ore, non nei prossimi giorni».

Ai giornalisti che attendevano il suo arrivo presso il Circolo Canottieri di Sanremo, Cimmino ha detto che l’accoglienza ricevuta, nell’estremo ponente ligure è stata «commovente».

«Il Giro d’Italia è iniziato nel migliore dei modi – ha dichiarato – E sono certo che tutte le tappe saranno così perché la disabilità è presente con forza su tutto il territorio nazionale. Tante persone aspettano di essere liberate. Questo giro è per far comprendere che la disabilità risiede nella società e non nella persona. Se noi rendiamo disponibile l’enorme patrimonio tecnologico, coniugato con il patrimonio legislativo di cui il nostro paese è dotato, allora veramente possiamo raggiungere questo obiettivo: liberare le persone con disabilità da questa prigione significa metterle nelle condizioni di partecipare alla vita attiva del paese, significa liberare le potenzialità di oltre 5milioni di persone, di contribuire a migliorare la qualità della vita dell’intero paese».

Sul percorso di oltre 20 chilometri tra Ventimiglia e Sanremo, ha detto: «Siamo stati fortunati, il mare era veramente una tavola, a parte l’ingresso qui del porto, per il resto è stato un bellissimo esercizio».

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