Giovane suicida dopo aggressione a Ventimiglia, Progetto20k chiede giustizia per Baldi Moussa
«Al momento è in corso uno sciopero della fame da parte dalle persone rinchiuse nel centro di rimpatrio»
Ventimiglia. «Denunciamo il tragico evento della morte di Baldi Moussa, con l’impegno di sostenere qualunque procedimento giuridico-legale necessario per la ricerca della verità e della giustizia». Ad annunciarlo dalla propria pagina Facebook è il collettivo Progetto20K, in merito al suicidio di Baldi Moussa, 23enne proveniente dalla Guinea, trovato morto impiccato nel Cpr di Torino, dove si trovava in isolamento.
Il 9 maggio scorso, il giovane era stato massacrato di botte da tre italiani a Ventimiglia. Alla base del violento pestaggio, secondo quanto ricostruito fino ad ora, il tentativo di furto di un telefono cellulare avvenuto al Carrefour di via Roma. Subito dopo l’aggressione Baldi Moussa era stato trasportato in ospedale e poi, una volta dimesso, trasferito a Torino perché irregolare sul territorio italiano e colpito da decreto espulsione.
«Come riportato dalla rete no CPR – spiegano gli attivisti di Progretto20K – Al momento è in corso uno sciopero della fame da parte dalle persone rinchiuse nel centro di rimpatrio in sostegno del compagno trovato morto nella giornata di domenica 23 maggio, e per denunciare le condizioni critiche e detentive del centro. Durante la notte, un gruppo di persone solidali si è radunato sotto le mura del Cpr per urlare la rabbia delle persone senza voce e per chiedere giustizia e verità per il giovane Baldi Moussa».