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Covid, il presidente della Regione Toti: «La scuola terminerà con l’80 per cento della presenze in classe»

21 maggio 2021 | 19:05
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Covid, il presidente della Regione Toti: «La scuola terminerà con l’80 per cento della presenze in classe»
Covid, il presidente della Regione Toti: «La scuola terminerà con l’80 per cento della presenze in classe»
Covid, il presidente della Regione Toti: «La scuola terminerà con l’80 per cento della presenze in classe»
Covid, il presidente della Regione Toti: «La scuola terminerà con l’80 per cento della presenze in classe»

«L’accordo col Piemonte per vaccinare i turisti? Concordato col generale Figliuolo, mi sembra una cosa di buon senso»

Genova. «Ho firmato  l’ordinanza che prevede che si continui con la scuola con l’80 per cento in presenza». lo ha detto il presidente della Regione Giovanni Toti nel corso del punto stampa serale sul covid.

«La curva dei contagi  sta scendendo significativamente, ma considerando l’affollamento dei mezzi pubblici che resta interdetto al 50 per cento e anche in ragione dei nostri contatti con la Direzione scolastica regionale, secondo la quale non è neppure produttivo riorganizzarsi per così pochi giorni, ci siamo convinti, di comune accordo, che fosse opportuno che l’anno scolastico finisca così per poi da settembre ricominciare finalmente con la scuola che tutti noi auspichiamo», ha specificato il governatore.

«L’accordo col Piemonte per vaccinare i turisti? Concordato col generale Figliuolo, mi sembra una cosa di buon senso»

«Domani incontrerò il governatore del Piemonte Alberto Cirio per parlare della possibilità di un accordo reciproco tra le due regioni per vaccinare i cittadini durante i mesi centrali dell’estate. Liguria e Piemonte hanno un interscambio turistico  molto elevato. Sono molti i cittadini della Liguria che hanno una seconda casa in affitto o di proprietà sulle  montagne del Piemonte, sono forse ancora di più i piemontesi che hanno una seconda casa, o che comunque permangono nella nostra regione per periodi di tempo piuttosto lunghi. Certamente un po’ di pubblicità al proprio territorio non guasta mai, ma non stiamo facendo operazioni di “vacanza più vaccino” come promozione turistica del territorio. Stiamo cercando semplicemente di fornire ai cittadini la possibilità di fruire dei servizi delle nostre due regioni. Penso ai nonni che portano al mare per l’intera stagione i nipoti piccoli, alle famiglie  in cui uno dei coniugi si incarica di tenere al mare o in montagna i propri propri figli per un lungo periodo di tempo, ai lavoratori stagionali che vengono da altre regioni. Ritengo che legittimamente debbano avere accesso ai servizi vaccinali della nostra regione. Ho spiegato esattamente la filosofia di tutto questo al generale Figliuolo, non si tratta di dire “venite tre giorni ad Alassio vi paghiamo albergo, più ombrellone, più vaccino, ma  si tratta di dare servizi.  La scuola finirà il 9 di giugno, mamme o papà si trasferiranno coi bambini nella seconda casa sulle Riviere, magari sono una mamma o un papà che hanno figli piccoli sono sulla trentina, quindi non sono  ancora entrati nelle categorie vaccinali della propria regione,  penso, quindi che lo si possa  fare senza doverli obbligare a smontare casa e riportare i bambini a Torino, Cuneo, o viceversa a Genova, Savona se stanno a Prato Nevoso o  a Limone Piemonte. Mi sembra una cosa di assoluto buon senso, anche per quanto riguarda la semplificazione delle procedure», ha detto Toti.

Gli interventi.

Filippo Ansaldi, responsabile prevenzione Alisa
“Il quadro epidemiologico della nostra regione osserva una curva di incidenza in diminuzione assolutamente verticale con dati inferiori a 0.5 casi ogni 10.000 abitanti alla settimana che significa che la nostra incidenza cumulativa è al di sotto della soglia di attenzione. In particolare, la terza ondata e il periodo successivo, sono stati caratterizzati da una minore incidenza con il 30% di casi in meno rispetto a quanto è successo sul territorio nazionale. Oggi abbiamo un’incidenza cumulativa pari a 38 casi ogni 100.000 abitanti negli ultimi 7 giorni, con tre delle quattro province liguri con un’incidenza inferiore ai 50 casi che rappresentano il cut off per la zona bianca.
Il report di monitoraggio numero 53 mostra un RT pari a 0.7 con un tasso di occupazione e pressione nei nostri ospedali ben al di sotto della soglia: è infatti pari al 22% per i reparti di terapia intensiva e al 14% per i reparti di tipo medico. Dall’inizio della seconda ondata abbiamo osservato una diminuzione dell’età media dei pazienti ospedalizzati, passando da quasi 74 anni a meno di 69 anni, con una durata del ricovero che si sta avvicinando ai 10 giorni per ogni paziente. Globalmente, abbiamo una valutazione del rischio epidemiologico bassa, se gli attuali valori saranno confermati per tre settimane, il 7 giugno saremo in area bianca.

Barbara Rebesco, referente logistica vaccino anticovid
“La Liguria si conferma sempre al primo posto per quanto riguarda la performance dei vaccini somministrati rispetto a quelli consegnati, in alcuni casi, come per il vaccino Moderna siamo addirittura arrivati al 100% di utilizzo. Riusciamo a ottenere questa questo tipo di risultati grazie una costante attività di controllo delle giacenze nei diversi siti, insieme a una loro riallocazione. La percentuale di dosi somministrate in rapporto alla popolazione in Liguria è pari al 54%. Il monitoraggio delle dosi consegnate, inoltre, mostra un incremento: siamo passati da una media settimanale di oltre 85.000 a una media di 134.000 dosi consegnate”.

Angelo Gratarola, responsabile dipartimento interaziendale regionale emergenza urgenza
“Si chiude una settimana con una drastica riduzione del numero dei pazienti Covid positivi passati nei Pronto Soccorso, che si approssima ormai allo zero in tutta la Regione. Questo porta anche ad una riduzione molto rapida e quindi una curva molto ripida in diminuzione dei ricoverati in media intensità e, seppur più lentamente, ma in modo significativo, anche in terapia intensiva. C’è stata un’inversione di rotta, gli ospedali hanno continuamente cambiato mission dei singoli reparti, convertendo reparti prima destinati ai pazienti Covid ai pazienti non Covid. La pressione sui Pronto Soccorso è di fatto aumentata, seppur in modo non drammatico, ma comincia comunque a essere significativa la pressione per pazienti non Covid nei vari Pronto Soccorso e, in particolare, quelli della città di Genova. Questo è segno di un cambiamento. La malattia Covid sta davvero arretrando e fa spazio a tutta quella quota di altra patologia che avevamo tenuto un po’ in riserva nei mesi passati. Credo che questo sia un segno ormai robusto. Grazie alla campagna vaccinale massiccia, prevalentemente ha potuto garantire questo tipo di trend”.

Matteo Bassetti, direttore clinica malattie infettive dell’ ospedale policlinico San Martino di Genova
“È stata la miglior settimana da mesi a questa parte. Chiudiamo la giornata con tre giorni consecutivi senza un accesso in malattie infettive dal pronto soccorso. E siccome oggi il reparto di malattie infettive è quello che dovrebbe accoglierli, vuol dire che il San Martino, che è il primo polo della Liguria, non ha avuto accessi negli ultimi tre giorni: quel ‘rubinetto’ di cui abbiamo parlato nelle passate settimane si è definitivamente chiuso. Questo mi pare un dato molto importante, prova ne è che il San Martino ha riconvertito nell’ultima settimana l’intero padiglione 12 da reparto covid alla sua originale missione. Rimangono aree covid una parte del pronto soccorso, un piano delle malattie infettive e un reparto che si occupa, come contenitore, dei malati non covid ma positivi al tampone. È stata una settimana importante per come è mutato lo scenario. Per quanto riguarda i progetti in corso, riporto il dato relativo ai monoclonali: la Liguria rimane ancora oggi al primo posto in Italia, nonostante altre regioni ci abbiano superato, ma hanno un’incidenza decisamente maggiore rispetto alla nostra. Ovvero: la Liguria ha un’incidenza di infezioni decisamente più basse, ma si mantiene tra i più alti come utilizzo dei monoclonali. I monoclonali hanno raggiunto, questa settimana, le 350 dosi in Liguria. Continua l’utilizzo, anche se per fortuna in misura minore, in quanto i malati candidabili al trattamento si sono ridotti. Stamattina, invece, è partito al San Martino il protocollo dell’utilizzo del Molnupiravir. San Martino insieme ad altri 6 centri italiani. Al momento nessuno ancora ha arruolato pazienti. Noi abbiamo sensibilizzato il nostro gruppo dei Medici di Medicina Generale della provincia di Genova e ci auguriamo di poter trattare nelle prossime ore il primo paziente con questa pastiglia antivirale, che speriamo poi possa cambiare la storia della malattia. Concludo con un annuncio importante: non essere vaccinati oggi significa essere alla mercé di un virus che fa molto male”.