La protesta

Carcere di Sanremo, personale allo stremo: i sindacati proclamano lo stato di agitazione

Seguirà un sit-in e una conferenza stampa. Tutte le richieste delle organizzazioni sindacali

riviera 24 - piana lorenzo visita carcere sanremo

Sanremo. Con una lettera inviata al provveditore, le sigle sindacali Sappe, Osapp, Sinappe, Uspp, Fns-Cisl e Cgil-Fp annunciano lo stato di agitazione del personale di polizia penitenziaria impiegato nella casa circondariale di Valle Armea, a Sanremo

«Dopo le nostre molteplici segnalazioni che evidenziavano una gestione dell’Istituto in oggetto al limite della tollerabilità – si legge nella missiva – E a seguito degli innumerevoli e infruttuosi tentativi di dialogo con la Direzione della Casa di Reclusione di Sanremo, le Organizzazioni Sindacali in intestazione proclamano lo stato di agitazione, al quale seguirà una conferenza stampa, ed un sit-in di protesta se non si avranno risposte e soluzioni certe ai problemi di seguito elencati».

E ancora: «L’inerzia dell’Autorità Dirigente nell’applicare le norme contrattuali, sta lentamente portando alla perdita dei diritti dei lavoratori della Polizia Penitenziaria, con gravi ripercussioni organizzative e gestionali. Il personale, sottoposto a continuo stress lavorativo, è oramai allo stremo. Gli episodi già trattati e mai riscontrati nelle svariate note inviate alla Direzione e agli Uffici Superiori (violazioni dell’A.N.Q., iniqua distribuzione dei carichi di lavoro, disparità di trattamento) si ripresentano quotidianamente senza porvi alcun rimedio».

«A ciò si aggiungono – dicono i sindacati – Le umilianti aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, le ultime due solo nel mese di maggio. Il poliziotto penitenziario a Sanremo è ridotto alla mera guardiania, a svolgere compiti che non rientrano nelle proprie mansioni e oltrettutto, si sente deriso e delegittimato da una popolazione detenuta, sempre più arrogante e incline a comportamenti antidoverosi. Parrebbe, inoltre che gli eventi critici causati dai detenuti, ed in modo particolare le aggressioni fisiche e verbali nei confronti del personale non seguano adeguate sanzioni disciplinari, o addirittura, numerose sono le doglianze in merito, i procedimenti disciplinari vengono archiviati per perenzione dei termini, generando, di conseguenza, la percezione di un pericoloso clima di impunità tra la popolazione detenuta».

«Preoccupante è altresì – aggiungono – Il senso di abbandono che il personale di Polizia Penitenziaria nutre nei confronti dei vertici dell’istituto, troppo distanti, dai reali bisogni dei baschi azzurri. Tutte condizioni che si negativizzano ulteriormente, da un lato su una popolazione detenuta che ha superato le 250 unità (in cui è alta la percentuale di detenuti con problemi psichiatrici, nonostante l’assenza nell’istituto di un’adeguata struttura sanitaria specializzata), dall’altro su un’evidentissima voragine nell’organico di Polizia Penitenziaria. Il già esiguo organico è stato ulteriormente depauperato da continui provvedimenti di distacco di unità verso il Gruppo Operativo Mobile, costringendo il personale a svolgere oltre 8 ore lavorative e a ricoprire contemporaneamente più posti di servizio, causando, inoltre un grave e pericoloso nocumento alla sicurezza dell’istituto.
Se siamo giunti a proclamare lo stato di agitazione, significa che la misura è colma ed è evidente che la Direzione non ha la forza e la volontà di affrontare e risolvere quanto accade. Tale immobilismo non è più accettabile, perché il perdurare di questa situazione, a nostro avviso, comporterà a breve, se non si interviene, la perdita totale della gestione dell’ordine e della sicurezza della Casa di Reclusione di Sanremo. Anche sul versante delle relazioni sindacali, non possiamo più sottacere, in particolare sul comportamento scorretto del Direttore, distante dal concetto di accettare i confronti e rispettare quanto concordato; basti pensare che da anni è aperto il tavolo di contrattazione senza nessuna volontà a concluderlo».

«Una contrattazione che aveva lo scopo di rivedere l’assetto organizzativo dell’istituto – spiegano – Oggi più che mai necessario.
Purtroppo persistono comportamenti a limite della provocazione e che rendono oggettivamente impossibile la ripresa di un dialogo costruttivo con il Direttore. A titolo esemplificativo: mancato riscontro alle note sindacali ovvero omissione di rispondere nei termini previsti; turni di servizio non contrattati; sperequazione del lavoro straordinario; iniqua rotazione del personale c.d. “carica fissa” nel contribuire al servizio a turno; assenza di criteri per ovviare a contingenti esigenze operative; mancata informazione ai sindacati in ordine all’istituzione di nuovi servizi».

Le richieste delle organizzazioni sindacali:
1. UNA ONESTA E CONGRUA ASSEGNAZIONE DI PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA, FERMO RESTANDO SENZA OMBRA DI SMENTITA CHE SE NON AVVERRÀ L’ISTITUTO A BREVE SARÀ INGESTIBILE.
2. UN ALLEGGERIMENTO DI QUELLA POPOLAZIONE DETENUTA CHE DETURPA L’AMBIENTE E PREGIUDICA LA SICUREZZA.
3. UN PIANO DI EDILIZIA PENITENZIARIA ADEGUATO ALLE ESIGENZE DEL PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA, ATTUALMENTE RELEGATO ALLA CONDIZIONE DEGRADANTE DI “GUARDIA CON LE CHIAVI IN MANO”. AUTOMAZIONE DEI CANCELLI DEL PADIGLIONE A, SIA QUELLI CHE PERMETTONO L’AFFLUSSO E DEFLUSSO DEI DETENUTI DALLE SEZIONI DETENTIVE, SIA QUELLI DI TRANSITO DEL PERSONALE DI POLIZIA E OPERATORI VARI.
4. UNA MAGGIORE PRESENZA E ATTENZIONE DA PARTE DELLA DIREZIONE E DEL COMANDO NEI CONFRONTI DEL PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA A SUPPORTO DEL BENESSERE ORGANIZZATIVO, OSSIA L’ADOZIONE DI ADEGUATE MISURE DI CONTRASTO AL DISAGIO LAVORATIVO.
5. UN IMMEDIATO INCONTRO CON IL PROVVEDITORE QUALE GARANTE DELLA SICUREZZA E DELLE REGOLE SINDACALI, OSSIA L’IMMEDIATA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO POGGIATA SU CHIARE REGOLE E NON PIÙ IMPROVVISATA.

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