Bordighera, la rabbia delle mamme: «Prese di mira dai vigili mentre portiamo i nostri figli all’asilo»

18 maggio 2021 | 14:03
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Bordighera, la rabbia delle mamme: «Prese di mira dai vigili mentre portiamo i nostri figli all’asilo»

I genitori lamentano «multe a raffica e scene da far west a causa di una giovane agente». La replica del comando

Bordighera. «Chiediamo tolleranza e buon senso». A dirlo è una delegazione di mamme dei bimbi che frequentano la scuola dell’infanzia a villa Palmizi, in via Romana a Bordighera. Le donne che accompagnano i propri figli all’asilo lamentano carenza di posti auto e accanimento da parte della polizia locale, nella persona di una giovane agente in particolare, che «sembra venga qua apposta per multarci». La situazione va avanti da diverse settimane. Ora, però, dopo essersi rivolte al sindaco, al vice sindaco e a diversi assessori, non avendo visto cambiamenti nell’atteggiamento della vigilessa, le mamme sono sul piede di guerra.

«Quello che succede qui a Bordighera, in altre località vicine, come Vallecrosia e Ventimiglia, non avviene – dice Natalina Strangio, mamma di un bimbo -. Arrivo la mattina di corsa per lasciare mio figlio e con la paletta mi viene intimato di andare via. Non ho neanche il tempo di accompagnare il bambino e andarmene. E’ inaccettabile. Anche perché, oggi con le regole del Covid-19, se mio figlio entra in ritardo di 5 minuti serve la giustificazione. Nella altre città la polizia locale fa sistemare i genitori ordinatamente in seconda fila, qui invece fanno le multe».

Oltretutto i genitori hanno pochi minuti per lasciare il figlio a scuola: viste le entrate scaglionate ad ogni gruppo di bimbi è assegnato un orario preciso: ogni cinque minuti entra un gruppo diverso. «Di certo non abbiamo il tempo per metterci a chiacchierare – spiega Susanna ChiarenzaAccompagniamo solo i nostri figli. Se non troviamo posto lasciamo un attimo l’auto vicino al marciapiede, la strada è larga. Ma se la poliziotta vede che accostiamo ci manda subito via, altrimenti ci multa, dice. Sarebbe questione di un minuto! Chiediamo solo un po’ di tolleranza, intelligenza ed educazione».

«Chi ha due figli che frequentano scuole diverse per rispettare l’orario di entrata deve fare tutto “ad incastro” – dichiara Clara CedratiI posti destinati a noi genitori sono pochi e spesso con l’auto della polizia locale, che viene per multarci, uno resta occupato per diverso tempo. Senza contare che ho visto l’agente far spostare persino il furgoncino della Spes con sopra persone diversamente abili. Si era accostato un minuto fuori dalle strisce per far salire una persona: è una cosa vergognosa». «Un giorno, non sapendo più come fare, ho portato con me anche mia madre – aggiunge Clara – Ho accostato restando sull’auto con il motore acceso, mentre mia madre accompagnava mia figlia a scuola: la vigilessa è arrivata di corsa a mandarmi via. Quel giorno ho perso le staffe e subito dopo sono andata in comando».

Ad appoggiare le mamme che accompagnano i figli in auto anche Rita Stellato: «Io mio figlio lo porto a piedi, ma loro hanno ragione – dice – Ci vuole tolleranza».

Visto che i posti destinati ai genitori sono pochi, c’è anche chi, come Debora Fossati, chiede come mai le multe non vengano fatte «a chi occupa i nostri posti per ore. Ci sono auto che vedo ferme lì tutti i giorni, come mai?»«Non ce l’abbiamo con la giovane agente – aggiunge Caterina LontornoMa siamo esasperate. Visto che dicono che la strada è pericolosa, invece di multare noi, i vigili potrebbero mettersi poco più in là e chiedere alle auto di rallentare». «Invece qui è un far west – conclude Clara Cedrati – Il buon senso non esiste».

«Le multe comminate sono state solo quattro – fa sapere il comando di polizia locale, che rimanda le accuse al mittente – Il problema è che i genitori non rispettano lo scaglionamento e noi siamo lì proprio per tutelarli facendo rispettare la giusta rotazione dei venti posti auto riservati a chi accompagna i bambini a scuola». Per quanto riguarda chi lascia l’auto fuori dai regolari stalli, la polizia risponde: «La tolleranza c’è, ma dove si fermano le mamme c’è una curva. Si mettessero nel rettilineo più avanti non ci sarebbero problemi».