La denuncia

Ventimiglia, Rete Sanremo Solidale: «”Tappeto per fachiri” per impedire a migranti di sdraiarsi per dormire»

«Se fosse situato su uno spazio pubblico, chiediamo a gran voce che il ‘lavoro’ sia rimosso dall’Amministrazione comunale per non avallare questo gesto crudele»

Ventimiglia. «Il 31 marzo ci sono arrivati due post complementari sulla situazione di Ventimiglia e una foto incredibile ritraente un ingegnoso quanto crudele “tappeto per fachiri”, cioè un sistema ordinato di bulloni simil-chiodi infissi su uno scalino che dal marciapiede porta ad una sala scommesse ora chiusa per covid, atto ad impedire ad un migrante di sdraiarsi per dormire, in via Hanbury, la via del bar Hobbit, unico punto di ristoro generosamente aperto agli stranieri finché le restrizioni per il virus l’hanno permesso.

Il primo commento del signor Famà dell’associazione culturale ‘Alternativa Intemelia XXV aprile’ ricorda storicamente tutte le disposizioni comunali anti migranti, dalla rimozione delle panchine davanti alla chiesa di S. Agostino, dalla chiusura notturna dei bagni alla stazione nonché apertura diurna a pagamento, dai ripetuti ordini per impedire ai volontari l’offerta di cibo e bevande, dall’eliminazione della storica fontana fuori dei giardini, fino ad arrivare alla chiusura del campo Roja; il secondo- di ‘Progetto Baobab’- riguarda invece i passeurs, da perseguire, in quanto guadagnano su famiglie e donne sole, stremate dal viaggio cui sono sopravvissute, con l’ultima trovata di vendere false certificazioni di lasciapassare per la Francia a centinaia di euro, senza perciò neppure più correre il rischio di essere fermati essi stessi dalla polizia nell’atto di portare queste persone oltre confine, certamente a pagamento.

Non volendo rammentare per l’ennesima volta che gli immigrati bloccati a Ventimiglia dal trattato di Dublino, firmato al suo nascere anche dal governo italiano, non vogliono stare in Italia per la stragrande maggioranza, ma proseguire oltre verso Paesi in cui parenti ed amici sono pronti ad aiutarli ad inserirsi, la chiusura del campo di transito Roja, col pretesto del Covid, è il vero centro del problema, come più volte sostenuto dalle associazioni di volontariato: lì vi erano brandine, non certo comode come i nostri letti, su cui dormire la notte, senza dunque il bisogno di cercare un riparo purchessia, anche un duro scalino.

Queste associazioni, italiane e francesi, tra le quali Caritas, Diaconia Valdese, Rete Sanremo solidale, Popoli in arte, Kesha Niya, Progetto 20k, sono le uniche a prendersi cura dei migranti nel disinteresse generale. Purtroppo queste persone, così invise alla maggioranza della popolazione ventimigliese, non riescono a scomparire, né di giorno, né di notte. Per il ‘decoro’ della città si vuole allora ‘decorarla’ di bulloni su tutti i marciapiedi? Perché è chiaro che da qualche parte esse dovranno pur sdraiarsi: sono state cacciate dalla spiaggia, dal fiume, dal terreno sottostante i ponti, da casupole disabitate ecc.

Oltretutto il vicesindaco, interpellato dal consigliere comunale di Alternativa Intemelia Massimo D’Eusebio, non sapeva nulla dello scalino ‘imbullonato’, che probabilmente dovrebbe essere privato; se così fosse, occorrerebbe comunque un permesso del comune per modifiche strutturali; se fosse situato su uno spazio pubblico, chiediamo a gran voce che il ‘lavoro’ sia rimosso dall’Amministrazione comunale per non avallare questo gesto crudele» – dice Rete Sanremo Solidale.