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Sanremo ripercorre la storia e rilancia l’amicizia con Israele, sindaco Biancheri annuncia gemellaggio con Netanya

28 aprile 2021 | 13:30
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Nel luogo in cui, il 25 aprile 1920, le potenze alleate ridisegnarono il Medio Oriente, sancendo la nascita dello Stato ebraico

Sanremo. Il 25 aprile 1920, al Castello Devachan di Sanremo si scriveva la storia e oggi, a 101 anni dalla conferenza di Sanremo che sancì la nascita dello Stato di Israele, si rinsalda l’amicizia tra la città dei Fiori e il “popolo eletto”.
Nello stesso luogo in sui avvenne l’incontro internazionale del Consiglio supremo di guerra alleato, nell’ambito del quale si determinarono i mandati che le nazioni aderenti avrebbero assunto nei confronti dei territori derivanti dalla spartizione dell’Impero ottomano nel Vicino Oriente, e venne posta la base per la futura nascita dello stato israeliano in Palestina, si sono incontrati oggi l’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar e il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, che hanno posato una targa realizzata a memoria di quell’incontro che rappresenta una pagina memorabile nella storia delle relazioni internazionali e le cui decisioni diedero vita allo Stato ebraico.

Al vertice del 1920 parteciparono infatti i rappresentanti delle quattro nazioni vincitrici della prima guerra mondiale: il primo ministro britannico David Lloyd George, il primo ministro francese Alexandre Millerand, il presidente del Consiglio italiano Francesco Nitti e l’ambasciatore giapponese Keishirō Matsui.

“Nella settimana tra il 19 e il 25 aprile 1920 – si legge nella targa – in questo luogo, villa Devachan, si riunirono i rappresentati della potenze vincitrici della prima guerra mondiale, per delineare la nuova conformazione del Medio Oriente dopo la sconfitta dell’Impero Ottomano. Le potenze alleate assegnarono la maggior parte del Medio Oriente ai popoli arabi, mentre al popolo ebraico la Palestrina, la storica biblica Terra di Israele. Nella risoluzione adottata fu inoltre inserita la Dichiarazione Balfour, che prevedeva l’istituzione di un focolare nazionale per il popolo ebraico nella sua antica patria. Ventotto anni dopo, il 14 maggio 1948, nacque lo Stato di Israele”.

«Pensavamo di organizzare questo evento l’anno scorso, ma Dio aveva altri programmi. Abbiamo posticipato a quest’anno per la pandemia – ha dichiarato l’ambasciatore israeliano in Italia Eydar -. Oggi siamo felici di avere l’opportunità di testimoniare questa verità, che tutto il mondo deve ascoltare». Nel sottolineare com e i leader del mondo abbiamo deciso il «destino del nostro popolo dopo 1.850 anni dalla distruzione di Gerusalemme», Eydar ha aggiunto: «Per la prima volta il mondo ha riconosciuto i nostro diritti sulla nostra terra antica, Terra Santa, Terra d’Israele, chiamata Palestina perché l’imperatore Adriano voleva far dimenticare la memoria della terra di Giudea». «In questa villa – ha aggiunto – Il nostro destino è stato messo sulla tavola della storia. Da storico sono molto emozionato, dopo aver letto molto materiale su questo evento storico, essere qui e immaginare la storia che ha influenzato il destino dei miei genitori e del nostro popolo è per me un grande privilegio». «C’è una legge sul tavolo della Knesset, il nostro Parlamento, per celebrare ogni anno il Giorno di Sanremo, secondo il calendario ebraico», ha detto poi Eydar.

«Vorrei innanzitutto ringraziare l’ambasciatore israeliano Dror Eydar per essere qui in questa giornata che è ricca di significati e che vivo con una grandissima emozione», dichiara il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, che confessa: «Prima, quando eravamo sulla scalinata (del castello Devachan, ndr), pensavo a cosa è successo più di 100 anni fa ed è qualcosa di straordinario. Ripercorrere la storia, pensare a Sanremo in quella settimana, con capi di Stato, giornalisti, tutti che parlavano di Sanremo, tutti i riflettori del mondo illuminavano la nostra città: credo dunque che oggi, al di là di tutti i significati, sia l’emozione a prevalere su tutto».

Il primo cittadino della città dei Fiori ha voluto anche ringraziare il sindaco di Netanya, cittadina turistica israeliana che ha dedicato una piazza a Sanremo, in ricordo del 25 aprile del 1920: «Ci tengo a ringrazia il sindaco di questa cittadina turistica di circa 30mila abitanti che si affaccia sul mar Mediterraneo verso l’Italia, verso la Sicilia – ha detto Biancheri – Questa piazza la immagino proprio che ci guarda in questo momento». Tra Sanremo e Israele, ha aggiunto: «I rapporti si vanno a consolidare ancora di più, ma quello che importa in questo momento è ricordare la storia, il nostro territorio, la nostra città e fare un ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questa giornata». «Avremmo voluto organizzare un incontro pubblico aperto, non è stato possibile a causa della pandemia, ma ci saranno altre occasioni – ha concluso, anticipando che Sanremo sta lavorando «per un gemellaggio con Netanya» che dovrebbe avvenire la prossima primavera.

Sull’antisemitismo dilagante: «Quando vagavamo nel mondo, ci hanno detto: ‘Ebrei andate in Palestina’. Adesso che tornati a casa, a Sion, ci dicono: ‘Ebrei lasciate la Palestina’. L’antisemitismo ha vari modi di esprimere la stessa cosa. Il popolo di Israele è vivo da migliaia di anni e siamo sicuri tutti i Paesi giusti del mondo, ci aiuteranno a combattere questa pandemia che si chiama antisemitismo». L’ambasciatore di Israele in Italia, Dror Eydar, a margine dell’incontro al Castello Devachan per i 101 dalla Conferenza di Sanremo, è intervenuto anche sul dolente tema dell’antisemitismo, definendo quest’ultimo: «Una malattia che danneggia le società di tutto il mondo. Questo non è soltanto un problema del popolo ebraico, ma anche dei Paesi dove vivono i nostri fratelli e le nostre sorelle. Siamo sicuri che i Paesi democratici combatteranno l’antisemitismo».