Rotonda di Bordighera, Amarea chiede accertamento tecnico a Tribunale di Imperia

1 aprile 2021 | 06:00
Share0
Rotonda di Bordighera, Amarea chiede accertamento tecnico a Tribunale di Imperia

«Comune ci impone di rinunciare ad azioni giudiziali – spiegano i privati- Clausola inaccettabile»

Bordighera. «Abbiamo ricevuto, nella giornata di giovedì scorso, una proposta transattiva (sic) da parte del Comune di Bordighera, come preannunciato dal Sindaco in conferenza stampa.  Con tale proposta, a fronte di due punti sui quali si chiede il nostro contributo, viene imposto all’Amarea srl di accettare l’immobile così com’è, dichiarare che è idoneo ed abbandonare tutte le eccezioni e le critiche che abbiamo negli ultimi tre anni presentato e “rinunciare ad ogni connessa azione giudiziale”. Questa clausola non è accettabile e nutriamo fondati dubbi sulla sua legittimità. D’altronde, se la Rotonda è idonea come sostiene il Comune, che bisogno ci sarebbe di inserire tale clausola?». Inizia così la nota diffusa dalle società AmareaStabilimento Balneare e Romolo Amarea Ristorante, che attualmente occupano la spiaggia antistante la rotonda di Sant’Ampelio e che dovrebbero, a breve, accedere nei locali sottostanti la Rotonda. Ma, nonostante la presentazione dei locali alla stampa e ai consiglieri comunali, avvenuta lo scorso 25 marzo, le trattative tra Palazzo Garnier e i privati sembrano tutt’altro che giunte a buon fine. Anzi.

«Abbiamo ritenuto opportuno e doveroso presentare al Tribunale di Imperia la richiesta di Accertamento Tecnico Preventivo – spiegano i gestori di stabilimento balneare e ristorante – Ovvero la richiesta di nominare un perito super partes che, analizzati i progetti della Rotonda e viste le condizioni delle opere realizzate, chiarisca se i locali sono terminati a regola d’arte, conformi alle norme di settore ed esenti da vizi che potrebbero pregiudicare l’apertura del ristorante o renderlo, in tutto o in parte e/o in particolari condizioni, inagibile o pericoloso».

«Ciò è dovuto innanzitutto per rispetto alla cittadinanza che ha pagato con le proprie tasse la Rotonda e non è giusto che veda svilito il valore di un bene appartenente al patrimonio della città – aggiungono – E’ dovuto anche per rispetto alla nostra azienda che dal 2007 ha sempre pagato quanto dovuto al Comune e svolto il proprio lavoro con legittimità e con passione, facendo parlare positivamente di sé e di Bordighera; infine è dovuto per rispetto dei 18 dipendenti che mediamente lavorano al ristorante di Romolo, che se la Rotonda venisse chiusa per qualsiasi motivo perderebbero irrimediabilmente il lavoro. Non ultimo è dovuto a quanti, ci auguriamo presto, frequenteranno il Ristorante».

«Se il perito dirà che la Rotonda è perfetta così com’è, prenderemo i locali che il Comune ci offre, senza questioni – dichiarano -. Se, invece, dovesse rilevare delle criticità che lo rendono inidoneo o potenzialmente pericoloso saremo pronti a collaborare con il Comune per porvi rimedio, ma riteniamo giusto che si verifichi se “va tutto bene”, come ci viene detto, oppure se c’è qualche aspetto per il quale sarebbe bene attivarsi per chiedere i danni a chi ha cagionato il vizio/danno alla collettività ed a noi.
Crediamo che sia un argomento su cui i Bordigotti meritino la più ampia trasparenza, per cui forniamo sin d’ora il nostro consenso a che tutti i nostri documenti siano pubblicati sulla pagina di Trasparenza del Comune. Non c’è nulla che vogliamo nascondere ai nostri concittadini».

«Infine – concludono – In merito al precario che rovina la vista dalla Rotonda, vorremmo rassicurare i Bordigotti ed i turisti, che verrà rimosso appena possibile e certamente non useremo cavilli giudiziari per tenerlo in piedi per anni. Capiamo che la sua altezza sia impattante. Provvederemo. Nel frattempo preghiamo i nostri concittadini di portare pazienza, pensare ai nostri dipendenti che non hanno colpe, ed indignarsi invece con chi ha voluto e costruito la Rotonda così come la potete vedere … un’opera pubblica nuova che richiede (citazione da intervista del Sindaco) interventi manutentivi ogni sei mesi».