Coronavirus, campagna vaccinale a Ponente. Amato: «Abbiamo vaccinato 18mila persone»

15 aprile 2021 | 19:16
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Il responsabile dell’hub di Camporosso fa il punto sui vaccini

Camporosso. Va avanti senza sosta la campagna vaccinale contro il Covid-19 nell’estremo ponente ligure dove, dal 18 febbraio, sono 18mila le persone a cui è stato somministrato il vaccino. A dichiararlo è Matteo Amato, amministratore della Croce Azzurra di Vallecrosia, referente per la provincia di Imperia di Misericordie e soprattutto referente, incaricato dall’Asl1 Imperiese, per quanto concerne l’organizzazione della campagna di vaccinazione nell’estremo ponente ligure.

«Abbiamo iniziato questa attività, in sinergia con l’Asl1 Imperiese, il 18 di febbraio scorso – esordisce Amato – E’ un lavoro importante che vede coinvolte tantissime persone, tra volontari e forze di polizia per la gestione dell’ordine pubblico. Dal 18 febbraio abbiamo vaccinato circa 18mila persone, sempre seguendo le categorie classificate come “a rischio”: vulnerabili, ultravulnerabili, personale scolastico, forze dell’ordine».

A fare da traino è sicuramente l’hub istituto al PalaBigauda di Camporosso, vero centro nevralgico della campagna in grado di vaccinare anche 700 persone al giorno. Aperto tutti i giorni, dalle 8 alle 20, se non addirittura fino alle 24. Ma il lavoro non si esaurisce a Camporosso. Per raggiungere i più fragili ed esposti al virus, personale sanitario e volontari si sono spostati anche nell’entroterra, e tutti i pomeriggi anche a domicilio, per vaccinare i più vulnerabili.

E’ di tre tipologie di vaccino, la fornitura al PalaBigauda: Pfizer, AstraZeneca e Moderna. Quest’ultimo, insieme al Pfizer, viene utilizzato anche nell’entroterra. Mentre l’AstraZeneca è stato inoculato ad oltre 4mila persone, quasi tutti frontalieri.

La macchina, seppur complessa, ha funzionato benissimo fino allo scorso weekend quando è andata in tilt. Domenica scorsa, in particolare, centinaia di persone si sono riversate nell’hub di Camporosso, così come in quello di Arma di Taggia, ma sono state rimandate a casa. Cosa è successo? «C’è stata mancanza di comunicazione, forse da parte delle istituzioni, dell’Asl – spiega Amato – Poi magari l’informazione è stata anche recepita male dalla popolazione. C’è stata molta confusione, non solo sulla tipologia del vaccino, ma anche sull’organizzazione. Si era partiti con un’idea chiara da parte della direzione sanitaria: quella di vaccinare i nati nel ’42 e nel ’43. In corso d’opera, soprattutto nella giornata di domenica, la vaccinazione è stata aperta ad altre fasce di età. L’apertura era però indicata solo a persone che avevano già una prenotazione in corso a prescindere dalla data. Invece questa mala-informazione ha fatto sì che le persone si fiondassero anche senza avere prenotazione».

Una delle “fake news” che circolavano era quella relativa a “dosi in avanzo”: «Le dosi non avanzano mai – chiarisce Amato – Le  abbiamo calcolate, quindi sono sempre giuste sulla base dei prenotati. Qualora ci fossero delle dosi “in avanzo”, cinque o sei a fine giornata, queste non vengono assolutamente buttate: abbiamo un elenco di 1500 persone ultravulnerabili fornito dall’Asl da chiamare in questi casi».

AstraZeneca. Dopo le notizie di decessi a seguito di vaccinazioni con AstraZeneca ci sono state delle disdette tra chi aveva prenotato? «Inizialmente qualche disdetta c’è stata soprattutto da parte dei frontalieri – risponde Amato – Ad oggi abbiamo comunque prenotazioni, dunque non c’è quella grandissima disdetta che sembrava esserci inizialmente. AstraZeneca, lo sottolineo, è un vaccino sicuro». Su oltre 4mila vaccinazioni con AstraZeneca al PalaBigauda non c’è stata nessuna reazione.

Sabato e domenica il PalaBigauda resterà chiuso. «L’asl ha deciso questo fine settimana di chiudere il PalaBigauda – conferma Amato – Ma questo non vuol dire che interromperemo le vaccinazioni. Ci occuperemo di altro, ad esempio ricominceremo con l’entroterra della val Nervia: sabato saremo a Isolabona e domenica a Pigna, dove porteremo il vaccino Moderna per gli ultrasettantenni».