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Ventimiglia, mercato troppo caro: gli ambulanti scendono in piazza

12 marzo 2021 | 08:10
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Tanti i cartelloni preparati dai circa cento commercianti per la manifestazione: chiesto il rispetto delle indicazioni di legge sulle tariffe

Ventimiglia. Settantasei euro al metro quadrato: quasi il doppio rispetto al costo degli altri mercati in Italia. Per chiedere l’adeguamento delle tariffe, i commercianti ambulanti sono scesi in piazza della Libertà, stamani, in segno di protesta nei confronti del Comune.

Tanti i cartelloni preparati dai circa cento commercianti per la manifestazione. Tra questi, anche un grafico che mostra i costi al metro quadro di un banco in diverse città italiane: una tabella che evidenzia il netto stacco di Ventimiglia rispetto agli altri. Il secondo mercato più “caro” è quello di Firenze Cascine, dove gli ambulanti pagano 47 euro al metro quadro per ciascun banco. Segue Luino, in provincia di Varese, con 45 euro al mq. E ancora: Forte dei Marmi (40€), Genova (33), Sanremo (33), Savona (32), Imperia (28), Bordighera (27), La Spezia (27), Cannobio (27), Gallarate (23), Busto Arsizio (23), Albenga (22), Varese (20), Venezia (17), Cuneo (17), Lerici (10) e Trento (9).

tabella protesta mercato

«Non siamo solo un male cari ventimigliesi», le parole degli ambulanti che per protesta questa mattina non hanno montato il proprio banco. Una situazione, quella di Ventimiglia, che non è nata con l’amministrazione Scullino: «Non ce l’abbiamo con il sindaco attuale – dicono gli ambulanti – Ma con tutte le amministrazioni comunali che dal 1998 ad oggi hanno portato ad avere costi doppi rispetto al resto d’Italia».

Citato dai manifestanti, è intervenuto il sindaco Gaetano Scullino: «E’ un confronto con gli operatori del mercato, a cui noi da sempre teniamo in modo particolare. Il momento è critico, di gravissima difficoltà. Questa situazione della pandemia mette nelle condizioni la città di Ventimiglia, che aveva una forza di attrazione importantissima, sia per il commercio fisso che per il mercato del venerdì, di segnare il passo e ammetto, che in molte occasioni anche l’amministrazione nel suo complesso trova difficoltà a prendere decisioni.

Oggi il settore che più lavora e che più, scusate il termine, è invaso a Ventimiglia, è quello dei servizi sociali. Stiamo affrontando periodo particolare: oltre al Covid, che va a braccetto con la negatività economica della città di Ventimiglia, con la tempesta Alex abbiamo avuto 45 milioni di danni. Siamo in difficoltà, perché dobbiamo ricostruire la città: non solo pulire dal fango, e ringrazio gli angeli del fango, migliaia di persone che ci hanno aiutato, ma dobbiamo anche ricostruire la passerella e sono 7,5 milioni, contro i 700mila euro che abbiamo; il depuratore 1,8 milioni e non ho nulla; devo mettere in sicurezza la fognatura e non ho nulla. Molte volte, quando la coperta è corta non sappiamo come fare», prosegue il primo cittadino ventimigliese.

«Noi, con gli operatori del posto fisso dei pubblici esercizi abbiamo cercato di andare incontro posticipando le cartelle esattoriali, e questo oggi ci viene a pesare per oltre 3 milioni di euro. Siamo in difficoltà, voi ancora di più: una volta eravate 450 banchi, oggi molti meno – ha dichiarato Scullino – . Cosa possiamo fare per rilanciare il mercato del venerdì: questo possiamo discuterlo insieme. A breve se costruiremo di nuovo la passerella ci sarà un problema in quella zona e quindi dovremo discuterne. Io sono del parere che è inutile avere 600 banchi con qualità così così, meglio 400 con buona qualità. Per questo ci siamo già confrontati con i vostri rappresentanti in attesa di portare in Consiglio comunale il nuovo regolamento del mercato che ci possa vedere tutti e quanti insieme per rilanciarlo, migliorarlo e metterlo in sicurezza, visto che oggi non lo è. Non abbiamo fatto nulla, perché non abbiamo la possibilità al momento. Chiediamo equità, basta con le super tasse e noi faremo qualcosa. Non è che la manifestazione spinge la pubblica amministrazione a prendere delle decisioni, ma aiuta, ma questo sarà oggetto e motivo di un incontro», ha concluso.

«Vogliamo una applicazione reale del nuovo canone unico, senza inserire nei costi che lo generano il canone di concessione mercatale, forma di tributo che ci porta a essere il comune più caro di Italia per i costi del mercato, vogliamo l’applicazione di una legge dello Stato che ridurrebbe i nostri costi da 75 euro a 15 euro al metro: lo ha stabilito lo Stato non ce lo siamo inventati noi – sono le parole di Roberto Benassi, presidente Anva Confesercenti – . Le difficoltà di questo mercato non nascono oggi col covid, ma ben più a monte, perché anche i costi di questo mercato hanno creato un abbattimento degli operatori: da più di 400 a circa 350. Se vogliamo un rilancio, dunque, per noi il primo passo è abbattere i costi».