La sentenza

Tentata strage di Villanova d’Albenga: Alberto Grosso condannato a 8 anni e 30 mila euro di provvisionale

L'uomo aveva tentato di rubare un'auto a Pornassio e poi si era costituito ai carabinieri di Pieve di Teco. E' detenuto nel carcere del capoluogo

riviera24 - Sindacati al carcere di Imperia

Savona. Condannato per tentata strage, furto e porto abusivo d’armi Alberto Grosso l’ex meccanico di Villanova d’Albenga che a settembre si era reso protagonista di una grave vicenda di cronaca per aver tentato di far saltare in aria l’abitazione della sorella e del cognato.

Il giudice Roberto Amerio del tribunale di Savona lo ha condannato oggi a 8 anni di reclusione e 30.000 euro di provvisionale. Nel processo con rito abbreviato il pubblico ministero Maddalena Sala aveva chiesto per l’imputato, il 53enne Alberto Grosso, difeso dall’avvocato Ramadan Tahiri,  12 anni di reclusione, il giudice Roberto Aimeri nel riconoscerlo colpevole dei reati a lui ascritti lo ha condannato a 8 anni. I

Il 53enne Alberto Grosso ex meccanico, nel mese di settembre aveva saturato di gas la villetta su due piani, dove abitano la sorella e il cognato, assieme a due figlie, con l’intenzione di farla esplodere mettendo a rischio la vita dei suoi familiari che però fortunatamente, al momento dell’accaduto non erano in casa, ma erano in vacanza.

Il disegno criminale di  Grosso se fosse andato in porto avrebbe causato l’esplosione della palazzina, situata accanto al campo sportivo e alla locale caserma dei carabinieri, e avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi in caso di esplosione (programmata per le ore 17 ) e provocare una strage a seguito della deflagrazione e dell’onda d’urto generata dall’esplosione. Fortunatamente il maresciallo dei carabinieri Davide Chiaia aveva avvertito odore di gas da un’abitazione vicina alla casa delle famiglie Grosso e Bianco e aveva fatto scattare l’allarme.

Alberto Grosso, attualmente detenuto nella casa circondariale di Imperia era accusato di tentata strage, ma doveva rispondere anche del reato di furto dei gioielli sottratti dall’abitazione della sorella e del cognato e di porto abusivo d’armi. L’uomo ha già alle spalle alcuni vecchi precedenti penali e dopo la messa in atto del suo diabolico piano era in un primo momento fuggito rubando l’auto della sorella e del cognato per poi costituirsi alcune ore dopo presso la caserma di Pieve di Teco.

«Sono molto soddisfatto – dice l’avvocato di parte civile Marco Ballabioperché è stata riconosciuta la piena responsabilità dell’imputato anche in ordine alla sua totale capacità di intendere e volere in relazione ad un ad un progetto criminale che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti». 

(notizia tratta da Ivg.it) 

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