Reportage

Sant’Ampelio, rotonda della discordia: ecco il perché della querelle bordigotta sulla consegna dei locali

Il punto della situazione con società Amarea, sindaco Vittorio Ingenito ed ex sindaco Giacomo Pallanca

Bordighera. Chiusa per anni, poi demolita nel gennaio 2017 e ricostruita, per essere inaugurata, anche se solo in parte, nel giugno 2019: la rotonda di Sant’Ampelio, uno dei luoghi simbolo di Bordighera, continua ad essere al centro delle polemiche, soprattutto in questi giorni, a causa della querelle tra Palazzo Garnier e i gestori di ristorante e stabilimento balneare (società Amarea) che, a stretto giro, dovrebbero rimuovere il prefabbricato installato sulla spiaggia per accedere nei locali sottostanti il manufatto. Locali, però, che ancora non sono pronti per accoglierli.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la data, annunciata in consiglio comunale lo scorso giovedì, di consegna dei locali: il 15 marzo, hanno detto dirigenti, tecnici e lo stesso sindaco, ma ad oggi non è cambiato nulla. Ma non è tutto. Basta osservare lo stato della struttura per rendersi conto che l’opera, realizzata dalla M.E.G.A.RES Srl, il cui costo di realizzazione sfiora i 3milioni di euro, presenta alcune criticità: nulla di particolarmente grave, si potrebbe eccepire, ma bisogna ricordare che la consegna della struttura e di poco più di un anno fa.

«I locali non sono assolutamente pronti per ricevere un ristorante» afferma Romolo Giordano, titolare del ristorante Amarea, che non entra nel merito della questione dal punto di vista tecnico, ma per spiegare la situazione parte da lontano, con quella che lui chiama una «piccola cronistoria dal punto di vista commerciale di questa vicenda, che incomincia ad essere davvero lunga».

«Sono qui da 12 anni – racconta – Quindi ho vissuto anche il periodo della vecchia rotonda, per cui abbiamo lavorato spostando i tavoli perché pioveva e ogni tanto scendeva un calcinaccio. Però, passato questo momento, eravamo contenti si andasse verso un futuro più roseo». L’inizio dei lavori, dunque, viene accolto con ottimismo: «Abbiamo pensato che magari in un anno ci saremmo con un bellissimo locale in questa splendida posizione – spiega Giordano – Locale, c’era scritto sui contratti, che sarebbe stato reso all’altezza dell’arenile, per cui c’era un’atmosfera di euforia. Il risultato? Per traversie delle quali non conosco il retroscena ci siamo ritrovati per 4 anni a lavorare all’interno di un cantiere, con nessuna visibilità all’esterno: nessuno sapeva, a parte i cittadini e i nostri clienti abituali, che ci fosse un locale qui sotto.Premetto che in questi 4 anni le condizioni di accesso al locale sono state sempre dal pessimo al disastroso: ho provato a mettere bambù e anche altre piante, per dare un minimo di bellezza, di accettabilità all’ingresso ma sono sempre stati spazzati via da un intervento successivo. Devo anche dire che ci sono stati lunghi periodi nei quali non si è fatto nulla: credo che una volta addirittura per 8 mesi non abbiamo visto nessuno (lavorare, ndr) qui sotto».

Ad esprimere scontentezza riguardo la situazione è anche Nicola Mastorakis della società che gestisce lo stabilimento balenare Amarea: «Siamo dispiaciuti e amareggiati – dice – Per l’ennesima volta negli ultimi due anni abbiamo avuto a dicembre la convocazione da parte del Comune in cui ci è stata notificata la fine dei lavori. Quando siamo entrati nei locali, abbiamo trovato una situazione francamente disastrosa, con tanti lavori ancora da finire, con tanti lavori finiti ma con dei vizi. Li abbiamo segnalati al Comune che ci ha fatto sapere che sarebbe stato d’accordo se avessimo fatto noi questi lavori di finitura. Ma quando abbiamo scritto che per stimare i lavori da fare avevamo bisogno di accedere nei locali, nessuno ci ha risposto, neanche dopo un mese. Per cui questa possibilità è sfumata. Ora il Comune, come annunciato dal sindaco e dal dirigente comunale nell’ultimo consiglio comunale, realizzerà i lavori. E’ una situazione che non ci fa piacere, ma che subiamo. Per altro in consiglio comunale c’è stato detto che i lavori sarebbero stati pronti in una settimana: siamo al sesto giorno e non si è visto ancora un operaio».

Nel frattempo, come negli anni scorsi, Giordano e Mastorakis continuano a lavorare in condizioni precarie: «Continuano ad esserci polemiche sul fatto che noi siamo in prefabbricato, sulla spiaggia e che abbiamo tutte le cabine sul mare – spiega Mastorakis – E’ una situazione che non ci avvantaggia. Qualcuno ha osato dire che il nostro vantaggio sarebbe quello di non pagare l’affitto (6mila euro al mese, ndr), ma il fabbricato precario ci occupa spazio in spiaggia che non possiamo destinare ai clienti. Inoltre, i locali sotto la rotonda sono grandi tre volte tanto il fabbricato precario. Romolo che è un simbolo della ristorazione nel ponente ligure, in un locale come quello, se fosse veramente finito, potrebbe fare un lavoro totalmente diverso. E invece non lo stiamo facendo perché i lavori non sono finiti come ieri il sindaco ha finalmente avuto modo di dichiarare».

I problemi della rotonda. «Ci sono tantissime infiltrazioni, crepe nel cemento in cui cola acqua, che essendo in riva al mare è densa di sale e quindi rovina i ferri all’interno del cemento armato – dichiara Mastorakis -. Ci sono una serie di vizi a cui bisognerebbe mettere mano al più presto e invece il Comune non ci dà risposte». I problemi sembrano concentrarsi soprattutto sulla scala a chiocciola che dovrebbe portare dal belvedere al locale sottostante, ad oggi non ancora aperta. La muffa causata con ogni probabilità da infiltrazioni, è su quasi tutti gli scalini.

Le cabine. «Ci rendiamo conto che disturbano la vista dal belvedere – aggiunge l’imprenditore -. Noi vorremmo toglierle e avremmo voluto farlo da tempo: il locale che dovrebbe ospitarle è stato ultimato e collaudato da più di un anno. Abbiamo ripetutamente chiesto al Comune che ce lo desse in locazione, pagando ovviamente l’affitto, ma non abbiamo avuto risposta. Non abbiamo così possibilità di adempiere a quello che sarebbe un obbligo verso la popolazione: lasciare questo capo, uno dei più belli della Liguria, il più possibile libero da manufatti».

La replica del sindaco Vittorio Ingenito. «La volontà della nostra amministrazione è sempre stata quella di giungere in tempi rapidi alla rimozione del fabbricato precario per ridare libertà alla spiaggia e anche alla vista di questa bellissima rotonda», spiega il sindaco, che non nasconde l’esistenza di alcune criticità. «E’ evidente – dice – Che questa rotonda ha avuto sicuramente dei problemi. Ci sono stati problemi anche sulla scelta, forse, di materiali non idonei o forse materiali che richiedono particolare manutenzione sulla quale sicuramente provvederemo nei prossimi giorni a porre rimedio».

Verso una soluzione. «Ad un certo punto – spiega Ingenito – Eravamo convinti di essere arrivati a una soluzione definitiva. A seguito del confronto del dirigente Dario Sacchetti (vicesegratario generale, ndr) con la società Amarea, e di un incontro tra la società e l’amministrazione comunale, sembra che si fosse raggiunto un obiettivo: quello di arrivare alla fine di questa situazione. Se non che quando abbiamo chiesto la rimozione del precario entro il periodo estivo sono tornate alla ribalta le antiche richieste sulle quote che erano errate, sullo sbaglio del progetto. Ora diciamo che questa rotonda a me piace tantissimo, poi se ci sono dei giudizi li posso esprimere ma sono del tutto soggettivi. Anche io, forse, l’avrei voluta un po’ più alta e i locali sottostanti con maggiore luce e un’altezza diversa. Però questa è stata una scelta effettuata in piena autonomia dal consiglio comunale che era presieduto dal sindaco Pallanca. Se noi vogliamo queste altezze, quelle su cui ci troviamo oggi, necessariamente la struttura si deve sviluppare verso il basso e così è stato. Però non per questo la struttura e i locali sottostanti non sono idonei all’uso convenuto. Sono state rilasciate le attestazioni da parte del direttore dell’opera, c’è stato il collaudo statico – con oltre 20 tonnellate portate sul belvedere – che ha accertato che questa struttura è stabile.
Noi continuiamo a lavorare perché ci sia sempre un dialogo con la società e i gestori affinché si possa poi definitivamente liberare questa spiaggia e la struttura».

Lavori di finitura. Domani inizieranno gli interventi di finitura dei locali, annuncia il sindaco: «Questa mattina in giunta abbiamo approvato gli interventi che devono essere effettuati – dichiara – I lavori inizieranno domani mattina».

Cosa accadrà se la società Amarea si rifiuterà di accedere nei locali a causa di qualche problema degli stessi? Risponde Vittorio Ingenito: «E’ una situazione che richiederà particolare attenzione e la valutazione delle responsabilità che ognuno ha nelle fasi progettuali e se ci fossero delle acclarate difformità o l’impossibilità di utilizzare i locali secondo l’uso convenuto allora a quel punto l’amministrazione sarebbe immediatamente parte attiva nei confronti di chi ha consegnato l’opera un’opera che non era conforme alla normativa vigente e alle richieste del progetto».

Ad intervenire in merito alla questione è anche il consigliere Giacomo Pallanca (FdI), sindaco all’epoca dell’approvazione del progetto definitivo della rotonda di Sant’Ampelio. Pallanca lascia da parte le polemiche e chiede alle parti coinvolte di trovare un accordo per il bene della città tutta: «Creso sia necessario mettersi a un tavolo e cercare di trovare le soluzioni migliori non soltanto per i due (Comune e società Amarea), ma per una collettività intera – dichiara Pallanca – Perché la collettività ad oggi non vuole che ci sia un rapporto conflittuale, visto che l’abbiamo vissuto già negli anni passati proprio sulla rotonda prima che venisse demolita. Si conosce che cosa vuol dire un iter amministrativo e un iter legale, quindi una mano sulla coscienza tutti, vedere di fare un cronoprogramma concordato con date precise e realistiche di quando potranno entrare i locatori e vedere di formalizzare questi impegni, che siano però assolti da entrambe le parti». 

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