Il caso

Sanremo, dagli arresti domiciliari al reintegro. Torna in Comune il primo presunto “furbetto del cartellino”

Si tratta dell'architetto Alessandra Seggi che rinuncia alle mensilità pregresse e a un eventuale risarcimento danni

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Sanremo.  Sarà reintegrata al suo posto nell’ufficio Tecnico di Palazzo Bellevue l’architetto Alessandra Seggi, ex funzionaria del settore Lavori Pubblici del Comune, finita nel calderone dell’inchiesta sui cosiddetti e presunti “furbetti del cartellino” che tanto aveva scosso la Città dei Fiori e l’intera nazione nel 2016.

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Un accordo di transazione tra l’ex dipendente comunale e l’amministrazione Biancheri è stato raggiunto la scorsa settimana, in pieno Festival, ma è emerso solo nelle ultime ore. Messa agli arresti domiciliari in seguito al blitz delle Fiamme Gialle e attualmente sotto processo presso il tribunale di Imperia, dove ha scelto il rito ordinario, l’architetto Seggi è la prima presunta “furbetta” a riottenere il suo posto in municipio.

I termini dell’accordo approvato dalla giunta comunale prevedono il reintegro entro 20 giorni dalla stipula della transazione, il risarcimento – a titolo di contributi persi – di soli 10 mila euro circa (conteggiati sull’ultimo anno di lavoro perso) e nessun ulteriore risarcimento danni. Escluse anche eventuali future reciproche rivalse.

Secondo il parere reso dallo studio legale Pizzorni che affianca l’amministrazione nelle cause di lavoro contro gli ex dipendenti licenziati, l’accordo con l’architetto Seggi risulta essere “particolarmente vantaggioso” per il Comune che potrebbe potenzialmente essere condannato in sede civile a un risarcimento nell’ordine dei 200 mila euro. Per gli avvocati Marco Giannini e Cristina Pizzorni, in particolare, non risulterebbero agli atti prove concrete e inconfutabili che potrebbero far presumere una condanna certa in tribunale per l’ex dipendente.

L’architetto Seggi aveva già intentato causa contro Palazzo Bellevue subito dopo essere stata licenziata, ottenendo una pronuncia sfavorevole dal giudice del Lavoro nel 2017 che, in primo grado, aveva rigettato il suo ricorso, e quello di altri sei colleghi, motivato sulla base della presunta incompatibilità dell’ex segretario comunale Concetta Orlando. Per la bocciatura del ricorso era stato presentato appello.

L’ex funzionaria dell’ufficio Tecnico – stando sempre ai termini della transazione – avrà diritto, ora, di tornare con lo stesso inquadramento lasciato al momento dell’intervenuto licenziamento. Il processo penale andrà avanti su un binario parallelo a quello civile che si interrompe qui.

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