Imperia, progetto Finnover: al via il convegno finale

16 marzo 2021 | 17:12
Share0
Imperia, progetto Finnover: al via il convegno finale

Giovedì 18 marzo alle 14 in modalità videoconferenza interverranno tutti i partner coinvolti

Imperia. Ricerche ultimate, risultati ottenuti e, ora, necessità di condividere il tutto con la comunità scientifica italo-francese e con il grande pubblico: dopo quattro anni le analisi per trovare soluzioni verdi portate avanti dal progetto Finnover, giungono a conclusione, e si possono iniziare a raccoglierne i frutti: ecco quanto sarà presentato il prossimo 18 marzo nel convegno finale dove, in modalità videoconferenza interverranno tutti i partner coinvolti.

Finnover, progetto cofinanziato dall’Unione Europea nel quadro del programma INTERREG v-a Francia – Italia ALCOTRA 2014-2020. ALCOTRA – acronimo per Alpi Latine Cooperazione TRAnsfrontaliera – comprende le province italiane diImperia, Cuneo e Torino, la Valle d’Aosta, i Dipartimenti francesi dell’Alta Savoia, Savoia, Alte Alpi, Alpi dell’Alta Provenza, Alpi Marittime. Nel periodo di ricerca ha coinvolto un ampio partenariato italo francese: 5 organismi di ricerca, la Camera di Commercio italiana a Nizza, 2 imprese, la Coldiretti ligure (Impresa Verde). Capofila è IRF, Istituto Regionale per la Floricoltura, di Sanremo.

La squadra così composta ha lavorato per mettere a punto innovazioni su 4 filiere, due delle quali fanno riferimento al benessere umano e all’alimentazione (gemmoderivati e funghi commestibili) mentre le altre riguardano nuovi prodotti naturali per il contrasto a malattie delle colture agrarie (lavanda e microrganismi).

Il progetto ha previsto uno studio di fattibilità conclusivo che è stato redatto con la collaborazione di Dintec scarl – Consorzio per l’innovazione, soggetto di diritto pubblico e senza scopo di lucro partecipato dal mondo camerale e da ENEA.

Nello studio di fattibilità è stato esaminato il livello di maturità delle innovazioni e specificati gli scenari per la loro applicazione; sono state elaborate considerazioni sui mercati di riferimento delle innovazioni, analisi SWOT di contesto e indicazioni per gli Organismi di ricerca, le imprese e le pubbliche amministrazioni a vario modo interessati alle tematiche delle quattro filiere e al loro sviluppo futuro. Lo studio di fattibilità ha comportato un ampio coinvolgimento di soggetti pubblici e privati, italiani e francesi, attraverso numerosi focus group, workshop e incontri diretti. Il progetto e lo studio di fattibilità sono stati presentati alle regioni interessate sia in Italia sia in Francia.

Gemmoderivati

La filiera gemmoderivati nel progetto Finnover è stata coordinata dal Dipartimento Disafa (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari) dell’Università di Torino. La produzione di estratti idrogliceroalcolici da gemme ha una sua importanza nell’economia di molte valli piemontesi. Le innovazioni hanno riguardato principalmente: redazione di un Atlante delle gemme, per supportare i raccoglitori e quindi avere certezza del prodotto raccolto e conferito; nuove modalità di analisi rapida degli estratti così da avere certezza sulle specie delle gemme utilizzate; nuove possibilità di estrazione attraverso l’utilizzo di ultrasuoni. Le innovazioni hanno un elevato grado di maturità.

Lo studio di fattibilità ha verificato l’interesse del settore industriale (integratori alimentari) ad avere estratti certificati, quindi provenienti con certezza solo da gemme delle specie botaniche richieste. Si sono anche elaborate ipotesi di organizzazioni di filiera con riferimento a un possibile centro consortile di raccolta e lavorazione.

Funghi

La filiera funghi nel progetto Finnover è stata coordinata dal Distav (Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita) dell’Università di Genova.

Si è studiata la coltivazione di un ceppo ligure del fungo pleuroto (Pleurotus ostreatus) allevato su pani ottenuti dalla biomassa di lavanda dopo l’estrazione degli oli essenziali. La biomassa sterile – in quanto l’estrazione avviene a vapore – è stata inoculata con i ceppi selezionati e si sono effettuati diversi cicli di lavorazione ricavando anche dei dati organizzativi e colturali. Il prodotto ottenuto è stato analizzato e comparato con altri ceppi di pleuroto allevati su substrati tradizionali. Si è rilevata la presenza di molte molecole di interesse nutraceutico.

Lo studio di fattibilità ha confermato l’interesse economico di tale innovazione per aziende floricole e orticole, che potrebbero utilizzare semplici strutture (piccole serre od ombrai) e dotazioni essenziali (bancali e ventilatori). L’organizzazione dei cicli produttivi è semplice ed è emersa la praticabilità tecnico economica della coltura. Il prodotto può essere venduto sui canali della vendita diretta. Sono richiesti approfondimenti per quanto riguarda l’eventuale necessità di riconoscimento come “nuovo alimento”.

Lavanda

La filiera lavanda nel progetto Finnover è stata coordinata dal capofila IRF, Istituto Regionale per la Floricoltura, di Sanremo. L’innovazione riguarda la produzione di olio essenziale da massa verde, non solo da fiore, e la verifica di suoi utilizzi per diverse finalità: come repellente nei confronti degli afidi; come sinergizzante per prodotti fitosanitari; come principio attivo per fungicidi e per prodotti biocidi.

In accordo con alcune aziende agricole partner si sono effettuate prove di estrazione di olio essenziale da massa verde: un’ operazione che richiede le medesime tecniche per l’estrazione dell’olio essenziale da fiore. Poi si è testato l’olio essenziale così ottenuto attraverso un olfattometro appositamente realizzato e si è verificata una effettiva capacità di repellenza nei confronti degli afidi.

Lo studio di fattibilità ha verificato la praticabilità tecnico economica della coltivazione di lavanda per la produzione di massa verde sia quale unico prodotto (invece del fiore) sia insieme al fiore (con diversi periodi di taglio).

Si sono esaminate le diverse possibilità dell’utilizzo dell’olio da massa verde come principio attivo alla luce della attuale normativa sui prodotti fitosanitari. È emerso uno scenario potenzialmente interessante, da approfondire insieme a partner industriali.

Microrganismi

La filiera microrganismi nel progetto Finnover è stata coordinata dall’Istituto Sophia Agrobiotech di Sophia Antipolis in Francia. Le attività erano rivolte individuare microrganismi in grado di contrastare alcune malattie fungine delle colture agrarie, o direttamente o con molecole da essi prodotti. La finalità è stata quella di ampliare lo spettro dei microrganismi utilizzabili: per il “biocontrollo”, nel rispetto della normativa francese e comunitaria; per prodotti biostimolanti. Stati prelevati e analizzati oltre ottocento ceppi di funghi tipici di ambienti marini e litorali provenzali, oltre a batteri e oltre cento ceppi hanno manifestato effetti ad alto potenziale per il biocontrollo. Servono, invece, ulteriori studi per valutare il potenziale dei microrganismi selezionati per attività biostimolante.

Lo studio di fattibilità ha svolto considerazioni sui diversi mercati di riferimento (biocontrollo, prodotti naturali, biostimolanti) rilevando la forte crescita della domanda sostenuta dalla necessità di tutela ambientale e controllo dell’uso dei prodotti fitosanitari e fertilizzanti “tradizionali”. Alcune delle innovazioni hanno elevata maturità e possono essere sviluppate con partner industriali e commerciali.

Il convegno finale